Da un'intervista a Monica Bellucci durante Firenze Hometown of Fashion, la festa di giugno 2014 per i 60 anni di attività del Centro di Firenze per la Moda Italiana, carpiamo questa sua definizione della moda: “ E' una scoperta continua - E' coltivare l'arte della meraviglia. La moda... significa immaginare un tipo di donna che prima non c'era”.
Cominciamo a vedere cosa propone per l'uomo l'immaginario di Scervino, uno dei quattro grandi protagonisti dei festeggiamenti insieme con Pucci, Gucci e Ferragamo. E' lui il solo dei quattro a presentare una collezione no season uomo/donna alla sua serata straordinaria al Forte Belvedere. Colore dominante il bianco, in onore della sala bianca dove nacquero le sfilate di moda italiana del grande Giovanni Battista Giorgini. I 20 outfit per uomo sono però non solo capi total white sartoriale, ma ve ne sono altri di ispirazione militare-canvas nei toni del grigio e del calce. Da questo Maestro ci viene un assoluto rifiuto dei risultati “straccioni” per i suoi parka, T-shirt e caban oversize, ottenuto facendo ricorso a grandi invenzioni nel trattamento dei tessuti.
Passiamo ora al tipo di uomo che Pitti Uomo 86 fa emergere in Fortezza, dove si svolge, in contemporanea con i festeggiamenti del sessantennio, la grande kermesse. E' subito chiaro che “cercare l'uomo che prima non c'era” con più di 1000 espositori presenti in fiera quest'anno, è impresa titanica, sintesi impossibile. Tuttavia tre tendenze le possiamo individuare: classico tout court o rivisitato nella direzione dello sportivo; alternativo, molto fashion, si potrebbe dire giovane, se non fosse che è indice di una mentalità più che dell'anno di nascita; avant-garde, vacanziero per la prossima estate, ma anche per chi, in città, sogna paradisi lontani.
Nel classico rivisitato si colloca sicuramente il lavoro del duo creativo Paul Surridge e Murray Scallon, designer che, l'ultimo giorno della kermesse, hanno riempito il grande spazio della stazione Leopolda per una sfilata di presentazione della nuova linea ZZegna. Originali gli abiti coordinati con piccole giacche impermeabili da sovrapporre all'occorrenza alla giacca in tessuto, unito o fantasia a pentagoni sfumati sul verde e marrone, che si fanno più interessanti quando sono rimpiccioliti, come in alcune giacche e sulle scarpe. E' tendenza generale nel classico di stagione 2015 sostituire le fantasie marcate con una microdisegnatura appena percettibile.
L'alternativo guarda allo sportwear, da cui prende tecnomateriali, ama dettagli in rete e felpa, tutto interpretato in chiave chic. Usa camicie e giacche elasticizzate, e tutto ciò che dà funzionalità e comfort negli spostamenti urbani. Ama dotarsi di accessori del mondo bike, come lo zaino, che porta sempre con sé, dal meeting di lavoro, alla palestra, alle fughe del weekend. Scarpe slip-on e occhiali dalla montatura in legno, impossibile trovarne due paia uguali, sono i preferiti.
Infine l'avant-garde, può scegliere camicie a stampa Tropical Garden da accostare a shorts in toni pastello sbiancati dal sole o a jeans chiari strappati. Sugli swim shorts compaiono coralli, pesci tropicali o paesaggi rocciosi, ma anche motivi di tradizione africana o stampe fotografiche d'autore in edizione limitata. Un guardaroba di vacanza ma non solo, sofisticato, evocativo, riflesso di un gusto evoluto, aperto al nuovo. Accompagnato da cappelli e sciarpe in fibre iperlight e da borse capienti di canvas misto a pelle e legno, con la metalleria ridotta al minimo.
Alla ricerca del nuovo, un vate del classico moderno come Lardini, non pago del grande successo delle sue giacche sartoriali slim fit, accoglie per una capsule la creatività selvaggia di un Nick Wooster. Risultato?Tessuti sofisticati della maison cuciti in linee imprevedibili. La tavolozza cromatica è di stampo classico, con una particolare predilezione per un bianco e nero rigoroso, per le tonalità di grigio più formali, per le nuance coloniali come il verde oliva, il cachi, il grigio pietra e il beige e tinte più spiccatamente estive come il blue navy e il bianco. Per la forma, è Wooster a proporre: in alternativa alle giacche perfette, da sempre un vanto della ditta italiana, introduce il concetto di “imperfezione”. Risultato: un prodotto “grezzo”, all’insegna dell’understatement. Sarà il mercato a dirci quanti apprezzano questa novità e quanti continuano a scegliere il classico di tradizione sartoriale.
Novità per l'uomo 2015 anche nel campo beachwear e loungewear (equivalente maschile di lingerie). Ce la mostra una sfilata scenografica de La Perla alla Dogana: capi spesso destrutturati, di un'eleganza rilassata, da indossare, tornati a casa, al posto degli abiti del lavoro. Per alcune vestaglie, lo stilista sceglie la rigidezza della rafia, perché si tratta di capi “ibridi”. Ovvero adatti, come i kimono, i pantaloni e le T-shirt, in casa come fuori. Tutti i capi presentati sono oversize, usati in sovrapposizioni audaci di fantasie discordanti. Il lusso risiede nelle stoffe e nella confezione sartoriale. Certe trasparenze - lo chiffon usato per un top di pigiama - lasciano sconcertati. Circondato da immagini acquee, il modello sfila con una muta e un costume intero, realizzati in un insolito tessuto lycra a scaglie iridescenti, simile a un pesce di mare tropicale.
Fra gli eventi temporanei che si svolgono in punti nevralgici della Fortezza, abbiamo colto, all'Alternative set del Piano Attico, l'efficace comunicazione di Jackie, designer olandese, presente in fiera come espositrice. Descrive, a parole e con un filmato, il suo atelier di Delhi, e in particolare presenta cravatte ricamate a mano, originali e preziose, frutto di collaborazione con gli artigiani indiani. Il film, in particolare, si incentra sulle mani degli artigiani e la loro gestualità. Più spesso delle donne - ci dice Jackie - gli uomini si danno alla professione del ricamo. E' una professione totalitaria,affascinante e alternativa ai lavori dei campi, perché le mani per ricamare devono essere perfette. E' un lavoro di maestria, che si acquista in anni di applicazione, ma che finisce molto presto, quando la vista si indebolisce. Jackie racconta di questa collaborazione con ammirazione e rispetto, che non viene meno neppure quando ci confessa di vedersi costretta a fermare la tendenza dei suoi artigiani di Delhi di riempire ogni lembo di tessuto di fiori ricamati, secondo una tradizione indiana che si rifà agli sposalizi.
Alcuni luoghi della Fortezza hanno subito trasformazioni radicali. Uno per tutti, l'Attico, da sempre punto di riferimento di Classico Italia, è divenuto spazio piacevolissimo grazie a una maggiore condivisione dello spazio espositivo, ristrutturato sapientemente. Numerosi visitatori l'hanno scelto per un momento di relax nel Fumoir, qualcuno è andato nella Barberie di Proraso, che offre un'allettante rasatura a pennello. All'ingresso dell'Attico, sette bacheche racchiudono manichini, vestiti a immagine dei sette vizi capitali, in un'interpretazione interessante perché per niente scontata. Siamo affascinati da Lock & Co, Hatters di Londra, e da Tesi hats, toscani coi loro panama da capogiro. Come molti altri visitatori di questo Pitti, prestiamo grande attenzione al cappello, un accessorio che, oltre a riparare dal sole battente, è in grado di trasformare radicalmente il look.
A girare in Fortezza, con tanti fotografi che immortalano le più eccentriche mise dei visitatori, c'è da chiedersi talvolta chi siano gli stilisti. Per alcune riviste straniere, che richiedono agli inviati foto dei visitatori da pubblicare insieme a quelle delle sfilate, all'eleganza fai da te - soprattutto quella italiana e orientale - è riservata la massima importanza. L'omaggio vero a Giorgini, quello in grado di apportare significativo impulso al Made in Italy, che egli per primo aveva fatto apprezzare nel mondo? Sicuramente il consolidamento di un asse fashion Milano-Firenze. Il ritorno a Firenze di una sfilata Zegna dopo 7 anni di assenza fa ben sperare in una definizione di questo progetto.