Armando Savini
Collabora con Meer da ottobre 2024
Armando Savini

Sono un economista, saggista, cultore di esegesi biblica e mistica ebraica, autore del canale Telegram Chaosmega.

Dopo la maturità classico-linguistica, ho intrapreso gli studi universitari presso la Facoltà di Scienze politiche de La Sapienza, seguendo l’indirizzo politico-economico. Mi sono laureato con il Prof. Giovanni Somogyi, discutendo una tesi sugli schemi retributivi premianti come strumento di politica economica nel contesto dell’economia della partecipazione e dei salari di efficienza.

A ridosso della laurea, ho seguito un corso in sistemi di gestione della qualità secondo gli standard ISO 9001:2000 e successivamente un corso di perfezionamento in gestione delle risorse umane. Per circa un anno ho lavorato all’Università Telematica di Roma Guglielmo Marconi, fornendo contenuti per l’offerta formativa in Economia e Politica monetaria (content editing). Successivamente ho collaborato con Eurispes - Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali e qualche mese dopo, sono stato nominato cultore della materia in Politica economica presso la cattedra del Prof. Giovanni Somogyi alla Facoltà di Scienze Politiche de La Sapienza. Di lì a poco, sono stato docente a contratto in Storia economica presso Università degli Studi Niccolò Cusano e nello stesso periodo ho svolto consulenza in materia di economia e lavoro presso la community di direttori Risorse Umane HRC.

Non ho mai abbandonato i miei studi di filosofia, che sono stati sempre utili. Mi hanno permesso di esaminare in profondità il pensiero complesso di Edgar Morin e di studiare poi la scienza della complessità e le sue applicazioni all’economia secondo i modelli di W. B. Arthur. Questo ha fatto sì che entrassi in contatto con i principali esponenti italiani della complessità e accrescessi le mie conoscenze. Qualche anno più tardi sono diventato docente a contratto (lecturer) alla European School of Economics di Roma, dove ho insegnato Economics (BA), HR Management (BA), Business Methods for Social Sciences (BA) e Business Methods and Modelling Techniques (MSc).

La mia visione economica è keynesiana (ortodossa, non “bastarda”), pur riconoscendo i limiti del padre della macroeconomia, soprattutto alla luce del pensiero complesso. Mi piace ripetere spesso che il mondo è maledettamente complesso e che i modelli economici imperanti sono troppo lineari per comprendere – nel senso di prendere con sé – la complessità del reale, senza tener conto, poi, del principio di indeterminazione di Heisenberg: nel momento in cui esaminiamo una realtà la stiamo già cambiando.

Ritengo che il positivismo e il meccanicismo neoclassico di newtoniana memoria restino ancora intimamente nascosti nei meandri delle menti di molti economisti, esercitando la loro influenza nefasta. È necessario prima spogliarsi del vecchio abito per indossarne uno nuovo. Vino nuovo in otri nuovi. Se non ci si spoglia del positivismo è impossibile cercare di comprendere il reale, che risponde più alle dinamiche biologiche che meccaniche. Ma qui ci vuole una conversione, un cambiamento di visione soprattutto metafisica!

Ricordo quando il mio professore di Economia politica, Giovanni Caravale, ci leggeva in aula alcuni passi scelti di grandi economisti. Un giorno portò Economisti e politici di John Maynard Keynes, testo che ha fortemente segnato il mio percorso formativo. Ci lesse quel famoso passo dove Keynes spiega come deve essere un buon economista: “Deve possedere una rara combinazione di doti. Deve attingere un livello elevato in più direzioni diverse, combinare capacità che non si trovano spesso assieme.

Deve essere in certo modo matematico, storico, statista, filosofo; maneggiare simboli e parlare in vocaboli; vedere il particolare nella luce del generale, toccare astratto e concreto con lo stesso colpo d’ala del pensiero. Deve studiare il presente alla luce del passato e in vista dell'avvenire. Non c’è parte della natura o degli istituti umani che possa sfuggire al suo sguardo. Dev’essere, contemporaneamente, interessato e disinteressato: distaccato e incorruttibile come l’artista, e tuttavia, a volte, vicino alla terra come l’uomo politico.”

Finito di leggere il passo, Giovanni Caravale chiuse il libro, ci guardò e disse: «Keynes sicuramente avrebbe scelto la Facoltà di Scienze politiche».

Ogni volta che ci soffermiamo a riflettere sulla natura delle cose, senza accorgercene ci addentriamo nel mondo della filosofia. Se pensiamo, ad esempio, allo zero o all’infinito, subito la mente vola alle grigie pagine di un manuale di matematica o di fisica. Ma la matematica e la fisica non ci dicono cosa siano veramente lo zero e l’infinito. Li usano e basta.

È la filosofia che definisce questi “enti razionali”. Se senza la filosofia non può esistere lo zero e l’infinito, allo stesso modo non può esserci una buona teoria economica. È la filosofia, infatti, che ci fornisce la cassetta degli attrezzi e ci dice come creare dei buoni modelli economici, quali siano (se ci sono) le relazioni tra variabili e come si esprimono. L’antropologia ci dice chi è l’uomo e quali sono i suoi bisogni mentre l’epistemologia ci spiega come conosciamo il mondo intorno a noi. È partendo da queste basi che si può arrivare a delineare una buona politica economica capace di risolvere il problema che più di tutti affligge la società moderna: la disoccupazione. Ma l’antropologia e l’epistemologia sono strettamente correlati alla visione metafisica.

E qui il pensiero occidentale (e non solo) è conteso tra due forze contrapposte, due roccaforti del pensiero in antitesi: la filosofia cristiana e la gnosi spuria. Scegliere l’una o l’altra via cambia il destino del mondo intero, dal momento che le azioni dipendono dai giudizi e questi si formulano in base ai propri principi filosofici. Se la geopolitica e l’economia dipendono dalla visione filosofica del mondo - quella che i tedeschi chiamano Weltanschauung - allora l’ordine che viene a costituirsi rispecchierà i principi che azionano quello stesso agire politico.

Pubblicazioni:

  • Il Complotto degli Arconti. Cronache di un iniziato (Collana Chaos Mega, 11 settembre 2024, con la prefazione di Giacomo Maria Prati).
  • L'ultimo anticristo. Identikit dell'uomo più diabolico della storia (Collana Chaos Mega, 2024,2a ed., con la prefazione di Giacomo Maria Prati);
  • Le radici del male da Malthus a Bergoglio. Quando il genere umano non è perfettibile (Collana Chaos Mega, 2024);
  • Sovranità, debito e moneta. Dal quantum Financial System al Nuoro Ordine Multipolare (Collana Chaos Mega, 2022, 3ª ed.);
  • Sovranità, debito e moneta: Quello che dovresti sapere e non ti hanno mai detto (Collana Chaos Mega, 2021);
  • Miti, storie e leggende. I misteri della Genesi dal caos a Babele (Diarkos, 2020);
  • Le due sindoni (Chirico, 2019);
  • Il Messia nascosto. Profezie bibliche alla luce della tradizione ebraica e cristiana (Cantagalli-Chirico, 2019);
  • Maria di Nazaret dalla Genesi a Fatima (Fontana di Siloe, 2017);
  • Risurrezione. Un viaggio tra fede e scienza (Paoline, 2016);
  • Dall’impresa-macchina all’impresa-persona. Ripensare l’azienda nell’era della complessità (Mondadori, 2009).

Ho curato l’edizione di Heartland, il Cuore pulsante dell'Eurasia (Collana Chaos Mega, 2024), con la traduzione di alcuni articoli di H. J. Mackinder.

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