Una mostra a tutta prima difficile, Sex and solitude di Tracey Emin. A Palazzo Strozzi dal 16 marzo. Vi rimarrà fino al 20 luglio 2025.
Un modo di disegnare personalissimo, da cui traspare la conoscenza reinterpretata di artisti quali Edvard Munch ed Egon Shiele. Per ammissione di Tracey, il grido di Munch è stato il suo amore e la sua fonte di ispirazione. Fino qui la forma. La sostanza è drammatica e ripetitiva. Argomento preferito il rapporto uomo /donna e, in particolare, i sentimenti e i vissuti dopo il rapporto fisico.
Negli ultimi anni, socialmente più impegnata, si dedica ad eseguire immense. sculture di bronzo, dopo un preventivo approfondito studio di come farle. Esprimendo in modalità diversa il suo argomento preferito. Mi correggo, la prima delle statue, alta 9 metri, è una madre. Un’opera pubblica ad Oslo, vicino al Munchmuseet, fatta in onore della madre di Munch, morta giovane, e della sua.
Controcorrente rispetto alle opere pubbliche, che le sono sempre sembrate inespressive, rappresenta una madre in ginocchio, nuda, a gambe aperte, una posa inusuale, che non passa certo inosservata.
La biografia di Emin nel catalogo
Alla ricerca di approfondire, leggiamo la biografia nel catalogo di Marsilio Arte. Una famiglia col padre Turco mussulmano e la madre Rom atea. Non è educata in nessuna religione e ha una grande libertà. Rapporti sessuali da quando è adolescente. A quindici anni se ne va di casa. Studia Arte.
Colpisce che, fin dalle prime opere,filma il suo lavoro nei dettagli. Quasi avesse chiaro, malgrado la giovane età, che può essere molto importante per un artista, in continua ricerca come lei è stata, documentare le fasi della sua espressività.
Non nasconde di avere avuto molti uomini. Si sa che ha subito uno stupro. E due aborti, che ha vissuto con sensi di colpa. Esprime liberamente i suoi sentimenti, le sue paure, la sua fragilità. Ma non legandola a fatti della vita. La mostra non è una successione cronologica della sua vita. Restiamo in dubbio se il pessimismo proviene da ciò che ha subito e non superato oppure se trasforma in pittura i rapporti amorosi solo quando la rendono infelice. Dichiara che il suo amore è la pittura. E aggiunge che l’amore fisico è dolore. Lo scopo della sua arte è dipingere in modo da comunicare i suoi sentimenti più profondi.ì «Voglio che le persone provino qualcosa quando guardano il mio lavoro. Voglio che sentano se stesse. È ciò che conta di più».
E’ un leit motiv l‘insoddisfazione, o peggio il sentirsi sopraffatta, ma anche tentare di trattenere un rapporto che le sfugge. Compone poesie, che fa eseguire con le parole della sua calligrafia realizzate al neon su di un enorme pannello. Opere artistiche esse stesse. In mostra ci sono anche ricami con cui dichiara di non voler essere madre. Devo riconoscere che il tentativo di dare un significato ai drammi che i suoi quadri suscitano in chi guarda fallisce se leggiamo “questa” biografia.
La biografia di Emin nel pdcast
Ma un podcast in cui Arturo Galansino,curatore della Mostra, dialoga con Giada Biaggi, filosofa, sceneggiatrice e scrittrice, fornisce una biografia non addomesticata, che apre all’interpretazione.
Una preadolescenza in cui subisce l’abbandono del padre. Quello che sembrava grande libertà è, in realtà, abbandono. Che può dare conto del suo voler trattenere ogni uomo di cui si innamora, e sentire invece che le sfugge.
La sessualità precoce è legata alla necessità di sopravvivere, essendo andata via da casa a soli 15 anni. Quando ero giovane, intorno ai quattordici o quindici anni, era più che altro un mezzo per andare da qualche parte, per muovermi, esplorare, vedere il mondo attraverso gli altri e sentirli nel profondo.
In questi primi anni lavora in una boutique di moda. Quindi frequenta il mondo degli affari. I video e le foto che farà di ogni sua espressione artistica si possono attribuire alla consapevolezza del valore economico che potranno acquistare. Molti anni dopo commenterà di essersi riuscita a comprare una casa per aver scelto di non consumare droghe a differenza degli artisti che frequentava. Si era invece data all’alcol.
A 18 anni comincia a disegnare e a studiare Arte. Siamo a fine anni 70 del 900. Londra non ha dimenticato le atmosfere della Swinging London, caratterizzata da attivismo politico, tanta musica nuova e liberazione sessuale.
Femminismo, nudi femminili a gambe aperte, mai prima disegnati da una donna, lei modella nuda che è insieme artista chiusa in un locale di legno dentro un museo a eseguire una performance artistica, sono tutte manifestazioni di arte e lotta politica tipiche di quei tempi a Londra. La sua capacità estrema di mettere a nudo, in tutti i sensi, corpo e intimo l’ha fatta emergere più di altri artisti meno espliciti.
Questa mostra di Palazzo Strozzi ci narra come Tracey si è espressa artisticamente soprattutto fino a 4 anni fa. A parte le grandi sculture, molto recenti.
Emin come è oggi
Emin è presente in conferenza stampa. La grande disponibilità a rispondere alle domande ci chiarisce la sua vita attuale.
Comincia dal titolo della mostra, Sex and solitude, che lei ha realizzato con la sua calligrafia vestita di neon azzurro che ha fatto porre sulla facciata severa di Palazzo Strozzi. Ci spiega che nella sua vita il sesso e la solitudine sono una sorta di isole separate. Oggi, alla sua età, la solitudine, riabilitata come un ingrediente necessario al manifestarsi della creatività, è preponderante sul sesso e molto ben accolta. Dice in proposito Amo la solitudine. Quando ero giovane, pensavo di essere sola – perché lo ero davvero – e sentivo quella solitudine nel profondo. Non capivo come usare quella sensazione, la percepivo come qualcosa di negativo. Oggi, per me la solitudine è uno dei sentimenti più intensi e meravigliosi. È come comprendere la natura, il tempo, entrare in sintonia con me stessa; essere completa da tutti i punti di vista: mentale, fisico, emotivo. E il momento di solitudine che preferisco è quando dipingo: mentre creo, dipingo, scrivo, penso, mi sento sempre da dio. Senza solitudine poi non riesco a essere creativa, è impossibile.
Quattro anni fa le hanno diagnosticato un tumore alla vescica, di gravità tale da lasciarle 6 mesi di vita. “E sono ancora qua” dice, ed aggiunge che il sapere che sarebbe morta presto le ha dato grande gioia perché finalmente si è impossessata della sua vita e sentiva per ciò stesso una pienezza mai provata prima. Questo, e l’aiuto di un uomo che le è stato vicino, le hanno fatto superare un’operazione molto invasiva , che le ha distrutto parte della vagina. Le ha lasciato il clitoride che non funziona più ma l’ha salvata dal cancro. E quando si è rimessa ha cominciato a desiderare di fare grandi statue e ha studiato per riuscire a realizzarle. Sono opere imponenti. Per realizzarle ha fatto appello a tutta la sua energia, incanalandovi quella prima dedicata al sesso cui, per sua ammissione, l’operazione ha determinato uno stop.
L’Artista appare oggi molto più serena di quello che facevano prevedere i suoi quadri esposti. Si dedica a cose socialmente utili. Dice che l’arte è importantissima per il benessere della gente. Racconta di avere organizzato, nel mese di gennaio, solitamente un mese morto per Margate, la città di mare in cui ha uno studio, una mostra di tanti artisti, chiamata Off season. Ha così attratto molti visitatori. Alberghi e ristoranti pieni, negozi che lavoravano molto con i visitatori, tutto per merito dell’Arte. Ecco ritornare il suo senso degli affari, assai raro in un artista.
Precedentemente, nel 2022, aveva sovvenzionare a Margate i Tracey Karima Emin (TKE) Studios, un progetto di residenze d’artista, in cui si svolge la Tracey Emin Artist Residency (TEAR), un programma gratuito di formazione pratica per artisti.
Durante la conferenza ci ha espresso tutta la soddisfazione di essere stata invitata ad esporre in una città magica come Firenze in un palazzo magnifico come Palazzo Strozzi, perché, sono le sue parole, il modo in cui presenti qualcosa e il contesto in cui lo collochi è davvero importante.