Fino al 18 giugno Palazzo Strozzi a Firenze festeggia i trent'anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, una delle più prestigiose raccolte d’arte contemporanea a livello Internazionale, con una mostra dedicata.
Essa ospita oltre 70 opere dei più importanti artisti contemporanei italiani e internazionali come Maurizio Cattelan, Damien Hirst e Lynette Yiadom-Boakye. E’ presente all’inaugurazione Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, curatore della mostra, accompagnato da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione che porta il suo cognome. Patrizia confessa di amare oltremodo l’arte contemporanea. La sua collezione è frutto di un’attenta scelta da lei fatta negli anni con l’aiuto di esperti.
“Di quali di queste opere lei si circonda nel suo vivere quotidiano?” le chiedo. Mi risponde che in camera da letto ha il cielo stellato, e mi indica una foto di archivio trovata e rielaborata da Thomas Ruff, esperto fotografo appassionato di Astronomia. Siamo infatti nella sala intitolata “Places” dove Star 00h(1990) è esposta. “Ma anche, in altre parti della casa, altre opere come il suicidio dello scoiattolo(1996), di Cattelan, un piccolo plastico tridimensionale circondato da pareti trasparenti”. Di Cattelan, artista centrale per un’esplorazione dell’arte italiana tra anni Novanta e Duemila, troviamo, in questa mostra un’ampia selezione di lavori.
Le opere sono,stanza dopo stanza, classificate in 10 sezioni. Bella la serie di farfalle di Damien Hirst nel quadro Love Is Great (1994) appartenente alla sezione God save the Queen. L’olandese Mark Manders contribuisce alla sezione Bodies con una statua molto attraente, che presenta il corpo di un giovane senza arti, corroso dal tempo. Come sottolinea il titolo Unfired clay torso(2015), appare di argilla, quindi fragile, ma in verità nasconde un’anima di bronzo. Imponente la statua Nixe(2021), del tedesco Thomas Schutte, che rappresenta una sirena bloccata ma non doma. E’ una delle opere della sezione Mythologies.
Fra i video ho trovato coinvolgente Possessed (2001) di Sharin Neshat, iraniana esule da decenni negli Stati Uniti, affermatasi a livello internazionale. Il video, girato molti anni fa in Marocco, è attualissimo per quello che accade oggi alle donne iraniane. Una donna mussulmana, di bianco vestita e senza velo, si aggira inquieta fra le costruzioni di una piazza. La folla si stringe intorno a lei. Ma lei è totalmente incurante del pericolo che corre. C’è infatti una parte fondamentalista che vede solo la sconvenienza del suo vestire, e non il malessere che la pervade. Della stessa artista una foto, Faceless (1994), fissa una donna col viso percorso da scritte in Arabo, che punta una pistola verso chi guarda. Questa foto sembra domandare: Come è possibile che, con l’oppressione cui sottopongono le donne, gli uomini permettano loro di usare le armi?
I temi svolti dalla mostra riguardano storia contemporanea, identità culturali, materia e musica. Argomenti complessi cui questa mostra intende offrire spunti per attualizzarli attraverso l’arte. Diversissimi fra loro i linguaggi espressivi degli artisti, frutto di sensibilità personali molto diverse. Alcuni artisti puntano sulla bellezza, altri sul produrre sbigottimento. Cattelan, in particolare, riesce a veicolare chiari messaggi con la sua ironia dissacratoria.
Lungi dal pensare di aver descritto esaurientemente questa complessa mostra, spero di avere suscitato la curiosità di vedere coi propri occhi le opere di questi artisti che, come suggerisce il titolo, hanno tutti fatto un percorso faticoso per raggiungere una posizione apicale nel mondo dell’Arte.