È uno dei massimi artisti viventi e dopo la stupefacente mostra a Venezia, nella Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale nel 2022, Anselm Kiefer entra trionfalmente a Palazzo Strozzi a Firenze con opere storiche e nuove produzioni per interpretare un dialogo con l’architettura del Rinascimento. In una conversazione con il curatore Arturo Galansino, Kiefer spiega il suo rapporto con Palazzo Strozzi: “Il mio rapporto con Strozzi è molto speciale perché quando sono stato per la prima volta a Firenze, avrò avuto circa 17 anni - devo controllare sul mio diario, perché lo tengo abitualmente da sempre - ho scritto su palazzo Strozzi, non so il motivo, e a quell’epoca non me ne chiedevo la ragione ma, forse perché è così minimal, è uno dei miei palazzi preferiti al mondo”.

La grandezza dell’artista tedesco si manifesta attraverso la pittura, la scultura, la fotografia e l’installazione ma l’uso magnifico che riesce a fare con ogni forma artistica si traduce in opere indimenticabili. E per attestare il suo talento da non perdere Anselm il film presentato al Festival di Cannes nel 2023, firmato da Wim Wenders in 3 D che dipinge il ritratto dell’artista. “Non è un documentario tradizionale”, precisa l’artista, “Wenders ha fatto un film su come vede le mie opere. L’ha realizzato seguendo la sua visione e le sue immagini davvero potenti mi hanno molto sorpreso”.

L’esposizione fiorentina Angeli Caduti ricorda gli angeli cacciati dal Paradiso dopo la loro ribellione contro Dio e il percorso introspettivo dell’essere umano, esplorando le connessioni tra passato, presente e futuro. Palcoscenico ideale e punto di partenza dell’esposizione è la corte rinascimentale di Palazzo Strozzi dove la riflessione sulla lotta tra il Bene e il Male si manifesta in Engelssturz (Caduta dell’angelo), sette metri di altezza con il fondo oro dove si enfatizza la fusione tra tradizione e contemporaneità e trae ispirazione da San Michele che sconfigge gli angeli ribelli di Luca Giordano (1634-1705), oggi al museo di Cadice. Gli angeli ribelli vengono cacciati dall’arcangelo che impugna la spada e con l’indice sinistro addita il cielo manifestando la volontà divina. Nel percorso espositivo, 24 lavori storici e nuove produzioni e un lavoro immersivo di 60 tele, Anselm Kiefer accompagna il visitatore attraverso una potente fusione di riferimenti, immagini e citazioni che partono dalla storia antica per arrivare alla Seconda guerra mondiale e dalla filosofia classica conducono fino alla letteratura moderna. “Le macerie sono come il fiore di una pianta: sono l’apice radioso di un incessante metabolismo, l’inizio di una rinascita”, dice Kiefer. Fiori e semi (soprattutto girasoli e papaveri), piante, gesso, metalli e foglie d’oro si fondono a frasi e testi e creano diverse stratificazioni che rivelano nuovi dettagli e significati. Parole, figure e materiali si uniscono per evocare una dimensione poetica e una densa attrazione sensoriale nell’osservatore, chiamato a mettere in gioco spazio e tempo, pensiero ed emozione.

“Anselm Kiefer ha lavorato a Palazzo Strozzi realizzando un progetto espositivo totalmente nuovo che esalta la forte vitalità della sua arte” ha dichiarato Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. Al Piano Nobile si ritrova il tema degli angeli caduti con Luzifer dove, mentre Lucifero precipita, un’ala d’aereo spunta da una massa di materia con un diretto riferimento alla guerra, al caos e alla devastazione che lascia dietro a sé. Le ali per Kiefer sono anche un riferimento al mito di Icaro. Spettacolare e intensa l’installazione immersiva, Dipinti irradiati 1983-2023), 60 dipinti a specchi in diverso formato che occupano un’intera sala, dal soffitto al pavimento e può essere ammirata anche attraverso grandi specchi a forma di tavola al centro dell’ambiente per immergersi totalmente nell’arte stratificata dell’artista. Per Kiefer: “La distruzione è un mezzo per fare arte. Io metto i miei dipinti all’aperto, li metto in una vasca di elettrolisi. La scorsa settimana ho esposto una serie di dipinti che per anni sono stati sottoposti a una sorta di radiazione nucleare all’interno di container. Ora soffrono di malattie da radiazione e sono diventati temporaneamente meravigliosi. C’è un nuovo libro di Andreas Wagner che parla dell’origine delle innovazioni. Spiega che tutto ciò che la natura produce per uno scopo è adatto anche ad altri scopi. Vale anche per il mio metodo di lavoro. Il caso è solo una parte del processo, perché ciò che viene selezionato tra le molteplici possibilità create dalle radiazioni, può essere utilizzato per questi e altri scopi”.

La grande mostra a Palazzo Strozzi chiude tornando alle radici dell’opera di Kiefer, alle fotografie con una sezione speciale dedicata alla celebre serie Heroische Sinnbilder (Simboli eroici). Nel 1969, ancora studente all’Accademia di Belle Arti, l’artista tedesco si fece fotografare durante azioni, indossando prevalentemente l’uniforme da ufficiale della Wehrmacht del padre. L’intento era quello di esplorare e sfidare l’identità e la cultura propria e dell’intero popolo tedesco. E per sottolineare la precarietà della vita umana, l’esposizione termina con i versi del 1930 del poeta Salvatore Quasimodo tracciati da Kiefer su una parete: “Ognuno sta solo sul cuor della terra/trafitto da un raggio di sole/ed è subito sera”.