La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre presenta Cutting clouds. Tagliando le nuvole, un programma articolato in diversi formati che include azioni legate dal comune denominatore dell’effimero e dell’impermanente: interventi espositivi, workshop ed eventi performativi, a cura di Marta Ferrara e Marta Wróblewska.
Questo dispositivo di mostra si compone di interventi e opere, disseminati negli spazi liminali del Madre ed è stato concepito per coesistere con l’imminente seconda fase dei lavori di manutenzione del museo, così da non interrompere l’offerta contenutistica e la programmazione anche durante il loro corso. Cutting Clouds | Tagliando le nuvole si snoda attraverso operazioni che mirano ad attivare creatività potenziali giocando con i confini noti e apprezzando, al contempo, il casuale, l'improvvisato e l'indeterminato.
Il titolo si riferisce a Cloud scissors, opera concepita nei primi anni ‘60 da George Brecht (New York 1926 – Köln 2008), artista tra i maggiori esponenti Fluxus. Alcuni cartoncini raccolti in una busta da lettera, fungono da istruzioni per un possibile happening combinato da più eventi. Indicazioni aleatorie, da seguire in qualsiasi situazione, per spostare i limiti d’immaginazione attraverso il gioco e la sperimentazione.
Gli strumenti lasciatici in eredità da Brecht e dai suoi contemporanei - Yoko Ono (Tokyo, 1933), Arrigo Lora Totino (Torino, 1928 – 2016) e Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basel, 1998) - diventano lo stimolo per un esercizio immaginativo e vengono ri-applicati in un programma che si svelerà in molteplici forme, riflettendo il movimento delle nuvole che scorrono fluide e assumono forma attraverso il nostro sguardo, mutano e non si ripetono mai.
Cutting clouds. Tagliando le nuvole sceglie di concentrarsi su opere che presentano una potenzialità, un’idea di incompletezza, adottando diversi media - video, pittura, poesia, grafica, fotografia, scultura, disegno, suono e performance. Alcuni tentativi paradossali e utopici di definizione e cattura dell'imprendibile - ovvero le opere di artiste e artisti di diverse generazioni riconosciuti a livello locale, nazionale e internazionale - Marisa Albanese (Napoli, 1947 – 2021), Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978), Edoardo Aruta (Roma, 1981), Simone Berti (Adria, 1966), Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968), Carmela De Falco (Napoli, 1994), Salvatore Emblema (Terzigno, 1929 – 2006), Irene Fenara (Bologna, 1990), Domenico Antonio Mancini (Napoli, 1980), Eva Marisaldi (Bologna, 1966), Matteo Nasini (Roma, 1976), Perino&Vele (Emiliano Perino, New York, 1973 e Luca Vele, Rotondi, 1975), Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, 1983), Serena Vestrucci (Milano, 1986).- tratteggiano un deconcentrato percorso espositivo.
L'inaugurazione di Cutting clouds. Tagliando le nuvole le nuvole sarà segnata da eventi performativi, volti al recupero della poesia nel quotidiano attraverso la disarmonia e il disequilibrio nell'esperienza multisensoriale sia individuale che collettiva. Il museo sarà quindi animato dalla performance Da casa mia non si vede il mare di Gabriella Siciliano (Napoli, 1990) e da Fragments of silence, performance sonora site specific di Renato Fiorito (Napoli, 1987), pensata appositamente per gli spazi della Sala Clemente.
Nel contesto del programma, sarà presentata anche …e molte alrew cose, un’installazione di Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) in collaborazione con quindici giovani artiste/i e curatrici/tori di Bologna, parte della collezione del Madre. L’opera è stata realizzata nel 2019 grazie al contributo dell’Italian Council, in un laboratorio permanente al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna nel contesto della mostra retrospettiva Un certo numero di cose 1955-2019, che prevedeva l’esposizione di un oggetto per ogni anno di vita dell’artista. Le indagini interdisciplinari del non funzionale, dello speculativo e del frammentato, caratteristiche della ricerca di Pietroiusti, assumono in questo meta-oggetto una prospettiva di co autorialità, esplorando i concetti di istruzione e delega dell’azione creativa e la sua possibile e infinita riproducibilità, in un’opera che - adottando le parole dell’artista - non è finita. La sua natura è lo stimolo per proporla, nell’ambito del programma Cutting clouds. Tagliando le nuvole, nuovamente come dispositivo laboratoriale. Il 26 settembre sarà presentata al pubblico, nella Sala delle Colonne, dove è attualmente installata Verbo, un’opera di Paolo Puddu e Ninì Sgambati, una selezione delle opere/oggetti-anno realizzati a Bologna. Successivamente il progetto si aggiornerà attraverso nuovi incontri, scambi e produzioni coinvolgendo artiste e artisti, curatrici e curatori legati al territorio napoletano, realizzati a partire da cinque nuove opere di Pietroiusti corrispondenti agli anni 2020-2024.
Il programma di attività continuerà quindi a Novembre con un secondo capitolo composto da interventi delle artiste Kamilia Kard (Milano, 1981) e Nuvola Ravera (Genova, 1984) e della casa editrice e libreria torinese Paint It Black, che andranno ad attivare ulteriori spazi del museo.