La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e il Museo e Real Bosco di Capodimonte presentano Whisper Only to You (12.10.2019-13.01.2020, inaugurazione 11.10.2019), la prima mostra personale dell’artista sud-coreana Yeesookyung (Seoul, 1963) in due istituzioni pubbliche italiane. Yeesookyung è un’artista visiva la cui pratica include l’utilizzo di diversi media, tra cui video-installazione e pittura, con una predilezione per la scultura. Il progetto, nato da un’idea di Sylvain Bellenger e Andrea Viliani con Sabrina Rastelli, si articola in due percorsi espositivi complementari al Madre e al Museo e Real Bosco di Capodimonte. Grazie anche alla collaborazione con l’Istituto ad indirizzo raro Caselli-De Sanctis, Yeesookyung ha inoltre tenuto un laboratorio formativo durante il suo periodo di residenza a Napoli. Per il progetto la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ha ricevuto il sostegno del Fund for Korean Art Abroad 2019, promosso dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo della Corea del Sud e da Korea Arts Management Service.
Le Sale Facciata del Madre ospitano opere che appartengono alla produzione multimediale e multi-materica dell’artista. In Whisper Only to You (2019), la video-installazione che dà il titolo alla mostra, la voce fuoricampo dell’artista sussurra una storia senza fine, mentre le immagini mostrano i dettagli di un disegno in rosso cinabro intitolato Flame. Thousand Leaves (2018) è un paravento pieghevole affiancato dalla radice di un albero e dalla sua copia realizzata con una stampante in 3D. Lo scorrere del tempo è cristallizzato nella vecchia radice, la cui energia naturale è rivitalizzata dal suo doppio scultureo, in un processo di rigenerazione che, coniugando gli opposti e le differenze, tende all’immortalità.
Le diverse tonalità di bianco della seta che riveste il paravento simboleggiano la miriade di foglie che nascono e muoiono nel corso della vita di un albero, in un ciclo di morte e rinascita in cui le sfumature alludono ai vari stati dell’anima. Bari (2019), scultura stampata in 3D a partire da un disegno dell’artista, raffigura la Principessa Bari (“Abbandonata”) che, nella mitologia coreana, è considerata l’antenata delle sciamane. Il gruppo di sculture della serie Moonlight Crown (2018-in corso), qui esposte in anteprima assoluta, trae ispirazione da una frase dello scrittore americano Isaac Bashevis Singer: “se la verità esiste, è intricata e nascosta come una corona di piume”. In ognuna di esse una corona sorregge una sfera densamente decorata, sulla quale poggia un elemento cuspidale. Sono incorporati simboli ubiquitari, come angeli, mani in preghiera, draghi: emblemi sacri decontestualizzati, disposti in modo tale da costruire una struttura organica, svelando i legami nascosti tra passato e presente, mito e storia. L’acrilico su tela Past Life Regression Painting_Saint, Making a Crystal Ball with the Impurity of the World (2015) trae spunto da un’esperienza di ipnosi regressiva, grazie alla quale l’artista ha cercato di far riemergere le tracce di precedenti vite impresse nel suo subconscio. Completa il percorso espositivo al Madre un’opera della serie Translated Vase, per la quale Yeesookyung è conosciuta a livello internazionale.
Il progetto, inaugurato nel 2002 e tutt’ora in corso, consiste nella creazione di sculture ed installazioni ottenute assemblando cocci, schegge e frammenti di porcellana. Creando narrazioni anche solo possibili a partire dall’esistente, l’artista restituisce dignità alla vulnerabilità dell’oggetto e del vissuto del singolo, fra dato di fatto e ipotesi, storia e narrazione. La frammentarietà dell’esperienza e il tentativo di recuperarla si traducono nel ripristino del vaso frantumato attraverso la saldatura, come dello strato di coscienza attraverso l’analisi.
La mostra al Madre, che si completerà con un evento performativo nella primavera del 2020, prosegue al Museo e Real Bosco di Capodimonte con quattro opere inedite della serie Translated Vase, realizzate dall’artista utilizzando sia frammenti della pregiata porcellana bianca coreana Moon Jar che scarti della produzione settecentesca della Real Fabbrica di Capodimonte: simbolo della congiunzione tra la tradizione culturale campana e quella del paese d’origine dell’artista, incontro fra le culture dell’Occidente e quelle dell’Oriente che la mostra intende celebrare, quale possibile primo capitolo di una storia al contempo passata e a venire.