Dal 12 aprile al 18 maggio, Merano Arte ospita la personale di Hans Knapp (Bressanone, BZ, 1945), dal titolo What is it like?, che presenta disegni, bozzetti e collage realizzati dall'artista altoatesino nel corso di tutta una vita.

L’iniziativa avrà un ulteriore approfondimento, dall’11 aprile al 31 maggio 2014, al Museo Diocesano di Bressanone, dove si proporrà una selezione di lavori fotografici, oggetti e installazioni.

La cifra caratteristica del lavoro di Knapp risiede nella pratica quotidiana, continua e ossessiva del disegno e dei collage. Per Knapp, il disegnare significa liberare la psiche da antiche e nuove paure, ricordi, desideri. Dopo aver disegnato una moltitudine di piccoli o grandi lavori e aver riempito pagine e pagine di fitti disegni in cui appaiono forme ricorrenti, segni che si succedono, figure umane, l'artista le assembla in un unico grande foglio secondo una logica particolare, che non simula mai una storia vera e propria perché non vogliono limitarsi a diventare un solo racconto, bensì tanti racconti possibili. Nelle sue opere giocano un ruolo rilevante le architetture, ma anche i ricordi e le sensazioni che l’artista porta con sé sin dall’infanzia perché la sua arte è in effetti una sorta di diario inconscio scritto giorno per giorno.

I disegni di Knapp, montati su grandi fogli bianchi in forma di collage, mostrano nella loro organizzazione anche aspetti interessanti che rimandano al vuoto, al silenzio. L’alternarsi di vuoto/pieno dà la possibilità allo spettatore di immaginare, di riempire il vuoto con qualcosa che appartiene a lui e non all’artista.

I collage assumono un valore e un'importanza particolare nel suo lavoro, in quanto sono realizzati non con stampe o immagini trovate, come avviene solitamente, bensì con soggetti tratti da disegni da egli stesso precedentemente realizzati. Tecnica profondamente legata a una prassi meticolosa e riflessiva, il collage permette una forma di dislocazione artistica nel tempo e nello spazio. Più che alla versione fotografica del collage, quella detta del cut-up, l’orientamento creativo di Knapp è soprattutto riconducibile alla versione dei papiers collés di Picasso e Braque. I collage di Hans Knapp non raccontano nulla della realtà, non criticano e non si appellano ad alcunché di esterno, la loro funzione è rinnovata perché rimane pressoché privata, tutta legata al momento espressivo intimo e immaginifico del disegno. Le opere sono intrise di un vissuto visionario che appartiene solo e soltanto all’interiorità dell’artista, alla sua ossessione. Ad innestarsi è un dialogo interno, una riflessione sul fare artistico e sul disegno visto come espressione primaria che accompagna l’artista da tutta una vita.

Il titolo generale della mostra, "What is it like?" richiama in senso significativo il titolo di un articolo del filosofo americano Thomas Nagel pubblicato nel 1974 sulla rivista "Philosophical Review": "What Is it Like to Be a Bat?" (Cosa si prova ad essere un pipistrello?). In questo testo, uno dei più influenti scritti di filosofia della mente degli anni Settanta, Nagel sostiene l'irriducibilità della coscienza all'attività cerebrale. S'interroga rispetto al fatto se l'esperienza cosciente (“quel che si prova a essere un pipistrello”) coincida effettivamente con la coscienza (“quel che si prova a essere una coscienza che sente, che prova qualcosa”).

Mostra curata da Valerio Dehò

Galleria Merano Arte - Edificio Cassa di Risparmio
Via Portici, 163
Merano (BZ) 39012 Italia
Tel. +39 0473 212643
info@kunstmeranoarte.org
www.kunstmeranoarte.org

Orari di apertura
Martedì - Domenica
Dalle 10.00 alle 18.00

Immagini correlate

  1. Hans Knapp, das ist aber verboten!, (ma questo è vietato!), 1990 - 2000
  2. Hans Knapp, una fragile idea di tenerezza (eine zerbrechliche Idee von Zärtlichkeit ), 1980 – 1990
  3. Hans Knapp, 2 Rituale (Due rituali), 1990 - 2000
  4. Hans Knapp, über den Dächern ist wie unter den Dächern (sopra i tetti è come sotto i tetti), 1975 – 1980
  5. Hans Knapp, sanguis, qui effundetur, 1990 - 2000
  6. Hans Knapp, Hieronymus im Gehäuse (S. Girolamo nello studio), 1970 - 1980