Un lavoro di ricerca paziente, nel campo dei materiali e nell’ideazione, seguito da un’esecuzione immaginifica, condotti ambedue per anni, hanno portato Andrea Marini, artista fiorentino, ad una differenziazione del suo lavoro.

E’ ciò che si può vedere nell’ultima sua mostra, Naturally unnatural. A new word, curata da Spela Zitar. Si svolge dal 10 aprile al 7 maggio alla galleria fiorentina LdM di via de’ Pucci 4.

All’ingresso della prima sala incontriamo due opere, Siliconi (silicone su carta) e Reticoli (ferro, smalti acrilici), in cui la natura mariniana ha ormai subito una trasformazione che rompe i legami con il mondo naturale e rende queste due opere invenzione pura di Natura altra.

Prima di uscire dalla prima sala, su di un piedistallo, troviamo Doodle/c” (ferro, fascette, smalti acrilici), l’opera che campeggia sulla locandina della mostra, un felice seguito del naturally unnatural, stile dei lunghi anni di espressione dell’artista. Rende l’idea di un animale tutto proteso a muoversi, con l’aiuto di orecchie filiformi che sono pure vibrisse, alla scoperta dell’ambiente. La novità sta nell’aspetto giocoso, per niente conturbante di questa creazione, che la discosta dalla poetica dominante fino a ieri nel fare artistico di Andrea.

Su di una parete della seconda sala si vedono appesi tre vortici di filo di ferro da cui scaturiscono fiori. Si intitola Tralci (ferro, tempere) ed appartiene a quel mondo creativo di cui abbiamo appena parlato.

Ecco invece un altro pensiero che sembra aver prodotto Frammenti corporei (vetroresina sabbiata, gomma). Distesi sul pavimento, su tessuto di gomma nero, che interrompe di gioco di rombi bianchi e neri del pavimento stesso, giacciono in gran numero forme che richiamano organi umani. Il colore pallido e la secchezza che li contraddistingue fanno pensare, più che alla sala operatoria, a reperti archeologici. L’artista si fa quindi vate di sciagure, seppure in tono sommesso.

Sembra dirci: Attenzione, le mutazioni della natura intesa come elementi del paesaggio e del mondo animale, si sposteranno gradualmente agli umani, a cominciare dai loro organi interni. Resi quasi inorganici dall’inquinamento che deteriora ciò che mangiamo. Se non si pone rimedio al degrado, il genere umano, prima dell’estinzione,, passerà attraverso modificazioni terribili, fino a divenire umanità bionica.

Confrontiamo, per completezza, ciò che ho descritto a proposito di Frammenti corporei con quello che è il pensiero del Marini al riguardo.

Alla domanda dell’intervistatore MH : Qual’è la tua opera preferita nella mostra e perché?, Andrea Marini risponde: Normalmente non ho particolari preferenze per un determinato lavoro. Dipende molto dal tipo di ricerca che sto affrontando in quel momento...scelgo l’opera Frammenti corporei ...perché la presenza di queste anomale e ambigue forme corporee...penso susciti in modo indiretto ma efficace, un senso di inquietudine che ben riesce a interpretare il difficile momento storico che stiamo attraversando.