Per Focus on 2025, la serie di approfondimenti dedicata a progetti site-specific nella galleria di Milano, Vistamare è lieta di presentare Slow steady stillness dell’artista keniota Agnes Waruguru.

La pratica artistica di Waruguru spazia tra diversi media, dal tessuto al disegno, alla ceramica, al ricamo, all’utilizzo di pigmenti naturali, all’installazione, attraverso idee di appartenenza geografica, tempo e transitorietà.

I processi pittorici si combinano con lavorazioni manuali apprese ed ereditate dalle donne della sua vita. Perline, uncinetto e lavoro a maglia sono incorporati nel suo lavoro, collegando intimamente aspetti dell’identità personale con le tradizioni del lavoro femminile. Per Waruguru la pittura rappresenta un luogo e un processo attraverso i quali poter esplorare la materialità degli oggetti e la loro capacità di agire come indicatori di identità e narratori di storie personali, per sviluppare nuovi scenari, che spesso sono paesaggi della memoria o delle emozioni. Evitando l’approccio più tradizionale alla pittura che prevede l’utilizzo della tela tesa e trattata, l’artista lavora prevalentemente su cotone, utilizzando la tintura e la colata, insieme alla pennellata. L’acqua, simbolo di purificazione o rinascita in molte culture, è il medium principale nella maggior parte delle opere. Viene utilizzata come fondo per ricevere pigmenti, inchiostri e acquerelli, applicati in strati successivi, ora più diluiti ora più concentrati. “Ho iniziato a fare disegni che appendevo sotto la pioggia per vedere come potevo usare l’acqua e per tracciarne il passaggio. In passato ho immerso opere tessili nell’oceano, il che ha portato alla mia pratica ormai costante di lavare i tessuti con acqua salata come punto di partenza per la mia pittura”.

La mostra si sviluppa nelle due sale laterali della galleria e include una serie di nuove opere unitamente ad un’opera tessile di grandi dimensioni realizzata durante la sua residenza alla Rijksakademie di Amsterdam. Quando si combinano insieme, come nell’installazione concepita per la 60esima edizione de La Biennale di Venezia 2024, le opere creano uno spazio immersivo e contemplativo, abitato da presenze luminose, espansive, atmosferiche e quasi oniriche. “Quando realizzo queste opere ho sempre la sensazione che possa accadere di più. È come trattenere il respiro. L’opera potrebbe sorprenderti. Non tutto l’ambiente è occupato, quindi c’è abbastanza spazio per sentire le cose in movimento, affinché l’opera continui a espandersi. Voglio creare una sensazione di sospensione, di essere nel mezzo di qualcosa”. L’installazione avvolge lo spettatore, attivando una sensazione di quiete, uno spazio di ascolto e di attesa, in un invito a vagare nell’immaginazione di Waruguru e a tessere le proprie narrazioni.

Agnes Waruguru (1994, Nairobi, Kenya) ha conseguito un BFA presso il Savannah College of Art and Design, USA. Ha partecipato a residenze in Kenya, alla Saba Artists Residency di Lamu, all’Artspace di Sydney, in Australia e nel 2023 ha completato una residenza di due anni alla Rijksakademie di Amsterdam. Nel 2020 Waruguru ha partecipato all’edizione inaugurale della Triennale di Stellenbosch, in Sudafrica, e nello stesso anno ha tenuto la sua prima mostra personale Small things to consider alla Circle Art Gallery. Nel 2022 è stata nominata per il Volkskrant Beeldende Kunst Prize e nel 2024 per il Norval Sovereign African Art Prize. Tra le mostre recenti e gli inviti a Biennali ricordiamo: Echoes of our stories alla Quinta do Quetzal, 2023; 22a Biennale Sesc-Videobrasil a San Paolo, 2023, Foreigners everywhere, Arsenale, La Biennale di Venezia, Venezia, 2024. Di recente, Waruguru è stata inserita nella lista Artsy Vanguard. Young Artists to Watch, una edizione annuale che mette in luce gli artisti più promettenti del momento.