Dal 16 marzo al 1° giugno 2014, al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona si tiene la mostra Alfred e Gisela Andersch. “Lei crea nello spazio, io nel tempo”.
La rassegna, curata da Peter Erismann, in collaborazione con il Museum Strauhof di Zurigo, analizza il rapporto che ha legato, per più di quarant’anni, Alfred Andersch - grande scrittore anti nazista che è stato narratore, poeta, saggista, giornalista radiofonico e sceneggiatore per la libertà democratica - a sua moglie Gisela, pittrice autodidatta che ha saputo arricchirsi degli stimoli e degli insegnamenti della Germania pre-nazista, ovvero quelli razionalisti e puristi del secondo Bauhaus, degli ambienti francesi di Abstraction-Création e di quelli olandesi di De Stijl.
In occasione del centenario della coppia (lei nasce a Wuppertal nel 1913, lui a Monaco di Baviera nel 1914), l’iniziativa focalizza la propria attenzione sullo scambio reciproco tra il mondo della parola e il mondo delle immagini, descrivendo come Alfred e Gisela si siano costantemente accompagnati e sostenuti, nel rispettivo percorso professionale, in tutta la loro vita insieme, mantenendo per quasi tre decenni un solido legame con il territorio del locarnese. Infatti, dal 1958 in avanti, i due si trasferirono a Berzona, in valle Onsernone, in un ritiro voluto per la creatività e la promozione della libertà di pensiero. Alfred e Gisela Andersch saranno tra gli animatori della cultura locale, continuando la loro attività comune e mantenendosi in contatto con gli intellettuali e gli artisti internazionali in Germania e in Italia, oltre che con quelli residenti in Ticino, quali Valenti, Arp, Bissier, Nicholson, Golo Mann, Max Frisch e altri.
L’esposizione presenta opere pittoriche e grafiche di Gisela Andersch, affiancate da un vasto numero di testi, saggi, poesie, pubblicazioni e libri di Alfred Andersch e da una serie di immagini fotografiche colte durante i loro viaggi, dalla Scandinavia alla Sicilia.
Il percorso si apre proprio con le fotografie dei due coniugi scattate a Berzona negli anni Sessanta da Monique Jacot, oltre a oggetti che documentano alcuni momenti salienti della vita dei due artisti. A seguire, si ripercorre la genesi creativa di Gisela quando, dopo aver frequentato per molti anni l’ambito figurativo, all’inizio degli anni Cinquanta, si converte all’astrattismo geometrico, sostenuta da Max Bill che nel 1963 l’aiuta a organizzare la sua prima personale a Zurigo. Di questo periodo, vengono proposte quattro serie di quadri e di disegni, come Thema e Varationen von 1,2,3, rispettivamente del 1963 e del 1965.
L’attività di Alfred - come scopritore di nuovi talenti e come promotore di iniziative culturali, editoriali e radiofoniche nel dopoguerra - è il tema che viene affrontato nella sezione dedicata all’intera collana di studio frankfurt (anticipatrice della futura giovane letteratura della Germania occidentale), ai sedici numeri di Texte und Zeichen (promotori di autori quali Samuel Beckett, Jorge Luis Borges, Pablo Neruda, Elio Vittorini, Dylan Thomas, Cesare Pavese) e alle piccole pubblicazioni curate nell’ambito del programma radiofonico Radio Essay. Queste edizioni, realizzate graficamente da Gisela, saranno affiancate dalle sue serie colorate Kreisphasen 1, 2, 3 (1962) e dalle pitture Rot steigend (1961) e Erster Schnee (1960).
Il percorso continua con una selezione di sei opere di Gisela Andersch, costruite partendo da un’analisi sulla funzione strutturante dell’asse. Questi lavori, realizzati a partire dal 1968 a seguito di una lunga e grave malattia, rispondono a un desiderio di dare ordine alla sua vita e al mondo, come superamento del dolore.
Ci si sofferma quindi sull’attività dello scrittore Alfred Andersch, iniziata nel 1952 con la pubblicazione del suo primo libro Le ciliegie della libertà, continuata nel 1957 con Zanzibar, ovvero l’ultimo perché, nel 1961 con La rossa e completata infine con Winterspelt. Le edizioni originali di questi libri sono accompagnate dalle opere che Gisela ha realizzato sugli stessi temi, come Häuser im Gespräch (Winterspelt darstellend) del 1954, e un acquarello con tratti a china, dal titolo Dorf in der Eifel.
La mostra si chiude con la serie fotografica dei loro viaggi, dalla Scandinavia alla Sicilia. Completa l’esposizione la proiezione del film intervista Mann und Frau im Gehäuse (1973) di Percy Adlon, girato interamente a Berzona, dove la coppia ha vissuto dal 1958.
In contemporanea, dal 16 marzo al 1° giugno, la Pinacoteca Casa Rusca a Locarno, nello spazio della Sinopia, ospita la rassegna Alfred Andersch - Sensazioni dal Ticino: fotografie e poesia. Gisela Andersch - Forme, disegni e pitture, che presenta una scelta di poesie di Alfred Andersch dedicate al Ticino, accompagnate da fotografie che lui stesso ha scattato in Ticino negli anni 1950-60, e da disegni e opere pittoriche di Gisela Andersch.
Tra le altre iniziative, dal 6 aprile al 2 novembre 2014 al Museo Onsernonese di Loco, la mostra ALFRED Andersch L’utopia della libertà / Die Utopie der Freiheit, a cura di Maria Rosaria Regolati Duppenthaler e di Mattia Mantovani, approfondirà la figura dello scrittore, lungo un percorso biografico e letterario che metterà in luce gli aspetti salienti della sua vicenda umana e artistica, evidenziando la relazione con Berzona e la cultura italiana.
Le biografie di Gisela e Alfred sono segnate dalle due guerre mondiali, dalla ricostruzione della Germania e dalle dispute ideologiche di quegli anni.
Alfred Andersch nacque il 4 febbraio 1914 a Monaco di Baviera. Dopo il ginnasio e la formazione professionale come libraio, divenne responsabile organizzativo dell’Associazione dei Giovani Comunisti della Baviera meridionale. Nel 1933 fu internato nel campo di concentramento di Dachau. Successivamente lavorò come impiegato, tra l’altro anche come direttore pubblicitario; nel 1936 sposò Angelika Albert e dalla loro unione nacque una figlia. Nel 1941 fu reclutato nell’esercito tedesco; nel 1943 si separò dalla sua prima moglie. Nel 1944 disertò sul fronte italiano e, come prigioniero di guerra, fu trasferito negli Stati Uniti. Al suo ritorno lavorò come pubblicista, fu il curatore di Texte und Zeichen, una rivista molto importante per la scoperta di molti giovani talenti e sviluppò innovativi programmi radiofonici. Dal 1952 pubblicò romanzi, libri di viaggio, racconti, saggi e radiodrammi.
Gisela Andersch nacque il 3 novembre 1913 a Elberfeld (oggi Wuppertal). Si sposò molto presto ed ebbe un figlio e una figlia. Cercò la sua strada di artista da autodidatta, frequentando però anche diverse scuole e confrontandosi con i movimenti astratti coevi. Gisela e Alfred si conobbero nel 1940 e da questo incontro nacque un’unione che durò tutta la vita, contrassegnata dalla condivisione dei loro lavori: sin dall’inizio furono legati dalla ricerca di un linguaggio espressivo proprio, la scrittura e la pittura. Dopo la fine della seconda guerra mondiale e dopo aver vissuto insieme in diversi luoghi, i due artisti decisero di andare a vivere in un antico castello nella regione di Eifel. Nel 1950 Gisela e Alfred si sposarono; la famiglia visse quindi ad Amburgo e a Stoccarda, prima di trasferirsi nel 1958 in Svizzera, a Berzona, nel Canton Ticino. Nella loro casa ticinese, ognuno degli artisti sviluppò la propria arte, interrotta da viaggi e da lunghi soggiorni, in Scandinavia e in Italia.
Alfred Andersch morì il 21 febbraio 1980, Gisela il 31 ottobre 1987; ora entrambi sono sepolti a Berzona.
Museo Comunale d’Arte Moderna
Via Borgo, 34
Ascona 6612 Svizerra
Tel +41 (0)91 7598140
museo@ascona.ch
www.museoascona.ch
Orari di apertura
Martedì - Sabato 10.00 – 12.00 e 15.00 – 18.00
Domenica e festivi 10.30 - 12.30
Immagini correlate
- Gisela Andersch, Dorset 10, 1976 © Annette Korolnik-Andersch, Carona
- Gisela Andersch, Axe 30, 1972 © Annette Korolnik-Andersch, Carona
- Gisela Andersch, Perfuga 1, Lithografie (49 x 654 cm), 1973 © Annette Korolnik-Andersch, Carona
- Alfred Andersch, Frankfurt, 1947 © Annette Korolnik-Andersch, Carona
- Gisela Andersch, Haeuser im Gespraech, 1954 © Annette Korolnik-Andersch, Carona
- Gisela und Alfred Andersch, mit ihrer Tochter Annette, im Atelier von Gisela Andersch in Basel, 1966 © Alexander Klee