Seconda stella a destra, questo è il cammino.
E poi dritto fino al mattino.
Poi la strada la trovi da te...
Porta all’isola che non c’è.(Edoardo Bennato)
Ho trascorso quindici giorni delle mie vacanze in Egitto per poter respirare quella che è stata la civiltà di oltre 5.000 anni fa dove l’inimmaginabile che ancora oggi per noi è difficile da comprendere e da scoprire, per gli antichi Egizi era immaginabile e realizzabile.
Era guardare nell’oltre e trasportarlo per essere visto da tutti coloro i quali credono che l’isola non c’è.
A Sud della penisola del Sinai si trova l’isola bianca che loro chiamano l’isola che non c’è perché appare e scompare tra l’alta o la bassa marea.
Quell’isola immaginaria che può esistere solo nella mente e nel cuore di chi crede in qualcosa, invece, esiste veramente perché ogni cosa esiste solo se pensata da qualcuno.
Esiste una sola strada che dobbiamo seguire per giungere ed approdare sull’isola che non c’è ed è quella del dare ascolto al cuore.
È lì che ad occhi aperti e chiusi ogni elemento pensato con la frequenza dell’amore diventa l’infinito magico che racchiude l’universo dentro e fuori di noi dove regna solo la gioia, l’amore. Ad occhi aperti o chiusi puoi intraprendere il viaggio e salpare sul colore blu del mare che diventa dorato e si riflette sulle onde che accarezzano i contorni di quell’isola che pensavi non esserci. Navighi solcando il mare e la luce ed il vento insieme diventano compagni di un viaggio dove l’onirico diventa reale. Dove puoi affidare i tuoi pensieri al vento che li porta verso la destinazione mentre ti accarezza i capelli e ti racconta della favola che è in te.
Diventi protagonista e spettatore di te stesso. Scopri che la dualità tra ciò che pensi che non esiste e ciò che esiste è solo una tua percezione perché tutto esiste.
Devi solo fare il viaggio ed innamorarti follemente, lasciare il porto apparentemente sicuro e viaggiare verso quell’isola che non c’è perché è durante il viaggio che puoi scoprire il tesoro degli Dei. Il prodigio che è possibile solo sull’isola che non c’è che non è un qualcosa di chiuso, circoscritto, ma qualcosa dove tutto è in trasformazione e dove la comprensione che tutto è possibile diventa realtà.
È vero, talvolta devi tuffarti in mare e lasciare la barca che ti ha trasportato per qualche miglio e nuotare per raggiungere l’isola, devi contare sulle tue forze ma soprattutto sul sogno e sulla certezza che quell’isola c’è.
Raggiungere l’isola che non c’è serve a rielaborare che non possono esistere i cosiddetti “luoghi comuni”, quello che i Greci chiamavano tòpos che serve solo a convincerti di ciò che hanno deciso gli altri per te.
Se tu esisti esiste anche l’isola che non c’è. Devi solo rivedere il luogo comune, trasformare il significato comune dell’utopia in sogno che diventa realtà e realtà che entra nel sogno.
L’isola che non c’è è fatta di emozioni, di sensazioni, di quel tuo mondo perduto da ritrovare e dove rinascere nella frequenza dell’amore che ti regala un nuovo equilibrio che stravolge il vecchio per approdare nel giardino dell’Eden.
È fatto di incontri dove l’imbarazzo degli sguardi ti aiuta a trattenere il cuore impazzito ma poi hai bisogno di far esplodere ogni battito del cuore e farlo diventare ali di farfalla che sfiorano l’altro per accarezzargli il cuore, l’anima. Che sfiorano te stesso. Dove vieni inondato dal desiderio che avevi sempre immaginato come proibito e che pensavi non potesse esistere. Riconosci te stesso come in un flusso e riflusso delle onde di un mare che lambisce e bacia la riva con l’entusiasmo e senza mai stancarsi. Riconosci te stesso al centro dell’isola che non c’è ed inizi a costruire gioia pura, passione… ad essere dappertutto, a sentire lei/lui in ogni respiro, in ogni tua intenzione, verso ogni direzione che trascende per aprirsi alla dimensione divina.
L’isola che non c’è adesso c’è.
Sai che è un sentire, che è un volere, che aver coraggio di aver coraggio di lasciarsi andare nell’infinito, di navigare verso se stessi e verso chi incontriamo che ci fa battere il cuore.
Come canta Edoardo Bennato «…E non è un’invenzione, e neanche un gioco di parole. Se ci credi ti basta… Non ti puoi sbagliare, perché quella è l’isola che non c’è. E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto, perché chi ci ha rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te».
Salpa, orienta le vele, lascia la costa e vai verso l’infinito, tuffati verso tutto ciò che è profondamente vero da non sembrare vero, anzi, …di più!