Essere empatici non significa sostituirsi o assumere le emozioni altrui ma è fondamentale, per noi stessi e per gli altri, mantenere la nostra identità.
Chi è empatico riesce a sintonizzarsi con le emozioni di altre persone pur vivendo una situazione diversa. E’ una vera e propria connessione mentale in grado di farci comprendere come si sentono le altre persone. A cosa serve nella vita essere empatici? Perché è importante sviluppare questa capacità?
La persona empatica comprende lo stato mentale di un’altra persona, è di fondamentale importanza non confonderlo con l’altruismo o con il buonismo.
Capire chi abbiamo di fronte ci da la possibilità di scegliere se stargli vicino o scappare a gambe levate. Per questo l’empatia è un importante strumento di tutela verso se stessi.
Per rapportarci con gli altri è necessaria una buona comunicazione che contempli, non solo il contenuto verbale, ma una conoscenza del mondo emotivo.
Quando ci si connette con le emozioni della persona che abbiamo davanti, riusciamo a creare un flusso comunicativo molto più efficace rispetto al solo contenuto.
Empatia significa non giudicare. Riuscire a comprendere profondamente cosa sta vivendo una persona implica l’assenza di critiche o giudizi su scelte fatte o visione della vita. L’empatia avvicina le persone e le unisce ancora di più.
I risvolti positivi possono influenzare anche l’ambito professionale. Quanto può cambiare il rapporto con un cliente che si sente capito oppure con i colleghi che hanno bisogno di risolvere una situazione? La connessione emotiva crea alleanze e collaborazioni molto efficaci.
In che misura si deve essere empatici? La troppa empatia potrebbe portare a conseguenze non sempre positive all’interno di una relazione. Non esiste un vero confine o una risposta univoca a questa domanda.
La sola riflessione utile è che se si è troppo chiusi non sarà possibile essere empatici, se siamo troppo aperti non lo saremo comunque perché metteremo molto di noi nell’altro.
Può essere difficile assumere la prospettiva di una persona che non ci piace, con la quale siamo in disaccordo o con la quale abbiamo poche cose in comune.
Come in ogni “ricetta di vita” abbiamo bisogno di ingredienti che vanno dal nostro stato interiore, alla capacità di lettura dei segnali non verbali, alla sensibilità, ai livelli di simpatia. Nella vita di tutti i giorni siamo fortemente condizionati dai primi due. Immaginiamo di dover provare empatia per una persona che non conosciamo. Per farlo dobbiamo entrare in sintonia, lasciarci coinvolgere dalla persona stessa. Quella persona deve avere qualcosa che attira la nostra attenzione e ci fa avere delle risonanze emotive. I canali della comunicazione non verbale sono sguardo o un gesto, ma anche il modo di vestirsi e di presentarsi. L’empatia non è una marcia che può essere inserita a comando. È un processo, una capacità che può essere appresa in ogni momento. L’empatia è un muscolo che può essere allenato impegnandosi e superando i propri limiti.
Conoscere altre culture, vedere posti nuovi, frequentare persone con un’educazione diversa dalla nostra, può essere davvero formativo. In giro per il mondo ci rendiamo conto che non siamo noi, con la nostra formazione e il nostro modo di vivere, il centro dell’universo, e che l’altro può essere molto diverso da noi, e proprio per questo meritevole di attenzione.
Leggere aiuta a codificare le emozioni, ci fa esercitare con personaggi e vicende che troviamo nei libri. Lo studio ha provato che il cervello dei lettori abituali è più stimolato quando si tratta di immaginarsi delle scene a partire dall’ascolto di poche frasi.
Fate più domande, ascoltate senza interrompere e incoraggiate gli altri a fare altrettanto con voi. Chiamate le persone con il loro nome è un modo per farli sentire presenti, per coinvolgerli con tutto il loro essere e confidare loro che siamo pronti a accettarli nella loro completezza.
È normale al giorno d’oggi essere un po’ egoisti senza rendercene conto, preoccupati solo ed esclusivamente dei nostri problemi e di noi stessi. Questo atteggiamento, però, ci conduce verso la direzione opposta a quella dell’empatia.
L’empatia è una grande caratteristica e bisogna valorizzarla come tale.
Quando qualcuno mostra empatia nei nostri confronti, dobbiamo riconoscerlo apprezzarlo e quando qualcuno ha bisogno di noi, dobbiamo essere in grado di sviluppare questa meravigliosa capacità al massimo per poter aiutarlo, il che comporta sempre una grande soddisfazione.