Come è nata l’idea di questa mostra? Un incontro fortuito fra Arturo Galansino (Direttore Generale, Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze) e Serena Tabacchi (Direttrice MoCDA, Museo d’arte digitale contemporanea) ha dato ai due lo spunto di organizzare una mostra per rendere di pubblico dominio un importante cambiamento nel mondo dell’Arte Contemporanea. Inaugurata il 18 maggio alla Strozzina e nel cortile di Palazzo Strozzi, termina il 31 luglio.
Vi si incontrano installazioni digitali ed esperienze multimediali di artisti che esprimono le nuove poliedriche ricerche della Crypto Art, basata sull’ autenticazione di un’opera digitale con i certificati NFT , non-fungible token, che stanno ridefinendo i concetti di unicità e valore di un’opera d’arte. Essa viene corredata di un certificato che attesta l'autenticità, l'unicità e la proprietà dell’oggetto digitale. Gli NFT vengono attribuiti a molti degli aspetti della produzione artistica, quali un'immagine, un video, una canzone. Perfino un tweet!
Oltre al succitato Refik Anadol, possiamo vedere le opere di artisti internazionali quali Anyma, Daniel Arsham, Beeple, Krista Kim e Andrés Reisinger. Artisti che fino a pochi anni fa venivano apprezzati esclusivamente sui social. Si propone uno sguardo su un movimento in piena evoluzione e trasformazione, che per molti costituisce solo il punto di partenza per una sempre più accelerata commistione tra estetica e nuove tecnologie, una rivoluzione per tutto il mondo dell’arte, digitale e non solo. Let's Get Digital! è aperta fino al 31 luglio tutti i giorni compresi i festivi, dalle 10.00 alle 20.00 e tutti i giovedì fino alle 23.00.
L’installazione site specific per il cortile di Palazzo Strozzi di Refik Anadol(Turchia, 1985), è intitolata Machine Hallucination- Renaissance dreams. L’autore è partito da un dataset di migliaia di dipinti realizzati fra il XIV e il XVII secolo. Attraverso la AI l’artista elabora i dati per visualizzare come potrebbero apparire tutti insieme questi dipinti nella mente di una macchina. Un nuovo punto di vista sull’arte del passato. La materia che scorre sinuosa, sembra voler uscire dalla cornice, poi si riprende risalendo simile ad un boa costrictor, dà l’idea della lava, ma i molti colori la fanno sembrare tessuti fatti al telaio. A tratti assume la texture della paglia, e vorticosamente muta forma e colore con una forza che ti ipnotizza. Quando ti risvegli rivedi il cortile di Palazzo Strozzi che questa opera digitale occupa con prepotenza in altezza(è alta 9 metri,i due piani del Palazzo), mentre la larghezza è una delle quattro facce laterali del cubo di vuoto del cortile.
E’ quindi un quadro che conserva , rispetto a quelli tradizionali, solo la cornice. Le dimensioni e il continuo cambiar di forma ne fanno un’opera di frontiera fra reale e digitale.
Gli altri autori propongono le loro opere e installazioni immersive nelle sale della Strozzina. Beeple (Mike Winkelmann, USA, 1981) è forse il più ironico. Tratta temi in cui unisce politica, cultura pop e irriverenti riferimenti all’attualità, inseriti in scenari distopici o post apocalittici; Daniel Arsham (USA, 1980) riflette sull’idea di scultura attraverso la creazione di loop temporali in cui materialità e immaterialità si uniscono in una continua e perpetua trasformazione e distruzione; Krista Kim (Canada) invita a entrare in un mondo di geometrie e riflessi impossibili, uno spazio immersivo di immagini distopiche e rassicuranti allo stesso tempo. A questi si affiancano Andrés Reisinger (Argentina, 1990) con l’opera Arcadia, realizzata in collaborazione con la poetessa Arch Hades e il compositore RAC, in cui poesia, suono e immagini si fondono in un’esperienza meditativa che ci invita a riflettere sulle nostre routine quotidiane e sull’uso dei social media. La sala occupata da questa opera trasmette visioni rasserenanti, realizzate contro ogni legge fisica, che suscitano stupore con ironia. Totalmente diversa l’opera del collettivo Anyma (Matteo Millari e Alessio De Vecchi, Italia) che durante iconcerti live sperimenta gli effetti dell’intersezione tra musica e visual performance. L’opera site specific che ne risulta è composta di immagini fredde come l’acciaio di cui è fatta Eva, rappresentante di un cambiamento che subirebbero gli umani, trasformandosi in angeli asessuati.
“Confermando la sua ambizione di unire avanguardia e tradizione, ricerca e divulgazione, Palazzo Strozzi propone un progetto unico nel panorama culturale italiano” afferma Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione “Let’s Get Digital nasce con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico all’evoluzione più recente dell’arte digitale, ormai riconosciuta a livello globale dal sistema contemporaneo” afferma Serena Tabacchi. “L’arte del futuro incontra il digitale come materia prediletta per l’espressione creativa. Ci aspetta una declinazione infinita di possibilità. Il meglio deve ancora arrivare”.