Momento di semina che ci ricorda l’arrivo della primavera: la terra si risveglia ed è il momento di fare pulizia dentro casa: un mese mutevole dalla luce, alle temperature, alle energie. È tempo di uscire dalla tana, di relazionarsi, di coltivare e creare, con calma e serenità, basta iniziare. Verde: cambio le tende dello studio, allineo i colori con quelli della stagione: nero, viola, bianco e verde. L’aria che voglio sa di rosmarino: ottimo tonico per riuscire nelle fasi di adattamento, ordine e pulizia su tutti i piani, fisico, emozionale ed energetico.
La proprietà che ambisco è il consolidamento del mio Essere: l’inverno ha generato un passaggio terapeutico non da poco. Mi immergo in una nebulosa di rosmarino per aiutare la mente ad aprirsi, a rimanere in ascolto.
Sta arrivando una persona. In tutta la sua forza e testardaggine, entra gioiosa, vestita della sua solita semplicità, capelli da sistemare, trucco semplice, quasi visibile, pelle fresca.
Finalmente i cappotti più leggeri e le sciarpe più colorate, i cappelli e guanti non si usano più spesso: raggiante nella sua energia, annusa l’aria di rosmarino e mi dice che lo usa come decotto quando ha il raffreddore ed io le rispondo che è un ottimo rimedio così e può essere utilizzato per accrescere capacità mnemoniche e per aprire la mente.
È tardo pomeriggio e finalmente le giornate iniziano ad allungarsi, c’è quella di primavera che ancora si mescola al fresco delle montagne e i primi fiori che spuntano.
Noi so voi, ma le stagioni di passaggio sono affascinanti: è come se ci fosse qualcosa di nuovo alle porte, il corpo ha voglia di uscire, di fare, di creare, l’animo ancora ritorna davanti alla stufa perché la sera è ancora fresca. Un misto tra indecisione e frizzante armonia.
Cosa vorrà trattare questa creatura oggi? “Cosa mi porti oggi”? Si è già distesa comoda sulla poltrona dondolante del mio studio appena rimesso a nuovo. “Desidero sbloccare i miei progetti”. Bene che il viaggio abbia inizio. Olio essenziale di incenso.
Tante idee, tante cose abbozzate, iniziate e poi tralasciate, alcuni fallimenti, altri forse: ordine, ci vuole ordine. Il messaggio che si rimanda all’Universo deve essere chiaro per poter ricevere chiarezza: la focalizzazione sui dettagli, la perseveranza nell’immaginare di vivere ciò che si desidera vedere realizzato in futuro, sono una delle chiavi per accorgersi, effettivamente, che la realtà è divenuta proprio come l’avevamo immaginata.
E questo si realizza prima nelle nostre cellule che captano di continuo messaggi, scambi di informazioni, interagiscono con tutti i nostri sistemi, da quello più fisico e biologico, a quello più emotivo: la risultante sarà sempre quella di una polarizzazione verso o contro quell’input.
E ci vuole costanza e perseveranza, disciplina e tenacia. Non me ne vogliate, ma dico sempre che “il cervello è tanto prezioso, affascinante e inesplorato quanto stupido e abitudinario”. Ama lo zucchero e se l’input dello zucchero diventa abitudine, noi avremo sempre maggiore necessità di zucchero.
E quindi perché non inserire altri dati e farli diventare abitudine? Non parlo del “pensiero positivo”, quello è effimero del momento, bisogna abituarlo con tenacia a nuovi schemi, nuove mappe. Come abbiamo le mappe mentali limitanti, possiamo creare quelli rispondenti alla realtà che desideriamo.
Le luci si abbassano, lampada di sale e lavoriamo con il respiro, l’immedesimazione, la percezione di sé in quel dato contesto, una forma di bioenergetica modificata con tecniche di kinesiologia emozionale e punti riflessi.
È più difficile a scriverlo che a viverlo di persona.
Osservo il suo corpo entrare in contatto con sé, un sé che si lascia andare in fiducia, quasi mi commuovo ogni volta che comprendo il dono che ricevo del suo affidarsi. Il respiro si placa come il battito cardiaco rallenta, ogni tanto ha uno scatto di riflessi e comprendo che le porte dell’ascolto si sono aperte.
Calma, in pace, rilassata. Pesante.
Lei è presente, il corpo lo percepisce appena e voglio che sia così. Segue le mie parole, parole che arrivano e non sono pre-impostate, input nuovi che vanno a minare le vecchie mappe mentali che si è costruita per sostituirle con altre, più in linea con i suoi obiettivi.
È un gioco di immagini e di sensazioni che la invito a provare ora. Come se stesse già vivendo quella situazione che tanto desidera. E sorride. Costruisce un po' alla volta la scena come se fosse reale. Le cellule nervose non hanno la sensazione del tempo: rispondono ad un input e il tempo è il presente. Se dovessimo rimanere legati ad una sensazione passata negativa è certo che riusciremmo a provarla ancora nel presente.
Il tempo lo decidi tu, con intenzione, perseveranza, metodo. Un metodo utilizzato come la risultante di punti neurologici e neuro linfatici riflessi, punti che arrivano diretti al cervello emozionale cambiando radicalmente l’approcciarsi alla vita. Basta saper cosa mettere in circuito.
Il risultato è sorprendente, cambia persino colore di pelle e a livello energetico la percepisco più leggera. Svolazzante mi ringrazia, come sempre le do i “compiti per casa” e rifaremo un altro viaggio per creare quella “nuova abitudine”, a breve per un refreezing della nuova modalità.
E tu come ti senti se immagini di essere già calata/o nel tuo progetto, sogno? Come ti senti? Dove vanno le sensazioni? Lo so si sta bene!