Un articolo pubblicato sulla rivista Nature riporta uno studio che offre prove dell'influenza dello scioglimento dei ghiacciai nell'emisfero settentrionale sui cambiamenti in Antartide. Un team di ricercatori coordinato dalla canadese McGill University ha usato assieme modelli riguardanti i ghiacciai e i livelli globali dei mari per mostrare che le dinamiche dei ghiacciai antartici sono amplificate dalla salita dei livelli dei mari nell'emisfero settentrionale. Questi risultati sono stati ottenuti tenendo conto partendo dalla storia passata dell'evoluzione climatica e aiuterà a capire i cambiamenti futuri.
Natalya Gomez della McGill University, autrice principale di questa ricerca, ha spiegato che i ghiacciai polari non sono solo grossi blocchi statici di ghiaccio ma si evolvono in una serie di scale temporali diverse e sono in uno stato di costante mutamento, con i ghiacci che si espandono e si ritraggono a seconda del clima e dei livelli dei ghiacci circostanti. Le nevicate aumentano il ghiaccio sulle cime ma successivamente si allargano sotto il loro stesso peso e le loro estremità possono finire negli oceani quando si frammentano in iceberg.
L'Antartide è un continente vero e proprio perciò i ghiacciai in genere non sono a contatto con gli oceani circostante o sulle coste possono essere solo in parte immersi nell'acqua. Quando un iceberg si stacca dalla calotta ghiacciata scivola nell'acqua, contribuendo a innalzare i livelli marini. A ciò si aggiunge lo scioglimento di una parte dei ghiacci sul continente durante l'estate. Per valutare i meccanismi dei cambiamenti nei ghiacciai antartici a lungo termine, nel corso di migliaia di anni, i ricercatori hanno usato modelli basati su tracce geologiche, cioè sedimenti sui fondi oceanici vicini all'Antartide e tracce delle antiche coste.
L'indagine è partita dall'analisi dei dati relativi alla calotta antartica, che ha mostrato una notevole variabilità nel corso dei millenni. L'ultima glaciazione e la sua fine hanno avuto un'influenza notevole ma ci sono anche altri processi in atto. Per capire meglio questa variabilità, i ricercatori hanno usato anche un modello dei livelli marini globali che ha mostrato che le influenze sulla calotta antartica arrivano anche dall'emisfero settentrionale.
Le informazioni geologiche raccolte hanno permesso di creare sofisticate simulazioni simultanee dei cambiamenti nei livelli dei mari e nelle dinamiche dei ghiacci in entrambi gli emisferi nel corso degli ultimi 40.000 anni. Ciò ha permesso di comprendere l'influenza dei fattori climatici sui ghiacciai a livello globale.
Dopo aver esaminato i risultati delle simulazioni, i ricercatori hanno concluso che i cambiamenti avvenuti negli ultimi 20.000 anni nei ghiacci dei due emisferi possono essere spiegati solo con un'influenza reciproca. Questo fenomeno è evidente anche in tempi recenti. In parole molto semplici, le simulazioni mostrano che nel corso degli ultimi decenni la crescita dei livelli dei mari dovuta allo scioglimento dei ghiacci nell'emisfero settentrionale ha avuto conseguenze negative anche sulla calotta antartica.
Questo studio mostra quanto certi fenomeni abbiano un'influenza globale e come la Terra sia un sistema interconnesso dal punto di vista climatico e non solo. Per studiare fenomeni di questo tipo servono modelli sofisticati che mettono assieme diversi processi con una quantità di dati adeguata per ricostruirli.
I risultati di questo studio potranno aiutare a capire cosa potrebbe succedere nel futuro. La combinazione dei modelli e il loro perfezionamento potrebbe permettere di ottenere proiezioni per il futuro simulando la possibile evoluzione delle calotte polari. Il problema dello scioglimento dei ghiacciai è globale e, ad esempio, recentemente sono arrivate nuove notizie preoccupanti sulla perdita dei ghiacciai alpini; ma le calotte polari costituiscono di gran lunga la maggior parte del ghiaccio presente sulla Terra e la loro riduzione è quella che ha gli effetti maggiori.
Molti studi sono già stati fatti su entrambe le calotte polari e ogni progresso può aiutare a capire meglio i cambiamenti in corso. È importante che i risultati vengano sfruttati per trovare e applicare soluzioni che pongano rimedio a danni che si ripercuoteranno pesantemente sulla vita degli esseri umani.