L’utilizzo sempre più diffuso di sistemi intelligenti, in grado di apprendere e di decidere, dischiude nuove entusiasmanti frontiere ma nel contempo muta radicalmente la relazione tra l’uomo e la tecnologia.
Per dirla con Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia ed etica dell’informazione, le nuove tecnologie digitali sono divenute forze ambientali, antropologiche, sociali ed interpretative1.
Il comune cittadino, entrato nel nuovo mondo con i semplici PC e smartphone, si è trovato immerso in un Medium Elettronico che controlla e influenza ogni suo atto senza che egli ne abbia piena consapevolezza: dagli algoritmi che guidano e registrano ogni suo passo nel web, ai dispositivi telematici di controllo e di monitoraggio a distanza (non solo per usi medici), ai robot e soprattutto ai sistemi di Intelligenza Artificiale basati sulle reti neurali e sul deep learning, autonomi ed impenetrabili per gli stessi esperti… il cosiddetto modello blackbox (scatola nera).
Si è sviluppata una nuova generazione di sistemi capaci di superare le capacità umane in determinati domini o in compiti specifici e di imparare dalle loro stesse esperienze per svolgere azioni spesso non contemplate dai progettisti. Come affermato da J. Kaplan, non è più vero che “i computer fanno solo quello che sono programmati a fare”2.
Il processo di digitalizzazione della medicina avanza con travolgente energia: perfino l’austero e rigoroso NHS (National Health Service) inglese ne è stato influenzato, visto che da alcuni anni utilizza il sistema Babylon come primo livello diagnostico automatizzato. L'Intelligenza Artificiale è già in grado di effettuare diagnosi e prognosi basandosi su una semplice immagine radiologica o su una sola foto di un preparato istologico. In ambito psicoterapeutico sono già in funzione avatar che competono con gli umani nella terapia dei problemi psichici.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense sta attivamente facilitando l’introduzione di device basati sull’IA nel mercato della salute3.
L’alta marea digitale, il cosiddetto datanami, tsunami dei dati, per dimensione e complessità sta dunque sommergendo la millenaria medicina ippocratica senza avere fornito prove che ciò possa significare un reale e duraturo progresso. La rivoluzione digitale sta peraltro modificando anche i paradigmi culturali, epistemologici, etici della società.
A tale proposito, Eric Topol4 citando Joseph Schumpeter, famoso economista austriaco, parla di “distruzione creativa”, in riferimento alla trasformazione che in genere accompagna le grandi innovazioni.
Il passaggio di ere coincide, per uno degli imprevedibili giochi della storia, con il passaggio del testimone dalle generazioni dei medici nati nel decennio dopoguerra (i cosiddetti babyboomer) ai giovani trentenni d’oggi, professionalmente preparati, motivati, a volte agguerriti, ma forse non pienamente consapevoli che la travolgente marea digitale li sta spingendo verso nuovi, ignoti, affascinanti ma insidiosi lidi.
Sta cambiando tutto, dunque, non solo intorno a noi, ma anche dentro di noi: se vogliamo evitare di essere trasportati chissà dove da questa impetuosa marea dobbiamo utilizzare tutte le nostre conoscenze ed i nostri strumenti cognitivi non certo per respingere, ma per valutare criticamente ogni innovazione digitale, cogliendone le indiscusse potenzialità, ma anche individuandone le possibili o probabili ricadute negative5.
Note
1 Floridi L. La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2017.
2 Kaplan J. Intelligenza Artificiale. Guida al futuro prossimo. LUISS, Roma, 2017.
3 Tirrell M. FDA moves to encourage AI in medicine, drug development. CNBC 018.
4 Topol E. The creative destruction of Medicine. How the Digital Revolution Will Create Better Health Care.
5 Cfr. Collecchia G, De Gobbi R. Intelligenza Artificiale e medicina digitale: un guida critica. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2020, dove si spiega cos’è l’Intelligenza Artificiale, massima espressione della medicina digitale, le sue enormi potenzialità ma anche le problematiche che solleva, i suoi limiti e anche i rischi del suo utilizzo su vasta scala.