Nell’articolo precedente ho parlato dell’amore che provoca l’innamoramento e non viceversa. Quando ciò avviene siamo di fronte ad un amore che in ogni suo aspetto, fisico, mentale e dell’anima trascende e non scende. Va oltre per farci conoscere l’estasi dell’Amore Divino che diventa la via Imperiale verso la porta della trascendenza per farci incontrare Dio.
Come dice Papa Bergoglio “il piacere arriva direttamente da Dio ed è semplicemente divino”. Venerare il tempio dell’amore significa fondere le vibrazioni che dal corpo fisico nascono stimolati dall’amore che le trasforma in eros. Questo “piacere” può capitare per diverse ragioni che lo neghiamo scambiandolo per qualcosa di negativo, di peccaminoso, di sporco… perché così ce lo hanno sempre fatto immaginare. Ma se è vero come è vero che il “piacere”, il fare l’amore arriva direttamente da Dio allora è entrare in risonanza con la parte divina dell’altro che provoca l’estasi. La possiamo definire come l’illuminazione che fa brillare il nostro tempio e fa esplodere la Scintilla Divina per l’inimmaginabile che è quella parte di noi inesplorata. È proprio questa parte di noi che talvolta teniamo oscurata anche a noi stessi che invece tiene celato l’inimmaginabile che dobbiamo esplorare facendo l’amore. Il corpo diventa il veicolo per raggiungere l’estasi per sperimentare la vibrazione dell’amore e divenire un’unica cosa con essa.
È il tempio dell’Amore che contiene, al centro della grande navata, l’esistenza del Creatore di tutto ciò che È! Bisogna solo lasciare che l’amore che ci ha fatto innamorare ci insegni a farlo per andare oltre i confini dei confini. Entrare dentro la profonda conoscenza olfattiva, tattile, visiva, uditiva, gustativa. Occorre entrare dentro l’esperienza consapevole del nutrire i corpi per liberarli dai veli che li appesantiscono e non ci fanno volare. Lasciare che il respiro trasporti dentro l’odore dell’amore fino a raggiungere ogni parte di noi. Sarà l’incenso che si diffonderà dentro il tempio per rendere grazie a Dio. Accarezzarsi per tutto il tempo con le mani, con lo sguardo, con il respiro ed ogni altra parte di noi. Sarà la vibrazione che, partendo dal tatto, si propagherà in ogni sentire epidermico fino ad avvertire che il calore corporeo è un’unica cosa con chi amiamo. Che non esiste più separazione fra i corpi ma che sono dolcemente diventati un’unica cosa nell’abbraccio dell’amore dove si può comprendere tutto. Guardarsi con quella delicatezza che solo uno sguardo innamorato può tramutare in contemplazione. Perdersi dentro quello sguardo che ti fa leggere la favola che sta aspettando di essere vivificata. Udire quel linguaggio prima sconosciuto sussurrato da labbra che si schiudono e penetrano dentro con l’espressione silenziosa dell’amore. Assaporare il nettare di loto che inizia a sgorgare dai suoi piedi di loto per iniziare ad accedere al tempio e avviare la risalita della via Imperiale lungo le colonne del tempio per giungere al centro dell’esistenza. Entrare dentro il tempio con l’anima, con tutto l’essere noi presenti all'interno della vibrazione dell’amore.
Si fluisce, si diventa eterei, si entra dentro il non pensiero e si assisterà alla creazione di una nuova realtà. Non si tocca più un corpo ma l’anima. Sarà l’anima a penetrare l’una nel corpo dell’altro. Verrà accolta dentro gli orizzonti degli eventi e saprai che nulla della razionalità potrà alterare quello stato estatico che per la prima volta inizierai a conoscere e dal quale non vorrai più andare via. Avrai oltrepassato il confine dei confini oltre il quale conoscerai il Divino presso un altro essere umano. In quel momento comprenderai che, come dice il Buddha: “Ci sono due errori che si possono fare nel cammino verso il vero: non andare fino in fondo e non iniziare”.
Il vero è sperimentare l’amore. E l’amore disse:
…continuerai ancora fino alla fine… per non commettere questo errore… è solo lì che potrò trovarti…