È ufficiale. Luca Giordano. Dalla Natura alla Pittura, da Napoli a Madrid, da Firenze a Venezia, la mostra ideata dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger insieme a Christopher Leribault, direttore del Petit Palais di Parigi e a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello riapre in autunno, dall’8 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021. L’esposizione del più grande pittore del Seicento napoletano ha già ottenuto il pieno consenso di critica e di pubblico nell’edizione parigina al Petit Palais che si è svolta tra novembre 2019 e febbraio 2020. E, nell’attesa dell’apertura reale in sala Causa al Museo e Real Bosco di Capodimonte, il sito web del museo ha anticipato un’inaugurazione virtuale di uno spettacolare racconto per immagini che ha tutti i carismi per incantare i prossimi visitatori. “Giordano reinventa il barocco romano in una versione aggressiva e come scatenata: Rubens, Cortona e Bernini stanno sempre alle spalle. Ma si capisce che per saltar meglio ha preso la rincorsa lunga scegliendosi, tra i maestri, Tiziano e Veronese. E fu una miccia veloce: giovane e già ricco, la sua fama aveva oltrepassato i confini del Vicereame sbaragliando la concorrenza in alcuni dei mercati più competitivi del paese”, chiarisce il curatore Stefano Causa, docente di Storia dell'Arte Moderna e Contemporanea all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. E nel sottolineare la sua grandezza, aggiunge: “Giordano è il più grande pittore napoletano del ‘6oo, oltre che il più prolifico. A Napoli è il primo a liquidare gli eroici furori della pittura caravaggesca con una scrittura spregiudicata e colorata”.
Per il direttore Sylvain Bellenger “Con Giordano si tratta di materia, di virtuosità, con Luca il mondo è visto dal punto di vista dell’arte pittorica”. E svelando l’estensione dell’esposizione spiega: “ Si sa bene che gli storici dell’arte finiscono sempre per assomigliare un po’ agli artisti di cui si occupano: per capire meglio Giordano, un pittore caratterizzato in primo luogo dal virtuosismo, Stefano Causa curatore della mostra insieme a Patrizia Piscitello s’è fatto lui stesso virtuoso, ha saputo ricollocare la particolarità del grande pittore e anche pensarlo nel contesto delle chiese napoletane, poiché in fondo è a Napoli e soprattutto nello spazio delle architetture barocche, più ancora che nei musei, che Giordano si mostra in tutta la sua dimensione e dà prova del mestiere e della visione che porterà fino in Spagna, con i rapimenti trionfanti e gioiosi che rendono il monastero dell’Escorial un luogo un po’ meno austero”. Il percorso museale si delinea nelle parole del curatore: “Negli spazi della sala Causa che sta dentro e, insieme, fuori del circuito di Capodimonte sarà possibile ristudiare capolavori provenienti dalla pinacoteca stessa, insieme a opere di raccolte italiane ed europee. Giordano si vedrà documentato nelle fasi salienti ma, questa volta, non ballerà da solo. Per familiarizzarsi con il suo linguaggio proteiforme è bene documentare il passo di alcuni suoi maestri, dei compagni di strada e dei contemporanei che provarono a eguagliarne lo stile o, più saggiamente, se ne distanziarono. Alcuni dei più vividi riflessi di Giordano si ritroveranno in artisti a lui affini, ma che sperimentarono tecniche diverse: dalla pittura su vetro alle ceramiche alle nature morte”.
Per Stefano Causa è fondamentale un confronto tra Giordano e Caravaggio. “Certo, in queste stagioni di rinnovato entusiasmo per il Caravaggio, un’esposizione dedicata al barocco si presenta nei termini di una sfida. Mentre Caravaggio non ha disegnato (non nel senso accademico del termine), e men che mai affrescato; Giordano è autore di alcuni dei fogli più strepitosi del ‘6oo oltre ad aver dipinto, letteralmente, chilometri di affresco. E non è finita. Mentre Caravaggio ha il diavolo in corpo del vero e procede dalla pittura alla natura; Giordano fa il percorso inverso. La Pittura gli interessa mille volte di più. D’altronde, mentre Caravaggio era ciò che si dice un cattivo ragazzo; Giordano è un integerrimo padre di famiglia. Per viaggiare viaggiò: ma spinto dall’odore dei soldi. Gli spostamenti di Caravaggio disegnano l’itinerario di un fuggiasco; quelli di Giordano sono un modello di strategia autopromozionale. I panni dell’artista maledetto gli avrebbero solo rallentato il passo”. E la grandezza di Luca Giordano non si concentra solo negli spazi del museo “Chiunque si cimenti in una mostra su Giordano a Napoli sa che la vera mostra di Giordano è Napoli con i dipinti e gli affreschi suoi: dalle chiese del centro alla collina del Vomero dove, nella Certosa di San Martino, si dispiega il finale di partita tutto settecentesco del pittore. Consapevoli di questo abbiamo cercato di costruire una possibile ouverture; una sorta di invito al viaggio. E potremo dire di essere riusciti nell’intento solo se, una volta fuori della mostra, il visitatore curioso indossasse scarpe comode e, in giro per Napoli, andasse in cerca del suo barocco. Come una promessa di felicità”. A spasso tra il virtuosismo barocco di Giordano, tra drappeggi surreali, affascinante realismo aneddotico e imitazione della realtà fino al trompe-l’œil.