L’esposizione presenta un’ampia selezione delle opere di Vincenzo Gemito appartenenti alla Collezione Minozzi, acquistata nel 2013, composta da trecentosettantacinque pezzi tra disegni, sculture, bronzi, terrecotte e marmi, nonché alcuni esemplari in argento, che saranno sistemati negli spazi al piano nobile del palazzo adiacenti alla Sala della Culla nell’Appartamento Reale, dove sarà riproposto l’allestimento originario del Salotto Minozzi, con i disegni esposti nella boiserie progettata dal collezionista insieme all’artista.
La preziosa raccolta è stata riunita, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, da Achille Minozzi, illuminato imprenditore napoletano, vicino all’artista, che ha protetto e sostenuto, salvando da probabile distruzione studi, schizzi, disegni, sculture.
La ricca collezione grafica, una sorta di diario su carta dell’intero percorso creativo di Vincenzo Gemito, mette in luce la dimensione privata dell’artista, rivelandone la propensione al ritratto e le tortuose problematiche vissute tra pensiero, progettazione e opera finita.
L’allestimento ripercorre l’intera esperienza artistica di Gemito: dal ritratto in terracotta di Maria la Zingara (1881 ca.), a quelli in bronzo di Domenico Morelli (1873), Giuseppe Verdi (1873 ca.) e Mariano Fortuny (1874), alle opere ispirate al mondo classico, come la Psiche, dall’esemplare del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Filosofo e la maschera di Alessandro Magno. Infine, una selezione di disegni relativi ai temi più noti della produzione di Gemito, come il Pescatore, l’Acquaiolo, l’Arciere, oltre ad alcuni schizzi per il famoso Trionfo da tavola che il re Umberto I di Savoia gli commissionò proprio per Capodimonte, il cui bozzetto in cera è esposto in una sala della sezione Ottocento a Capodimonte.