RIBOT è lieta di presentare Chute, una serie di opere inedite, caratterizzate da forme apparentemente domestiche, da contorni sinuosi e dall’uso di colori vivaci, realizzate per l’occasione dall’artista Olivia Bax (Singapore, 1988, vive e lavora a Londra).
In mostra le sculture sono appese al soffitto, alle pareti della galleria, oppure più cano- nicamente appoggiate al pavimento, così da creare un’atmosfera particolare, che av- volge lo spettatore e che lo proietta in un mondo che consente di esplorare allo stesso tempo la solidità e la fragilità.
Si tratta di opere dotate di un’armatura in alluminio, poi coperta di cartapesta colorata, sono apparentemente pesanti ma le contraddistingue un’insospettabile leggerezza. Spesso, come racconta l’artista stessa, nascono da schizzi a matita, disegni che non hanno però alcun valore programmatico, anzi sono libere espressioni di pura creatività, che dallo spazio circoscritto del foglio si tramutano in strutture metalliche sviluppate nell’ambiente, mantenendo lo stesso spirito ma non necessariamente lo stesso aspetto. Guardando questi lavori è possibile riconoscere alcune forme familiari, archetipi ricor- renti nella pratica dell’artista. Ogni scultura vive e si regge su un attentissimo equilibrio tra pieno e vuoto, forme concave, riconducibili a tasche, vasi o contenitori in genere, si alternano a linee più minimali e snelle. Oltre a svelarci una certa preoccupazione forma- le, insita in ogni scultore, questi elementi contrastanti conferiscono alle opere un valore emotivo forte che avvicina lo spettatore, idealmente lo accoglie e lo nasconde nelle sue forme più chiuse, ma poi gli svela anche la sua storia, mostrando le parti più concrete e funzionali, i raccordi, i sistemi con cui si regge a parete, o si appoggia a terra. Questo continuo slittamento tra elementi e valori opposti è rievocato anche dal valore semanti- co del titolo della mostra, Chute, che in inglese ha diversi e contrastanti significati, può essere infatti tradotto come scivolo, ma anche come paracadute o imbragatura.
I valori e i riferimenti che si leggono nelle sculture più grandi si riscontrano anche nello Special project che Olivia Bax ha realizzato: otto piccoli trofei, tutti diversi tra loro, rea- lizzati in peltro “in purezza” o associato all’utilizzo di cartapesta blu. La fusione della lega metallica, il gocciolamento nello stampo, e la successiva solidificazione rimandano ancora all’idea di scivolamento, ma anche alla materia che cambia e che acquista forme nuove e riconoscibili.
Olivia Bax (Singapore, 1988, vive e lavora a Londra). Ha studiato presso diversi college a Londra tra cui la Slade School of Fine Art, University College (2016). Sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive presso: Lily Brooke Gallery, Londra, 2018; Saatchi Gallery, Londra, 2018 e 2015; Christian Larsen Gallery, Stoccolma, 2017; Academy of Visual Arts, HKBU, Hong Kong, 2017; Royal Academy of Arts, Londra, 2016. Tra i premi: Mark Tanner Sculpture Award, Londra, 2019; Kenneth Armitage Young Sculptor Prize, Londra, 2016.