Ribot è lieta di presentare la prima personale in Italia di Marco Reichert (Berlino, 1979): una selezione di opere recenti in cui le tecniche della pittura tradizionale convivono con gli strumenti della tecnologia digitale.
Il titolo della mostra In Comparison è un omaggio all’omonima opera cinematografica del regista Harun Farocki (1944-2014), nella quale viene indagata, attraverso la produzione di mattoni, l’automazione del lavoro sia nelle società rurali, come le comunità africane dove i mattoni vengono prodotti a mano dall’uomo, sia in quelle industrializzate tipiche del mondo occidentale dove il lavoro è compiuto dalle macchine.
La ricerca stilistica di Reichert infatti mettere a confronto due aspetti: da una parte una metodologia pittorica classica, legata ai materiali e a un fare in senso tradizionale, dall’altra una componente prettamente tecnico-digitale che, attraverso la costruzione di “strumenti fatti in casa” come macchine pittoriche e robot disegnatori realizzati dall’artista stesso, crea un forte legame con la società contemporanea sempre più dominata dalla presenza di strumentazione meccanica e computer.
In una relazione osmotica con le macchine da lui concepite ed assemblate, Reichert interviene sulla superficie del quadro tracciando disegni e campiture di colore astratte e lineari, fluide e organiche. Un processo creativo in cui il dispositivo diviene il mezzo per raggiungere dei risultati visivi che diversamente non sarebbero possibili. L’artista si fonde con i suoi congegni, le sue dita scorrono su touchscreen, la sua mano controlla un joystick alla ricerca di strutture e segni innovativi e sorprendenti.
Nelle tele di grande formato esposte in mostra, si evidenzia il dialogo dicotomico tra i tocchi spontanei ad inchiostro o acrilico, l’uso dello spray, le pennellate nate dal libero arbitrio dell’artista e forme più geometriche, calcolate, dal ritmo regolare, linee che abitano la superficie dell’opera e che ci appaiono nel tratto quasi meccaniche poiché ottenute dall’utilizzo di media digitali.
Dalla medesima ricerca, nasce lo special project realizzato dall’artista in occasione della mostra. Una serie limitata di opere, otto esemplari su carta, diversi l’uno dall’altro, che Reichert realizza tramite la manipolazione del paper clay, un impasto di argilla e fibre di cellulosa che, ancora una volta, connette il mondo digitale con la fisicità e corporeità della materia.
Marco Reichert (Berlino, 1979 ) vive e lavora a Berlino. Ha studiato pittura alla Kunsthochschule Berlin Weißensee di Berlino e tecnologie dell’informazione alla Humboldt-University, Berlino. Sue mostre personali e collettive si sono tenute presso prestigiose istituzioni e gallerie internazionali, fra queste: Kunstverein Weinheim, Collection Baumgärtner, Weinheim (2014); Herbert-Gerisch Stiftung, Neumünster (2014); Georg Kolbe Museum, Berlino (2011); Freies Museum Berlin, Berlino (2010); Künstlerhaus Bethanien, Berlino (2009) e molte altre.