Il nostro ecosistema ha chiesto aiuto e le istituzioni si sono mobilitate per trovare soluzioni meno inquinanti, a basso impatto ambientale e che utilizzino energie alternative.
La mobilità sostenibile rientra nelle misure messe in atto per un futuro prossimo: si basa sull’uso di tecnologie avanzate che possano sfruttare al meglio le risorse disponibili mantenendo basso l'impatto ambientale.
Cos’è la mobilità sostenibile
Mobilità sostenibile vuol dire ripensare il modo di intendere gli spostamenti, il proprio rapporto con l'auto, il rapporto tra la strada ed il tessuto urbano: la tecnologia può essere il motore trainante del cambiamento in grado di fornire nuovi strumenti che cambieranno le abitudini della società e il loro approccio alla collettività.
La Commissione Europea ha così descritto il concetto di sostenibilità: “Relazionarsi ad uno sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie”.
La sostenibilità è una nuova forma mentis che, nel nome del risparmio energetico e della responsabilità sociale, ci indirizza verso comportamenti più consapevoli anche nell’uso dei veicoli per lo spostamento di merci e persone.
Nel caso della mobilità, il concetto di sostenibilità vuol dire riorganizzare l’intero sistema degli spostamenti … come?
- Riducendo il traffico e l’inquinamento
- Migliorando gli spostamenti in tutte le aree urbane
- Utilizzando strumenti intelligenti di analisi e monitoraggio del traffico e dell’aria
- Riducendo le emissioni di CO2
- Realizzando nuovi modelli di mobilità che possano ridurre l’impatto dei trasporti sulla vita e sugli ambienti sociali
Mobilità elettrica
L’auto elettrica può rappresentare una risposta per realizzare un nuovo modo di spostarsi che va oltre la semplice riduzione di CO2 nell’atmosfera. La mobilità elettrica è un modo nuovo di pensare all’auto e fa breccia soprattutto in utenti culturalmente pronti a questo salto di mentalità.
Sharing e tecnologia
Uno dei modi più intelligenti per evitare lo spreco delle risorse è la condivisione delle risorse stesse: car sharing e car pooling sono due realtà che si sono affacciate alla vita cittadina grazie all’intuito di piccole startup. La condivisione nel mondo della mobilità è qualcosa di nuovo e di fortemente radicato nel concetto di rete.
Car sharing, car pooling e tutte le modalità di condivisione dell’automobile hanno il proprio fondamento nella tecnologia. Senza le nuove tecnologie il car sharing non sarebbe possibile e il car pooling sarebbe soltanto un’idea priva di concretezza.
La tecnologia consente infatti di prenotare un’auto dal cellulare, consente di pagare online grazie ad una password, consente di collegarsi da remoto e nel frattempo permette all’ente erogatore del servizio di monitorare il traffico, identificare gli utenti, personalizzare i servizi.
La tecnologia abilita, comprime spazi e tempi all’interno di dispositivi a basso costo ed apre pertanto scenari prima d’ora inesistenti.
La mobilità del futuro: esempi green
In Norvegia il governo sta pensando di istituire un’intera flotta di navi elettriche inserendo questo progetto nel Green Coastal Shipping Programme. Il piano istituzionale ha previsto di rendere la navigazione dei fiordi sostenibile per tutti i tipi di natante dai pescherecci alle navi container, dai traghetti turistici ai rimorchiatori. Da qualche anno è già operativo il progetto di Ampère, un traghetto del tutto elettrico realizzato grazie al bando per la mobilità sostenibile ideato dal Ministero dei Trasporti norvegese per collegare le città di Lavik e Oppedal, nel Sognefjord. Progettato e costruito dal cantiere Fjellstrand, Ampère affronta il tragitto tre le due sponde 34 volte al giorno trasportando 360 passeggeri e 120 veicoli.
Oslo è stata definita la città più elettrica d’Europa. Qui e in tutta la Norvegia il numero delle auto elettriche è molto elevato grazie soprattutto agli sgravi fiscali per chi acquista un’auto elettrica e grazie all’implementazione di una rete di ricarica. Solo in città ci sono 4.000 colonnine di ricarica. Inoltre, il successo di mobilità elettrica ha portato le istituzioni ad investire sulla rete stradale predisponendo aree di circolazione per i veicoli elettrici e corsie preferenziali.
La Cina è esempio di come il traffico caotico possa coinvolgere intere megalopoli. Pechino, ad esempio, è ricoperta completamente da fumo e smog con giganteschi ingorghi di automobili. Ed è proprio a Pechino che è stato presentato il primo progetto del Transit Explore Bus (Teb), un veicolo su rotaie, rialzato da terra, che sembra una galleria in movimento e passa sopra le auto a una velocità che può raggiungere i 60 km/h. Ogni megabus può trasportare fino a 1.400 persone, sostituendo 40 autobus convenzionali, dispone di tempi più brevi per la messa in opera e costa un quinto rispetto a una metropolitana tradizionale.
Mobilità sostenibile in Italia
Bruxelles ha stanziato 71 milioni di euro destinati all’Italia per i lavori alla rete viaria e per lo sviluppo di tecnologie atte alla diffusione del nuovo concetto di mobilità.
Il finanziamento è stato erogato tramite il Connecting Europe Facility (Cef) uno strumento finanziario che ha come obiettivo quello di promuovere la crescita e l’occupazione dei Paesi dell’Eurozona attraverso investimenti infrastrutturali mirati a livello europeo.
I 71 milioni di cui usufruirà l’Italia fanno parte di un investimento che prevede la messa in ballo di circa 700 milioni complessivi per la creazione di infrastrutture di trasporto sostenibili e innovative in Europa. Sono sei progetti italiani sulla mobilità sostenibile che rientrano fra i 49 finanziati dall’Unione Europea.
Come verranno utilizzati i 71 milioni?
- Modernizzazione della gestione del traffico aereo
- Sviluppo di progetti innovativi e nuove tecnologie per i trasporti
- Potenziamento della rete ferroviaria, dei collegamenti marittimi e dei porti e vie navigabili interne
- Promozione di carburanti innovativi per i trasporti
- Sviluppo di un trasporto pubblico a zero emissioni
- Sviluppo di car sharing e servizi di condivisione
- Realizzazione di nuova rete viarie, pedonale e ciclopedonale per la mobilità dolce
Piano della mobilità dolce
Sono più di 80 i progetti per le città già finanziati da parte del ministero dell’Ambiente in partnership con le Regioni e i Comuni. Si tratta di progetti che fanno parte di un più ampio ‘Piano generale della mobilità ciclistica’. Oltre 500 milioni di euro saranno destinati alla realizzazione di piste ciclabili, bike sharing e ciclovie extraurbane per puntare sulla mobilità sostenibile, a zero emissioni, dal Nord al Sud dell’Italia.
Vento: la ciclabile che unisce Torino a Venezia
Esempio di mobilità dolce è la pista ciclopedonale Vento, il progetto che costeggia il fiume Po e attraversa tutta la Pianura Padana. Lunga 679 km porta da Venezia a Torino passando da Milano, per poi proseguire oltralpe. È per l’Italia è il primo esempio di investimento in mobilità alternativa.
La ciclovia Vento è stata progettata da un team di architetti del Politecnico di Milano e ha un costo complessivo per la realizzazione di euro 80 milioni: la spesa è suddivisa tra tutti gli enti pubblici che ne usufruiranno ovvero Stato, Regioni (sono 4), Province (12) e i molti comuni interessati dal progetto.
Obiettivo della ciclabile Vento
Obiettivo del progetto realizzare non una semplice ciclabile ma un bene al servizio di tutti i Comuni che vengono attraversati. Vento è un’opera che può portare grandi vantaggi economici favorendo l’economia di tutti i territori, anche piccoli comuni, che si trovano sulle rive del Po, oltre ad essere un progetto in linea con le nuove richieste di mobilità sostenibile e turismo ecocompatibile.
Per inserire la ciclabile in un contesto di mobilità europea, il progetto è stato pensato ben collegato al centro di una capillare rete di trasporto pubblico.
La pista Vento fa infatti parte di una ben più lunga ciclabile che da Torino arriva a Nizza, che unisce Verona e il Brennero e che si collega anche alle tante piste che costeggiano i grandi fiumi Ticino, Adda, Mincio, Secchia.
Una ciclabile unirà l’Europa
Tra gli obiettivi del progetto anche quello di incrementare il turismo in Italia: la ciclovia attraversa, infatti, città d’arte e piccoli comuni, aree protette e territori di grande valore storico.
Le città toccate da Vento sono Venezia, Ferrara, Mantova, Milano, Torino e Milano, che si raggiunge attraverso il Naviglio Pavese.