È arrivato il momento di riscoprire il concetto di umanità. Il recente Convegno Human, che l’Associazione culturale Est Modus ha tenuto, con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, presso la Casa della Psicologia in Piazza Castello a Milano, è stato centrale nel fare il punto su un tema che non è mai stato così attuale.
L’essere umano ha, infatti, la necessità di riscoprire le basi, naturali e fisiologiche, della sua presenza nel mondo e della relazione sociale civile. Umanità è quella condizione che ci permette di relazionarci con gli altri e di contribuire al vivere personale e sociale.
Oggi più che mai questo concetto sembra frenato, ostacolato e messo continuamente in forse da meccanismi di chiusura, da messaggi che, al di là degli intenti iniziali, sortiscono l’effetto pericoloso di fomentare l’odio e la rivalità tra gli esseri umani e tra i popoli. Pertanto, oggi più che mai è necessario che proprio dagli psicologi, cioè da coloro che trattano e curano i meccanismi psichici individuali e sociali, parta un messaggio di attenzione a quello che è un bisogno di base, cioè il bisogno di socializzare, di aprirsi all’altro.
Tornare ad essere “umani” significa riscoprire due elementi cardine: l’empatia e l’equilibrio.
L’empatia è quella capacità di capire, di leggere e di sentire le emozioni che prova un altro. Empatia è, come diceva il micropsicoanalista Nicola Peluffo, “contemporaneità di desiderio”.
Grazie all’empatia, che è parte del bagaglio emotivo innato di qualunque bambino, noi riusciamo a immedesimarci in un’altra persona, in un popolo, in una condizione sociale con la quale veniamo in contatto. Grazie all’empatia riusciamo a decidere che cosa è giusto fare in una determinata situazione. Questa caratteristica, che come si è detto è innata e bagaglio di chiunque, si alimenta con il rinforzo e con l’esempio delle figure adulte di riferimento. Compito importante alla base di quella che viene chiamata “educazione civica” è di rinforzare, alimentare, sostenere nel bambino tale caratteristica e capacità.
Dobbiamo dire “bravo” al bambino che compie un gesto altruistico verso chi è in difficoltà, dobbiamo dare l’esempio comportandoci in maniera empatica verso gli altri, rispettando sempre e comunque l’altro, orientando al meglio i comportamenti, insegnando con i fatti ciò che eticamente è corretto.
L’altro cardine dell’umanità è l’equilibrio, concetto sottolineato nel suo lavoro e nei suoi scritti da Roberto Fagioli, medico olistico. L’equilibrio è una condizione non soltanto psichica ma complessiva; essa riguarda, infatti, la situazione energetica, posturale, occlusale, emotiva, sensoriale, organica dell’uomo. Con un equilibrio non ottimale, l’uomo non è al massimo delle sue potenzialità, per cui anche dal punto di vista psicologico non riesce ad essere completamente obiettivo, sereno, per l’appunto “equilibrato”.
Ma questo concetto può essere esteso anche all’organismo società: al pari di qualsiasi organismo, infatti, anche la società può attraversare periodi, fasi storiche, in cui prevale la chiusura, la rigidità, l’incomprensione, la mancanza di empatia, il disinteresse per l’altro, l’imposizione. In queste situazioni la società non è in equilibrio, dunque, non può funzionare al meglio, non avendo piena lucidità nelle scelte e nelle decisioni strategiche, comprese quelle di politica internazionale.
Gli psicologi debbono segnalare questo problema, è loro compito spingere le persone a tutelare, proteggere e mantenere le basi del rispetto umano della nostra società, soprattutto laddove essi rilevino che l’empatia e l’equilibrio non vengono sostenuti.
Ritorniamo ad essere “esseri umani”, ritorniamo ai valori sociali di base che tengono in piedi il mondo: comportiamoci con rispetto e con umanità.
E pretendiamo di vivere in una società umana, che segua i princìpi etici di empatia, di equilibrio, di rispetto per le persone e per l’ambiente.