La ceramica italiana del XX secolo può vantare un primato nel contesto europeo e mondiale sia per la quantità delle espressioni, sia per i livelli qualitativi ottenuti. Nel corso del secolo scorso l'arte della ceramica si è emancipata da un ruolo minore e ha guadagnato un posto paritario ad altre forme di espressione artistica. A questo decisivo passaggio hanno concorso ceramisti, architetti e artisti i cui contributi si sono voluti evidenziare collocando nel percorso espositivo anche opere pittoriche e scultoree di riferimento a testimonianza della labilità di confini che, oggi soprattutto, non appaiono più plausibili. Inoltre, va rimarcato il fatto che relativamente a significative tendenze quali l'Art Nouveau, il Futurismo e l'Informale, ad esempio, la ceramica ha contribuito in modi talmente alti da meritare a pieno titolo un inserimento nella storia dell'arte moderna.
La Sezione Italia Novecento, in un'area di circa 2.000 metri quadrati, ospita oltre novecento ceramiche d'arte: una selezione operata nelle raccolte del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, che - solo relativamente al secolo scorso - possono vantare oltre 10.000 opere. L'Italia e Faenza - inglobata in questa sezione - hanno significato molto per la storia della ceramica moderna e contemporanea e in questa sezione sarà possibile avere una visione di ampio spettro di quanto realizzato da ceramisti e da artisti che con questo materiale si sono espressi: dagli splendori Art Nouveau di Galileo Chini fino alle perfezioni esecutive di Bertozzi e Casoni degli anni Duemila. A raccontare gli sviluppi di questa arte sono, tra le altre, le opere di Arturo Martini, Gio Ponti, Tullio D'Albissola, Angelo Biancini, Nanni Valentini, Lucio Fontana, Carlo Zauli. Una novità è costituita dalla presenza anche di opere pittoriche e scultoree (in marmo o bronzo) relativamente a quegli artisti che, pur dedicandosi alla ceramica, hanno raggiunto riconoscibilità e affermazione con altri mezzi espressivi. Un modo per sottolineare quelle relazioni e quei rapporti che la ceramica ha tessuto con i più generali movimenti dell'arte tout court e in cui è oggi, finalmente, inserita a pieno titolo.