L'Associazione Teatroantico è felice di presentare alla Casa del Cinema di Roma un omaggio a una delle attrici più famose della storia del cinema: Vivien Leigh. Attraverso foto, locandine, fotobuste, manifesti, brochure, libri e riviste la mostra Aspettando Via col vento…Vivien Leigh (10 dicembre 2018 – 10 gennaio 2019), curata da Giulio D’Ascenzo e Elisabetta Centore, ripercorrerà la carriera teatrale e cinematografica della diva hollywoodiana con una sezione dedicata alla realizzazione di Via col vento, capolavoro che compirà 80 anni nel 2019.
Nella sua trentennale carriera Vivien Leigh fu un’attrice prolifica non solo nel cinema ma anche e soprattutto nel teatro dove venne diretta più volte dal secondo marito Laurence Olivier. E’ a teatro che interpreta ruoli molto differenti, che vanno dalle eroine delle commedie di Noël Coward e George Bernard Shaw, a quelle delle tragedie shakespeariane anche se il suo volto sarà per sempre legato a Rossella O'Hara, la protagonista di Via col vento con cui si aggiudicò uno dei dieci Oscar vinti dal film.
Affascinata dalla lettura di Via col vento, popolare romanzo di Margaret Mitchell, nel febbraio 1938 Vivien chiese al suo agente americano di segnalarla al produttore David O. Selznick, che stava preparando una riduzione cinematografica dell'opera e che aveva organizzato un'imponente campagna pubblicitaria per trovare l'interprete adatta al ruolo della protagonista Rossella O'Hara.
Vivien Leigh arrivò sul set il 10 dicembre 1938, mentre avvenivano le primissime riprese del film, ovvero l'incendio della città di Atlanta, e venne presentata a David O'Selznick e al regista George Cukor. Il produttore rimase entusiasta della bellezza di Vivien Leigh, del suo temperamento e della vitalità con cui affrontò i provini. L'attrice sbaragliò la concorrenza delle ultime tre candidate che ancora ambivano al ruolo dell'indomita Rossella (Paulette Goddard, Jean Arthur e Joan Bennett), e dopo pochi giorni ottenne la parte, iniziando a lavorare con impegno e determinazione per modificare il proprio accento inglese.
Le riprese del film furono molto lunghe ed estenuanti, soprattutto dopo che il regista George Cukor venne sostituito da Victor Fleming, con il quale sia Vivien Leigh che la partner Olivia de Havilland ebbero frequenti discussioni, al punto che entrambe le attrici si rivolsero più volte di nascosto a Cukor, nei fine settimana o addirittura di notte, per ricevere consigli e suggerimenti sulle loro rispettive interpretazioni. Vivien Leigh fece comunque amicizia, oltre che con Olivia de Havilland, anche con Leslie Howard mentre litigò spesso con Clark Gable nonostante le intense scene che i due girarono insieme (l’attrice riuscì addirittura a tagliare alcune scene in cui avrebbe dovuto baciare Rehett Butler).
Nel 1941 girò, insieme a Laurence Olivier, Il grande ammiraglio una delle tante pellicole che Hollywood realizzò con l'obiettivo di spingere il pubblico americano a un sentimento pro-britannico. Il film, in cui Olivier e Leigh interpretarono i ruoli di Horatio Nelson e della sua amante Emma Hamilton, ebbe grande successo al punto che Winston Churchill ne organizzò una proiezione privata durante una festa cui partecipò anche Franklin Delano Roosevelt.
Nel 1945,dopo una parentesi teatrale, l'attrice tornò a recitare sul grande schermo con le pellicole Cesare e Cleopatra (1945) e Anna Karenina (1948).
Nel 1949 ottenne a teatro la parte di Blanche Dubois in Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams e, dopo 326 repliche, venne scritturata per interpretare Blanche anche nella versione cinematografica, accanto a Marlon Brando, con il quale stringerà un buon rapporto professionale, grazie al suo irriverente e talvolta piccante senso dell'umorismo. Vivien ebbe invece frequenti dissapori con il regista Elia Kazan, al punto che egli riconoscerà pubblicamente il suo effettivo talento di attrice solo verso la fine delle riprese.
L'intensa e memorabile interpretazione di Blanche procurò all'attrice il secondo Premio Oscar e altri prestigiosi riconoscimenti, ma anche un morboso e inscindibile legame con il suo personaggio, che la condusse lentamente nel baratro della follia.