Un viaggio nella Cina di oggi attraverso quattro modelli di cinema molto diversi tra loro. E’ la proposta della nuova rassegna Dalla Cina con furore curata dal Direttore della Casa del Cinema Giorgio Gosetti, Francesca Nigro e Lorenza Micarelli in programma dall’1 al 4 ottobre. Le quattro pellicole scelte fotografano l’attualità della produzione cinese d’autore, particolarmente attenta e disponibile nell’usare il genere come strumento per narrare la contemporaneità.
Quando si parla di cinema cinese si hanno subito riferimenti diversi e contraddittori rispetto a quella che oggi sta diventando la prima potenza mondiale dell’audiovisivo in termini di schermi, pubblico, risorse e investimenti. Alle spalle ormai definitivamente c’è il cinema di propaganda che, in tempi di nazionalismo maoista e di rivoluzione culturale, era destinato solo al mercato interno con sempre meno favore popolare. Si è per molto tempo celebrato la rinascita di una “nouvelle vague” creativa, la famosa Quinta Generazione dei dissidenti, da Zhang Yimou a Chen Kaige fino a Ning Ying. In parallelo, nella “colonia” Hong Kong fiorisce il grande cinema dei generi dopo la stagione di Bruce Lee e del kung fu, con personalità come Tsui Hark, John Woo, Wong Kar-Wai, fino a Johnnie To e Andrew Lau. Infine arriva l’ora di Jia Zhang-Ke e di una nuova libertà creativa nella Cina continentale che, di fatto, ha assorbito anche i fermenti innovativi di Hong Kong e molte voci originali cresciute a Taiwan.
Questa trasformazione passa, caso raro nei regimi, per un genere come il thriller (o il noir) poco apprezzati dalla censura ufficiale. Sono storie di vendetta, rabbia, crimine e riscatto che mettono insieme la critica sociale e lo spettacolo puro; sono registi che hanno ben presenti i modelli occidentali, talvolta li citano, ma con una purezza e un’originalità di sguardo apprezzata in tutto il mondo. Film premiati in tutto il mondo, distribuiti anche in Italia (e per questo ringraziamo di cuore gli aventi diritto che ci hanno permesso questa “riscoperta”), ma capaci di sorprendere, divertire, emozionare.
“Ciascuno di questi capolavori – dice Giorgio Gosetti – ha un segno particolare: Jia Zhang-Ke affronta di petto le contraddizioni della società cinese attuale con una denuncia-manifesto che passa per la rabbia esplosiva di tre personaggi emblematici; Johnnie To rende omaggio al suo maestro Jean-Pierre Melville con una dolorosa “chase” sul filo della memoria affidata all’ultima, grande apparizione sullo schermo di Johnny Hallyday; Tsui Hark si conferma come il tycoon dell’epica avventurosa rileggendo a modo suo il cinema popolare dei tempi di Mao; il più giovane Yinan Diao firma il primo, autentico noir prodotto nella Cina del nuovo leader Xi Jinping. Sono quattro assi di una cultura che si apre oggi al mondo e che ne racconta tutta la potenza espressiva. Al centro delle loro storie ci sono donne assassine, poliziotti coraggiosi, killer nostalgici, femmes fatales, minatori oppressi, banditi senza futuro. In comune hanno però una fragilità nascosta e un’umanità dolente che li rende eroi e vittime dei nostri tempi”.