Esistono da sempre persone particolarmente egocentriche, che amano mostrare il più possibile agli altri le cose che fanno, i pregi che le caratterizzano, i successi che ottengono... questo si sa, è sempre stato così e non c’è da giudicare: ognuno è fatto com’è fatto.
Certo, poi si arriva all’apice: vale a dire chi, pur di avere qualcosa per cui pavoneggiarsi, se la inventa, o esalta aspetti non veri di accadimenti reali ma non così “fantastici” come vorrebbe far credere. Hai presente, ad esempio, chi ti dice (o scrive): “Oggi farò una meravigliosa sorpresa alla mia nonnina che poverina è sempre sola e che amo da impazzire, perché voglio dimostrarle tutto il mio affetto e perché le persone anziane sono delicate e importanti e non devono essere abbandonate”… e poi non solo non accade nulla di meraviglioso; ma la nonnina in questione è trattata allo stesso modo di sempre.
Perché allora dichiarare una cosa del genere? Semplicemente per apparire “il nipote più bravo di sempre”... Forse ti verrà da sorridere; ma ti assicuro che quest’esempio è molto meno estremo e irreale di quanto accada normalmente. I social hanno reso questo atteggiamento ancora più dilagante: adesso su Facebook, Instagram, Twitter, ecc., molti sembrano “super-star” pronte a camminare sul red carpet alla notte degli Oscar, o modelle/i con selfie iper ritoccati per aggiustare ogni minima imperfezione; altri diventano improvvisati filosofi di vita, o sottospecie di “santoni” che sostengono di aver scoperto l’essenza della verità di questo mondo; altri ancora si ergono sul loro trespolo per giudicare cose, persone, accadimenti di qualsivoglia natura ed esprimere il loro inesorabile e indiscutibile parere spesso disprezzando il resto. Perché questa mania di apparire?
Attenzione, perché se le foto sono belle, condividere un pensiero o una riflessione che abbia un significato reale può essere utile, raccontare qualcosa che ci ha colpito è divertente… come al solito si tratta di uno strumento del nostro essere “animali sociali” e fin qui non c’è nulla di male. Il fatto è che ogni strumento non è buono o cattivo in sé; ma è come viene usato che fa la differenza. Ritengo sia triste quando una persona preferisca mostrare che essere. Significa che per lui/lei, il suo “essere” non è abbastanza… e mi riferisco a tutti coloro che condividono frasi, pensieri, immagini, racconti solo ed esclusivamente per far vedere al mondo quanto sono in gamba e quanto valgono!
C’è in questo caso un’enorme insicurezza di fondo, una necessità di approvazione che va oltre l’amor proprio e se poco poco provi a dirlo alla persona direttamente interessata, negherà con forza una verità che è evidente oltre ogni sua parola. Non c’è sempre malafede: spesso alcuni non se ne rendono neanche conto. Sia chiaro: il mio non è un attacco ai social, che io stessa uso – anche se in realtà in misura minore della media – e che ritengo siano strumenti utili e spesso anche divertenti; la mia attenzione si posa oggi su chi dedica molto più tempo ad apparire rispetto ad essere ciò che vorrebbe ostentare. Serve energia e dedizione alla crescita personale per dare il meglio di sé nei confronti di se stessi e delle persone che si conoscono e non tutti hanno voglia di migliorarsi sul serio.
Penso però che invece di scrivere un post, o di andare a raccontare in giro, ciò che si vorrebbe fare di “super fantastico” in ogni ambito della propria vita, sarebbe più utile e senza dubbio più prezioso per chiunque, cercare di capire come farlo sul serio e impegnarsi per realizzare quel proposito… e non solo: una volta realizzato, gustarselo appieno e non pensare subito di mettersi sul palcoscenico ed esibirlo agli altri.
Insomma, ogni tanto servirebbe più sostanza e meno forma.