In occasione di Pitti Uomo 94 la prestigiosa scuola di Moda Polimoda inaugura una nuova sede nella Manifattura Tabacchi. È il terzo campus, dopo Villa Favard e Design Lab di Scandicci, un’operazione di restyling del complesso edilizio di tipo industriale costruito nel 1940 e abbandonato da quasi due decenni. Il concept del Polimoda Fashion Show 2018 è “Separate Collection”, un gioco di parole fra Collezione e Raccolta differenziata, che ci dice della volontà di dare nuova vita all’usato, non solo riferito ai luoghi, ma anche agli abiti.
La creazione di due importanti mostre per questa edizione estiva del Salone Pitti Uomo ha il duplice scopo di accogliere adeguatamente i visitatori di tutto il mondo che confluiscono a Firenze in occasione di Pitti Uomo, ma anche di far conoscere agli abitanti di Firenze episodi di storia gloriosa e sconosciuta della Toscana. Scopriamo, grazie a Elegance of speed, la mostra inaugurata l’11 giugno, vigilia dell’apertura di Pitti Uomo 94, che la Toscana, dalla fine dell’800, è una terra di appassionati automobilisti, di gare di velocità, di famosi piloti, di costruttori di auto (a Firenze Barsanti e Matteucci avevano ideato il primo motore a scoppio brevettandolo nel 1853), di creatori di eleganti carrozzerie e di concorsi di eleganza, in un connubio fra auto e moda, dal momento che nel dopoguerra le due industrie si sviluppavano in contemporanea.
Nel giugno del 1948, nel Giardino di Boboli di Palazzo Pitti, si tiene il Concorso d’Eleganza per Automobili, primo di una lunga serie.Tutto questo è documentato in 90 scatti dell’Archivio Foto Locchi, l’ossatura di questa mostra, cui si aggiungono alcuni cimeli, come caschi e tute, insieme a un bolide che Ferrari costruì per il figlio Piero nelle Officine di Maranello. Da una sala all’altra, si vede come le auto diventino uno status symbol: il guidatore è sempre in compagnia di una bella donna, ed entrambi sono eleganti, con abiti non certo casual, ma che richiamano con raffinatezza attività sportive. Di tutt’altro tono sono le foto dei piloti, seguitissimi da due ali di folla nelle loro spericolate corse che attraversavano il centro dei paesi, con pericoli reali per i numerosi fan. I piloti erano sempre provati dalla gara, in tuta o maglietta, e interessati a ben altro che all’eleganza. Una monografia edita da Gruppo Editoriale ci racconta del manipolo di reporter che lavoravano per Foto Locchi, una vera e propria bottega d’arte, dove è nato quello che solo più tardi è stato battezzato Fotogiornalismo. Nello stesso giorno si è aperta anche Fanatic Feelings - Fashion plays football , mostra curata da Markus Ebner, fondatore dei fashion magazine tedeschi Achtung Mode e Sepp Football Fashion e dal critico d'arte contemporanea Francesco Bonami.
Per la ben nota attrazione generale per il mondo del calcio, si è ricercato quali risvolti questo abbia sulla moda maschile e sulla costruzione dell’immaginario maschile. I mondiali di calcio alle porte hanno evocato una moda ispirata ai paesi dell’Est Europa. Da molti anni è in atto un’interazione fra i due mondi di designer che creano le divise delle squadre o le intere collezioni ispirate all’abbigliamento calcistico, e calciatori siedono nelle front row delle sfilate o sono richiesti dagli sponsor come modelli. Possiamo ammirare disegni di Karl Lagerfeld e di Hiroshi Tanabe - uno dei più importanti fashion illustrator contemporanei - che ritraggono celebri calciatori, e foto degli archivi di Sepp Football Fashion, dal 2002 al 2018, con immagini selezionate da Francesco Bonami, con protagonisti come Kaka, Edison Cavani, Jérôme Boateng o Mesut Özil.
Ancora, nel percorso espositivo, una speciale sezione Street Style vede protagonisti personaggi come David Beckham, Neymar e Franck Ribéry, e il loro daywear. L’Italia calcistica si racconta con la Maglia Azzurra, protagonista di gigantografie che mettono in evidenza il cambio di colore e di texture nel corso degli anni. La preview della mostra Fanatic Feelings è un dono agli invitati dell’esclusiva cena del CFMI, tenutasi nel chiostro grande di S. Maria Novella, dove il presidente Cavicchi riconoscendo l’importanza della stampa per la penetrazione della Moda italiana in sempre nuovi mercati, ha voluto premiare Eva Desiderio, come simbolo di giornalismo impegnato da anni nel far conoscere le eccellenze italiane in un settore di anno in anno sempre più competitivo.
L’unione tra sartoriale e sportswear sta avvenendo e non solo in campo calcistico. Facciamo un quadro sulle ricerche in questo campo nei vari settori della Fiera di quest’anno. L’universo dell’outdoor è oggetto di ricerca da parte di parecchi nuovi marchi classici, il progetto speciale athlovers, lanciato per esprimere la nascita di collezioni athletic-minded, non è semplicemente lifestyle, ma la più sofisticata selezione di brand per interpretare la nuova dimensione del vivere moderno attraverso un concept raffinato di athleisure. Anche il progetto al Padiglione Cavaniglia è nato per spostare in avanti i confini della definizione di sportswear. In primo piano, uno stile crossover che lega in modo creativo i modi del vivere urbano all’abbigliamento tecnico degli sport autentici. Pitti Uomo presenta I go out, il nuovo progetto che interpreta il trend contemporaneo dell’outdoor style. Urban Panorama, invece, dà voce alla grinta della metropoli, al suo stile. Il denim vive con le sue infinite interpretazioni. Un territorio aperto a chi ha sete di libertà, ama spostarsi in bici e indossare capi etnici. Parola d’ordine, sovrapporre e mixare forme, materiali e stili.
Alla sala della Ronda circa 30 aziende da tutto il mondo fanno una proposta trasversale tra abbigliamento, accessori e oggetti per la vita all’aperto, capaci di dialogare con il contesto metropolitano e la moda di ricerca. Prodotti innovativi che uniscono stile e performance, funzionalità e ambizione progettuale, adatti a chi ama la natura, ma anche oggetti che riguardano il viaggio e la fotografia.
In altre location, in questa occasione, domina la creatività. A cominciare da Palazzo Davanzati, dove ha avuto luogo una live performance, dal titolo RenaisSense, il rinascimento dei sensi. La performance coinvolge quattro sensi: attraverso profumi, gesti, musica e tessuti viene stimolata la suggestione degli spettatori, riportando alla mente ricordi ancestrali, artigianali e gli odori delle botteghe. Coinvolge uno spettatore per volta per 60 secondi, fino a un massimo di 60 spettatori. La performance è frutto del lavoro degli studenti IED Firenze guidati dal designer Moreno Ferrari e riunisce realtà artigianali e manifatturiere toscane. Verrà completata e ampiamente spiegata nelle sue ricadute sul mondo artigiano entro la fine dell’anno. Super Duper Hats, brand giovane premiato da Pitti Immagine per Who’s on next? nel 2013, continua a portare in fiera freschezza e originalità, oltre a una comprovata capacità professionale. A Pitti Uomo 94 invitava i visitatori a portare in fiera un cappello mal ridotto, promettendone il restauro. Abbiamo così visto rinascere cappelli con una stiratura sapiente sulla forma o dopo uno spiritoso rammendo colorato dei buchi delle tarme sul feltro.
Dodici Instagrammer provenienti da tre continenti diversi (Europa, Asia e America) raccontano la loro vita, cultura e stile nelle diverse parti del mondo con un unico elemento comune: un accessorio de Il Bisonte. Questo progetto, firmato Il Bisonte, cult brand fiorentino con più di 40 anni di storia, si traduce in una serie di belle foto originalissime presentate in questa edizione di Pitti Uomo. Il sodalizio tra Pitti Immagine e MINI dura dal 2015, su basi comuni di passione, innovazione, ricerca creativa. Anche in questa edizione dà vita a un progetto di collaborazione speciale tra MINI e The Woolmark Company, realizzato da quattro designer emergenti internazionali, Liam Hodges (Regno Unito), STAFFONLY (Cina), PH5 (Stati Uniti) e Rike Feurstein (Germania), che hanno tradotto le loro storie di viaggio in prodotti di moda contemporanei fatti di lana. Indubbia l’originalità, ma alcuni accessori fatti a mano risultano, per i nostri gusti, grossolani.
Terminiamo con la notizia che il premio Pitti Immagine Uomo 2018 va a Bagutta, per aver saputo innestare nuove strategie di mercato atte a rinnovare la tradizione sartoriale iniziata nel 1975, nel segno della fedeltà e della coerenza con l’identità originaria.