La Galleria Eduardo Secci è lieta di presentare Fictions, una mostra incentrata sui lavori di due artisti, l’americano Richard Dupont e l’australiano Michael Staniak, curata da Domenico de Chirico. Fictions mira a esaminare il concetto di enfasi che si dipana nel momento in cui un’immagine tradizionale entra a far parte di un contesto digitale, con particolare interesse per la mediazione che si verifica quando un’opera è scientificamente documentata, esaminata e diffusa tramite tecnologie digitali. Richard Dupont e Michael Staniak sono entrambi profondamente coinvolti nella questione della verità; tra la cancellazione della verità in quanto tale e rivelazione di un nuovo codice estetico sempre in corso di definizione, a seconda delle infinte possibilità che una costellazione virtuale può offrire.
Questa mostra vedrà il debutto di una nuova serie di lavori da parte di Richard Dupont, sviluppati nel corso dell’ultimo anno. Ponendo delle tele grezze in infusione con sostanze chimiche, utilizzate principalmente nella cianotipia, ed esponendole alla luce del sole, le opere acquisiscono profonde tonalità bluastre dovute a una reazione chimica subita dalle tele sensibilizzate. Il risultato finale è un ibrido tra pittura e fotografia, che incorpora dei significati reconditi metafisici in cui la presenza e l’assenza di un’immagine convergono in maniera simultanea.
La mostra sarà composta da una sala centrale, dove saranno esibite quattro nuove grandi opere intitolate “Untitled Drawing c. 1953”, le quali hanno come punto di partenza il lavoro proto-concettuale “Erased de Kooning Drawing” di Robert Rauschenberg. È la visibilità stessa ad essere presa in esame in questi nuovi ibridi tra pittura e fotografia. Durante le sue ricerche per la realizzazione di questa nuova serie, Dupont si è imbattuto in una scansione a infrarossi di “Erased de Kooning Drawing”, creata dal Dipartimento di conservazione dell’Elise s. Haas al SF MOMA. La scansione rivela alcuni aspetti di ciò che era stato cancellato. La rievocazione del disegno invisibile riformula l’atto stesso della cancellazione tramite il processo della scansione. Dupont ha prima scaricato quest’immagine, poi vi ha lavorato al fine di ricostruire attraverso vari tentativi i segni cancellati. Non è ben chiaro quali elementi di questi nuovi lavori siano effettivamente riconducibili a segni compiuti da De Kooning e quali, invece, siano manipolazioni digitali di Dupont. Il file digitale elaborato dalla scansione offusca ulteriormente il radicale non gesto di Rauschenberg, poiché la cancellatura stessa è cancellata e sostituita da un codice digitale infinitamente corruttibile.
I nuovi dipinti di Michael Staniak, tutti intitolati con l’acronimo “HDF”, sono un’estensione della ricerca dell’artista sugli effetti dei media digitali sulla produzione e la visione della pittura. Nell’impiego di diversi materiali, tra cui un composto per la colata personalizzato e vernici acriliche, nel tempo si formano strati con una trama propria, dovuta sia a movimenti delle dita sia all’utilizzo di attrezzi casuali dello studio. Le superfici risultanti sono una raccolta di un procedimento di pittura organico, e sono poi sottoposte a una lenta aerografia, ottenendo così un effetto trompe-l’œil. Questo permette di appiattire le movenze e produrre un’immagine che appare essere stata mediata digitalmente. Le lettere HDF sono l’acronimo di Hierarchical Data Format, un’estensione di file digitali utilizzata principalmente per salvare raccolte d’immagini e dati satellitari, consentendo di estrarre molteplici punti d’informazione da una singola immagine digitale. Questo riflette il modo in cui noi osserviamo il mondo tramite una lente digitale mediata, dove, molto spesso, le verità che si celano dietro un’immagine possono essere rivelate tramite l’impiego di nuove tecnologie. Allo stesso tempo, lo schermo può intralciare la nostra comprensione della realtà fisica; ci poniamo dubbi sul valore veritiero delle immagini modificate, che, spesso, possono avere l’effetto di appiattimento sul soggetto fisico. I dipinti di Staniak sono dimostrazioni di entrambi i fenomeni – i suoi gesti sono elevati da colori saturi oppure contrastati da un monocromo facsimile; eppure, i gesti stessi sono nascosti e rivelati solo tramite gli strati della pittura dei dati visivi appiattiti da un procedimento che fa apparire i lavori più digitali.
Richard Dupont (New York, 1968) è un artista americano che realizza le sue opere sfruttando una varietà di media, tra cui sculture, installazioni, pitture e incisioni. Ha frequentato la Princeton University, dove si è laureato presso il Dipartimento di Visual Art, Art and Archeology. I suoi lavori hanno preso parte a mostre presso numerosi musei, tra cui The Museum of Contemporary Art San Diego; The Cleveland Museum of Art; The Museum of Arts and Design (MAD), NewYork; The Powerhouse Museum, Sydney, Australia; The Queens Museum, New York; e The Underground Museum, Los Angeles. Dupont ha presentato alcuni principali progetti scultorei a New York presso la Lever House (2008) e a Columbus Circle (2013-2014), in associazione con The Museum of Arts and Design. I suoi lavori sono inclusi in molte collezioni museali, tra le altre si ricordano: The Museum of Modern Art (MoMA), The Whitney Museum of American Art, The Museum of Fine Arts Boston, The Brooklyn Museum, The Hammer Museum, The Yale University Art Gallery, The San Francisco Museum of Modern Art, e la New York Public Library Print Collection. Nel 2014, Dupont ha ricevuto il riconoscimento Museum of Arts and Design’s Visionary Award.
Michael Staniak (Melbourne, 1982) è un artista australiano; ha ottenuto un BFA e un MFA presso il Victorian College of the Arts, Melbourne, così come anche un BA in Digital Media Communications presso la Middle Tennessee State University. È stato protagonista di mostre personali presso il Contemporary Art Museum, St. Louis; Annarumma Gallery, Napoli; Station Gallery, Melbourne; and Steve Turner, Los Angeles. I suoi lavori sono stati esibiti in mostre collettive al progetto Moving Museum’s Istanbul, al Centro Cultural Sao Paulo e alla Kunsthalle Vienna. Nel 2017, il Contemporary Art Museum di St. Louis ha pubblicato una monografia dei suoi lavori, intitolata IMG_, che è stata poi riportata in numerose pubblicazioni, tra cui Artforum, Flashart Italy, Vault Australia e Leap Beijing. Nel 2018 terrà una mostra permanente presso Fogo Island Arts, Canada.