Nell'ambito delle iniziative promosse in occasione del decennale della scomparsa di Giuseppe Chiari, sabato 2 dicembre 2017, dalle ore 11 alle 23, a Firenze e Prato, avrà luogo la mostra PentaChiari - cinque gallerie d'arte celebrano simultaneamente l'opera di Giuseppe Chiari, a cura di Bruno Corà. Le Galleria promotrici dell'evento sono: Galleria Santo Ficara, Firenze; Frittelli Arte Contemporanea, Firenze; Armanda Gori Arte, Prato; Galleria Il Ponte, Firenze; Tornabuoni Arte, Firenze.
Un'assidua e condivisa esperienza espositiva di queste gallerie d'arte con Giuseppe Chiari e la sua opera ha suscitato in loro la volontà di ricordare l'artista e l'amico con una serie di opere – oltre cento – che, per diversità cronologica, poetica e morfologica, danno conto dell'azione proteiforme di un artista, tra i maggiori in Europa, attivo sui fronti della musica, della performance, della pittura e della scultura, nonché della teoria artistica ed estetica, pressoché unico esponente italiano dello storico movimento Fluxus. Ogni galleria mette in mostra un nucleo particolare di opere diverse di Chiari, che consentiranno di giungere a conoscere un repertorio considerevole del suo lavoro.
Com'è noto, Chiari, dopo aver fatto studi di ingegneria interessandosi alla matematica, dirige ogni suo interesse verso l'arte, l'architettura, la letteratura, lo spettacolo e soprattutto la musica. Appassionato di Jazz, nel 1947 crea un gruppo di amici del Jazz, studia privatamente pianoforte e inizia a comporre sono degli anni '50 i suoi Intervalli. Successivamente, a partire dal 1961, con il compositore Pietro Grossi, istituisce a Firenze l'associazione Vita Musicale Contemporanea. Nel 1962 idea con Sylvano Bussotti la manifestazione Musica e Segno, presentata a Roma presso la Galleria Numero e a Buffalo negli USA presso il Creative and Performing Art Center. Di quell'anno le sue prime composizioni musicali basate su segni e parole scritte.
Grazie al critico musicale tedesco Heinz Klaus Metzger entra in contatto con il gruppo internazionale Fluxus, e il suo Gesti sul piano è eseguito da Frederic Rzewski al Fluxus Festival di Wiesbaden, nel 1962. Con Rzewski, aderisce e partecipa alle improvvisazioni di MEV, Musica Elettronica Viva. Nella seconda metà di questo decennio lavora sulle partiture, realizza libri, manoscritti, grandi fotografie, film, video, oggetti che usa appunto nelle sue “azioni-concerto”. L'artista inizia a elaborare diversi “metodi per suonare” il pianoforte, che diventa un oggetto-strumento che interagisce con il corpo dell'autore. Pubblica articoli e partiture musicali, talvolta raccolte in libri da lui stesso scritti a cominciare dal '69 (Musica senza contrappunto, 1969; Senza titolo, 1972; Teatrino, 1973; Musica Madre, 1974). Dal 1970 sperimenta nuovi mezzi espressivi su supporti di diversa natura, con la successiva aggiunta di forti interventi di colore.
Negli anni successivi l'artista lavora all'esecuzione di composizioni (Gesti sul piano, Galleria Toselli, Milano, 1972; Suonare la stanza, Galleria Schema, Firenze, 1972; Suonare la città, Università di Architettura, Firenze,1973; Gesti sul piano. Performance, Kunstler Haus, Berlino, 1982; Concerto per la luce, Modern Art Galerie, Vienna, 1983) e alla realizzazione di statements e scritte con nitidi caratteri, usando pennarelli o chine su carta o tela. Dagli anni Settanta fino alla sua scomparsa sviluppa un intenso programma espositivo in gallerie private e pubbliche, con mostre personali e collettive, e partecipando a manifestazioni nazionali internazionali.