M77 Gallery presenta la rassegna centrata sulla ricerca e sulla sperimentazione tra gli anni ’50 e ’70 di Nino Migliori (Bologna, 1926), uno dei grandi maestri della fotogra a europea del XX secolo.
Il tempo, la luce, i segni attraversa trent’anni di lavoro di Migliori, evidenziando l’evoluzione e le molteplici invenzio- ni che sin dagli esordi hanno af ancato una pratica fotogra ca improntata ad una appassionata narrazione fatta di umana delicatezza. La mostra si presenta come una sorta di viaggio circolare attraverso tre “serie” della produzione del fotografo bolognese: le prime sperimentazioni avanguardistiche degli anni ’50, la ricerca degli anni ’70, e la rappresentazione dell’Italia degli anni ’50 che, dall’ Emilia Romagna (La serie “gente dell’Emilia”) ai piccoli centri del Meridione più profondo (“Gente del Sud”), affrontava la rinascita del dopoguerra.
La serie dedicata alla sperimentazione pura condotta negli anni ’50 è caratterizzata da tecniche che non prevedono l’utilizzo e la mediazione della macchina fotografica. Con questa ricerca, Migliori ha voluto prendere le distanze da una rappresentazione “documentaristica” per concentrarsi sulla materia stessa della fotografia e riflettere sul gesto, sulla velocità e sulla spazio fermati in una sola immagine: un “unicum”. Tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70 Nino Migliori si concentra su quella che oggi è una delle sue più conosciute e apprez- zate ricerche: la documentazione dei muri delle città italiane. Segni lasciati su una parete anonima che de niscono una presa di coscienza o soltanto una dichiarazione di esistenza. A completamento della rassegna, si ritorna alla stagione realista degli anni ’50, quando Nino Migliori coglie con scatti umani e perentori quell’Italia dolente che nella guerra aveva perso tutto, ma non la speranza e la dignità. Icona asso- luta di questa stagione irripetibile è Il Tuffatore, ormai mitica fotogra a del 1951, “bloccato” per sempre da Migliori sul molo di Rimini. In un solo fotogramma.