Accomunate dalla stessa energia creativa, dalla medesima volontà di trasformazione e dalla travolgente anima cosmopolita, sia Milano che New York sono due città metropolitane dove i confini del business, dell'arte e della musica si intrecciano e si fondono. Le Gallerie d'Italia e il Museo del Novecento espongono in mostra a Milano, fino al 17 settembre, un'inedita collezione di capolavori, frutto di una collaborazione pubblico-privato delle grandi istituzioni.
Il percorso espositivo si snoda sulle tematiche delle grandi rassegne di pittura italiana del Novecento che hanno conquistato le maggiori gallerie americane: Novelli, Afro, Tancredi, Turcato, Scialoja, Manzù, Burri, Fontana, Vedova sono solo alcuni degli artisti presenti. Indagare il rapporto dei maggiori autori italiani del Novecento con l'ambiente culturale e artistico americano è l'obiettivo, sapientemente concretizzato, di questa grande esposizione. Attraverso la documentazione di viaggi e soggiorni degli artisti italiani a New York, ripresi da una macchina fotografica d'eccezione, quella di Ugo Mulas, è possibile ricostruire il rinnovamento del linguaggio artistico italiano, grazie all'assimilazione e la diffusione degli elementi americani. Principalmente due sono i periodi, attorno ai quali si snoda tutto il percorso: i primi anni del Novecento, dal 1928 al 1968, sono raccontati al Museo del Novecento nella sezione L’Italia guarda l'America, mentre la seconda metà del Novecento, dal 1949 al 1968, è raccolta nella sezione l’America scopre l'Italia presso le Gallerie di Piazza Scala.
Una mostra su tutte catalizzò, invece, l'interesse delle gallerie americane per la nostra arte italiana: XX Century Italian Art, organizzata dal Museum of Modern Art di New York, nel 1949. Pensata come esemplificazione di una rinascita italiana dopo la Guerra, l'esposizione segnò la fine dell'isolazionismo fascista, il ritorno della democrazia e un “nuovo Rinascimento” dopo la sconfitta del Partito Comunista italiano alle elezioni politiche del 1948. Questo evento che presentava per la prima volta al pubblico americano oltre duecento opere di artisti italiani, dai futuristi agli astrattisti, aprì una nuova fase per l'arte italiana e sancì la fortuna per un artista schivo e poco propenso agli spostamenti come Giorgio Morandi, del quale, in una sala espositiva delle Gallerie d'Italia, è possibile apprezzare alcune opere. Le frequenti personali di artisti italiani nelle varie gallerie americane favorirono anche uno scambio culturale di idee, ben rappresentato in mostra nella sezione Colloqui americani, dove il rapporto professionale e poi di amicizia tra lo storico manager museale, Johnson Sweeney, direttore del Guggenheim di New York, e l'artista e medico umbro, Alberto Burri, viene raccontata attraverso opere, documenti e disegni.
L'accostamento del pubblico all'opera d'arte passa anche attraverso una relazione diversa da quella tipica artista-gallerista-curatore: la pratica dell'insegnamento. Nella sezione Modernismi tra Italia e Stati Uniti viene mostrata la collaborazione tra artisti italiani affermati e università americane: Costantino Nivola fu tra i primi ad essere selezionato come insegnante a Cambridge per i corsi di “Fundamentals of Design” e “Freehand Drawing”. Sono anni che segnarono un ruolo chiave nella riforma degli insegnamenti della scuola, da un'impostazione strettamente legata al design a un'apertura verso l'ambito del Visual Studies, delle nuove tecnologie e dei media audiovisivi. Al momento dell'arrivo a Cambridge, Nivola aveva già ideato la tecnica del sand casting, poi adottata nelle decorazioni per lo showroom della Olivetti a Manhattan. Consistente nella creazione di una matrice in sabbia, realizzata attraverso lo scavo, poi colmato di gesso e cemento fluidi, questa tecnica ben evidenzia la poetica scultore dell'artista: il riferimento all'attività infantile dei giochi con la sabbia, la trasformazione della materia, che rende vibrante e opaca la superficie scultorea ottenuta. In mostra potrete osservare da vicino un sand cast e gesso del 1958, insieme a un Modello per il Monumento ai caduti nell'isola di Bataan Corregidor, in bronzo.
Per tutti coloro che sono curiosi di esplorare la prima vera internazionalizzazione artistica italiana e sono desiderosi di osservare con i propri occhi i grandi capolavori del Novecento, esposti oltre Oceano, vi suggeriamo vivamente di acquistare subito un biglietto per questa grande rassegna. La cultura d'estate vi rinfrescherà l'anima!