L’uso delle parole contribuisce a rivelare tendenze della vita collettiva, perché le parole sono delle vere e proprie risorse che racchiudono potenziali bisogni. Questa è la tesi degli scienziati Vygotskij e Luria che, attraverso la ricerca sperimentale svolta agli inizi del '900, dimostrarono che tutte le funzioni mentali “superiori” sono processi mediati dalla cultura, e che il segno, e di conseguenza la parola, è lo strumento di regolazione e direzione dei processi psichici.
Sappiamo che ogni epoca è caratterizzata da un certo numero di parole che dopo poco cadono nel dimenticatoio e vengono sostituite da altre, più fresche e attinenti alla realtà in divenire. Alcune di queste parole hanno la forza di presentarsi in diversi ambiti e in giro per il mondo, mantenendo il loro significato originario con un adattamento al contesto in cui sono utilizzate.
Il termine “sherpa” ha un po' questo destino. È il nome degli indigeni appartenenti a uno dei tanti gruppi etnici della popolazione nepalese, stanziati alle pendici dell’Everest, la cui occupazione principale era prima limitata alla pastorizia e all’agricoltura, e poi è diventata quella dei portatori, delle guide e anche degli organizzatori dell’accampamento nelle spedizioni alpinistiche himalayane. Questa parola, dal suono morbido e deciso, ha assunto negli anni altre sfumature di significato; nel gergo politico e giornalistico lo sherpa è colui al quale affidare i compiti organizzativi più complessi come l’incontro al vertice delle super potenze economiche. Sono di solito i funzionari che preparano gli incontri internazionali tra capi di Stato o di governo e che stilano le bozze delle conclusioni. Come nelle spedizioni ad alta quota dove mettono in sicurezza i percorsi, anche negli affari diplomatici il lavoro degli sherpa è il più oneroso, e rimangono nell'ombra. Sherpa è usato anche in modo scherzoso per definire il marito che fa per così dire da sherpa alla moglie al supermercato per portarle la spesa.
Con il diffondersi del turismo gastronomico fuori dai circuiti di massa lo sherpa ha preso il significato di guida culinaria, la persona esperta di cibo, anche amatoriale ma sempre di altissimo livello, che porta i turisti nei posti tipici e ricercati che solo certi intenditori del posto come lui/lei possono conoscere e frequentare. Non esiste un albo professionale dei food-sherpa, la loro fama li precede. Anche se i costi sono a volte proibitivi per i servizi più esclusivi che offrono, prenotare un food-sherpa è abbastanza diffuso in Europa. Lavorano con gruppi o singoli turisti coi quali condividono la ricercatezza dei cibi e li portano per qualche ora in giro per la città ad assaggiare il pane più buono, la cioccolata più strana, il cibo etnico più vero perché loro conoscono personalmente i negozianti di alimentari, i ristoratori, le sfogline. Scoprire un territorio attraverso la sua cultura gastronomica con uno sherpa del cibo locale può essere un modo intelligente per portarsi a casa un buon ricordo di viaggio senza incappare in brutte esperienze.