Per tutti i ritardatari e i super busy che non sono riusciti a vederlo, ma stanno pensando di regalare un insolito San Valentino al proprio partner, don’t worry: Rubens vi aspetta al Palazzo Reale di Milano fino al 26 febbraio, quindi affrettatevi!
Un corpus di oltre 70 opere, di cui 40 del grande maestro fiammingo, sono riunite in un suggestivo allestimento, progettato da Corrado Anselmi e curato da Anna Lo Bianco, grazie a prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni del mondo: Museo Nazionale del Prado, dell’Hermitage di San Pietroburgo, della Gemaldegalerie di Berlino e del Principe del Liechtenstein, Galleria Borghese, la Galleria degli Uffizi, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Considerato l’archetipo del Barocco, nelle opere di Rubens prevale la policentricità, la complessità, il virtuosismo tecnico, la vivacità dei colori e l’intrecciarsi di linee, con impeto e veemenza. Grande rivoluzionario dell’arte europea, il suo viaggio in Italia nel 1600 ha segnato una svolta nel panorama dell’arte italiana, favorendone l’internazionalizzazione e l’apertura alle maggiori esperienze estere.
I suoi rapporti con Genova, Mantova, Venezia e Roma giustificano l’appellativo di “pittore italiano” che lo storico d’arte Bernard Berenson gli riconosceva. Evidenziando i rapporti di Rubens con l’arte antica, la statuaria classica e la sua attenzione verso i grandi maestri del Rinascimento, come Tintoretto e Correggio, la mostra mira ad esaltare il suo legame con la nostra amata patria. Colore veneto e disegno fiorentino aprono gli occhi alla luce e all’energia fiamminga, creando, nello spettatore, sgomento e fascino, allo stesso tempo. I ritratti esposti, evocano invece la dolcezza dei suoi legami familiari, capaci di rendere l’osservatore partecipe di un momento così intimo e affettivo.
Nel corso del suo soggiorno italiano, l’artista esegue molte opere di soggetto sacro, grandiose e rivoluzionarie, debitamente esposte nella sezione Santi come eroi, dove si possono ammirare anche le copie delle antiche sculture, greche e romane, che Rubens ammira nel cortile del Belvedere Vaticano a Roma. La decorazione dell’altare centrale della chiesa romana di Santa Maria in Vallicella o Chiesa Nuova, ha rappresentato per l’artista un’occasione unica per esprimere un dinamismo nuovo e irrefrenabile, mai visto prima, dopo Caravaggio.
Movimento impetuoso, chiaroscuro intenso e grandiosità statuaria dei personaggi tipici dell’antico, sono i tre tratti che accomunano tutto il percorso espositivo. La “gigantesca fantasia” di Rubens, come lo definisce lo storico Burckhardt, è attratta fortemente anche dai tanti temi mitologici, che descrivono un’umanità eccezionale, talvolta mutata in un dramma cruento, come mostra la celebre tela del Saturno divora i figli. Allo stesso modo la furia del pennello e la rapidità d’esecuzione racchiudono il senso più profondo dell’estetica barocca: l’universalità della sua visione, in cui ogni dettaglio viene sacrificato a favore dell’effetto d’insieme.
Molti dei nostri pittori italiani, come Luca Giordano, Pietro da Cortona, Lanfranco, subiranno il fascino di questo “ingegno maestoso ed umano, nobile di maniere e d’abiti”, come amava definirlo Bellori. Sicuramente, anche voi resterete ammaliati da tanta maestria e bravura, non vi resta che prenotare la vostra visita!