RBcontemporary è lieta di presentare dal 28 ottobre al 25 novembre 2016 nel nuovo spazio di Via G.B. Morgagni 31b a Milano, Traces, la mostra personale dell’ artista Claudio Santambrogio.
La camera oscura è un posto magico, il posto, dove tutto succede. Centrale nella storia della fotografia fin dai suoi albori, perde la sua importanza con l’avvento della fotografia digitale. Sempre meno fotografi lavorano in pellicola: possiamo dire che si sta chiudendo un capitolo. Lavorare in camera oscura è un processo lento, che richiede pazienza e dedizione. E il momento in cui l’immagine appare è l’emozione più grande che stiamo perdendo.
La serie Landscapes è un omaggio al processo. Al processo di stampa in sé, senza che ci sia una fotografia. L’immagine non proviene da un negativo, da uno scatto, ma da una pura incisione della luce. Gradazioni di nero, variazioni tonali: il paesaggio è quello metafisico, elaborato dagli occhi di chi guarda. Non c’è paesaggio reale, ma una storia narrata dallo sguardo di chi la vive.
North, in contrapposizione, rappresenta uno sguardo classico sul paesaggio: una neve artica monocromatica e minimalista e un paesaggio roccioso dialogano con la presenza di un’archeologia del ventesimo secolo. Le tracce dell’uomo svaniscono nelle linee astratte del potente scenario artico. La gru di Titano è uno scheletro indistinto, la centrale a carbone è una macchia scura che si fonde con ciò che la circonda, il pilone di attracco del dirigibile di Amundsen e Nobile è appena visibile. E il piccolo cimitero non è altro che un segno sovrastato dai pendii. Ma, a sorpresa, il tocco dell’uomo è dato dalla materia degli abiti indossati da operai e cacciatori del diciassettesimo secolo – calze, cappelli e maglioni di lana che, incredibilmente, non hanno subito il deterioramento del tempo: lana, ora cucita direttamente nella trama delle fotografie.
Claudio Santambrogio è un fotografo/artista e flautista.
È attivo come flautista sia nel campo della musica antica, sia in quello della musica contemporanea, specializzandosi su strumenti d'epoca, ed è membro del Modena Consort.
Come fotografo è autodidatta, lavorando esclusivamente con tecniche fotografiche analogiche: macchine fotografiche a pellicola, prevalentemente con banchi ottici a grande formato, e tecniche e chimica tradizionali, frequentemente utilizzando tecniche fotografiche storiche. Preferisce lavorare con obiettivi storici senza otturatore. Questo permette la flessibilità di pose lunghe misurate manualmente con l'aiuto di un cappuccio per l'obiettivo. Il lavoro di sviluppo e processo dei negativi e delle stampe, spesso ricorrendo a tecniche fotografiche alternative o storiche, e stratificando i lavori fotografici con successivi interventi, sono parte integrale del suo approccio artistico.