L’opera di Roberto Bossaglia riflette, per alcuni aspetti, gli orientamenti della più recente fotografia italiana ed europea e per altri se ne discosta, perseguendo una sorta di voluta, umorale inattualità. Sogno metropolitano rappresenta il punto di snodo di un percorso di “partecipazione distante”. Il contesto urbano vi è osservato con un approccio tanto autobiografico e concettuale quanto decostruttivo nei confronti della stessa «forma simbolica» della veduta. Sia a livello della singola immagine, sia sul piano dell’organizzazione complessiva della serie, l’inquadratura viene in qualche modo disarticolata e costretta entro una logica ambiguamente sospesa tra il racconto della città e la sua “allucinazione” onirica.

Si rafforza la tendenza, costante nell’opera del fotografo, ad assumere un punto di vista “ad altezza d’uomo”, a raccontare la città dalla prospettiva del suo vissuto quotidiano, fatto di piccole avventure dello sguardo che avvengono lungo il cammino, di epifanie improvvise che svelano assurdità del paesaggio o tesori nascosti nella banalità di percorsi tanto lungamente frequentati da essere quasi introiettati.

Questa dimensione di sottile straniamento della realtà, che, come nel dormiveglia, si manifesta in una sorta di sfasatura della percezione, è qui rimarcata attraverso diversi interventi cromatici operati sulle stampe: viraggi, bagni, stesure di colore e altre variazioni di simili tecniche, meticolosamente messe a punto caso per caso, in relazione a ogni singola immagine (che diventa così un unicum irriproducibile) allo scopo di rimarcarne lo spleen, la sostanza emotiva, empatica ed evocativa, e di metterne in cortocircuito il piano iconico e quello oggettuale.

Una scelta tanto «anacronistica», nel suo rifarsi alle pratiche manuali e artigianali della fotografia storica, quanto, paradossalmente, contemporanea proprio nel suo offrirsi come “libero gioco” con le potenzialità di un medium ormai palesemente «aperto», stratificato e cosciente della propria multidimensionalità.

Roberto Bossaglia, nato a Cagliari nel 1942, laureato in Scienze matematiche, vive e lavora a Roma dove è docente di fotografia all’Accademia di Belle Arti a partire dal 1981. Ha iniziato a lavorare nel campo della fotografia nel 1975, prima con mostre presso gallerie d’arte, poi per l’editoria e, soprattutto, per artisti ed architetti, pubblicando tra l’altro su “Domus”, “Abitare”, “Casabella”, “Lotus”, “Bauwelt”, “Moniteur Architecture”, “Composiciòn Arquitectonica”, “Area”, “Harper’s Bazaar”. Dal 1975 la sua attività espositiva si articola con numerose mostre in Italia e all’estero. Da sempre affianca il lavoro su committenza ad una personale ricerca sulla fotografia in quanto linguaggio. Ha partecipato o ha dato vita a progetti inerenti la lettura del paesaggio urbano in Italia; si ricordano: Napoli ’82 (Napoli 1982); I rioni storici (Roma 1981); Perifanie (Roma 1996); Archivio dello spazio (Milano 1993, 1995, 1997, 1999); Lo spirito dei luoghi (Torino 1999); Atlante 2003 (Roma 2003). Sue fotografie sono conservate nelle collezioni di diversi musei italiani e stranieri, come: Istituto Nazionale per la Grafica (Roma), DARC (Roma), Gabinetto Fotografico Comunale (Roma), Maison Européen pour la photographie (Parigi), Bibliothèque National (Parigi), Centre Canadien d’Arquitecture (Montreal), Museo della fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano), Archivio fotografico della Regione Piemonte (Torino), Queensland College of Art (Brisbane), Archivio fotografico del Comune (Napoli).

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