Interno18 arte contemporanea ospita, dall’11 giugno al 31 luglio, "Filling in", mostra bi-personale dedicata a Paolo Pibi e Nicola Caredda.
La serie di opere che gli artisti presentano sono connotate da un’intensa vena lirica ed evocativa e riflettono sul “topos” del rapporto uomo-natura nell'epoca contemporanea. Un cammino, il loro, che si tende tra affinità e opposizioni tematiche, prospettive difformi e approcci coincidenti. La peculiarità comune è la critica radicale alla razionalità cosciente e l'emancipazione delle virtualità immaginative dell'inconscio, per il raggiungimento di uno stato conoscitivo “oltre” la realtà.
Le immagini che costituiscono le opere sono il risultato di un ripristino di dati, imput, forme, conservate all'interno della memoria visiva e che generalmente non vengono percepite dall'occhio poiché situate in una zona di vuoto, priva di informazioni. Tuttavia, attraverso un elaborato processo denominato “Filling in”, il cervello permette all’occhio di configurare un’immagine. Gli artisti utilizzano dunque la pittura per rendere visibile il pensiero e la loro memoria, creando opere dalla forte carica emotiva, con soggetti autonomamente attendibili ma che, nel contesto, diventano scomposti, kafkiani. Condivisa è anche la tecnica con la quale realizzano le loro opere, trattasi di acrilico su tela.
Nei lavori degli artisti è possibile evidenziare un uso analitico della luce atmosferica che ne unifica i vari piani e soggetti, come un connettivo dorato e avvolgente che li lega allo sfondo. I dipinti sono caratterizzati da tonalità date dalla progressiva sovrapposizione di velature di colore che rendono il chiaroscuro morbido e permettono di ottenere colori intensi e saturi, tanto nelle zone a cromìa brillante che in quelle più scure. Un automatismo dunque, il loro, che li porta a trasfigurare la realtà ma non a negarla.