È visibile dal 4 maggio nel cortile interno della Galleria dell’Accademia Hero, personalissima interpretazione del David di Michelangelo per opera dell’architetto e designer Antonio Pio Saracino, pugliese d’origine, ma che da oltre un decennio vive e lavora a New York.
Realizzato con lo stesso marmo di Carrara, Hero si presenta come una scomposizione in chiave contemporanea e originale del capolavoro michelangiolesco, alle cui dimensioni anche l’opera di Saracino si avvicina: infatti l’altezza di Hero (5,17 metri) corrisponde a quella dell’originale, ma pesa poco meno di 5 tonnellate, contro le 5,56 del capolavoro michelangiolesco.
Fino al prossimo 20 settembre, l’opera dell’architetto/designer sarà la star dell’evento espositivo dal titolo “Hero a Firenze. Omaggio al David: Saracino interpreta Michelangelo”, promosso dalla Direzione della Galleria dell’Accademia, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Washington D.C. e Pmg Italia, e sponsorizzato da Gem Group che ha commissionato l’opera a Saracino – copia della scultura pubblica commissionata nel 2013 all’artista pugliese dal Governo Italiano e dall’Eni, e attualmente esposta nel Three Bryant Park di New York a simbolizzare l’amicizia tra Italia e Stati Uniti – che dalla fine di settembre sarà poi visibile negli spazi dell’Expo 2015 di Milano-Rho.
Per l’esposizione di Hero - curata da Angelo Tartuferi, Renato Miracco, Helen Varola e Matteo Innocenti - è stata approntata una base in cemento, atta a sostenere l’imponente scultura per la realizzazione della quale Antonio Pio Saracino si è ispirato all’incomparabile bellezza delle forme michelangiolesche, che ha tradotto in chiave moderna secondo una maniera originale, attraverso la scomposizione dei volumi in 33 piani paralleli di vario spessore. Come spiega il Direttore della Galleria dell’Accademia, Angelo Tartuferi, “L’identificazione con la scultura risulta assai agevole e pressoché immediata, soprattutto per la sagoma e la posa inconfondibili, nonostante la clamorosa frammentazione della forma rispetto all’immutabile equilibrio classico che rende sublime la visione dell’originale di Michelangelo. Una frammentazione che rinvia subito all’incessante mutevolezza e instabilità di questi tempi”. Secondo l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Claudio Bisogniero “il David è un così forte simbolo del patrimonio italiano, e ora un Guardiano dell’amicizia tra i nostri due paesi. L'anno della cultura italiana negli Stati Uniti non poteva lasciare un’eredità migliore”. Da parte sua il Managing Director di Global Emerging Markets Group, Peter de Svastich, ha evidenziato che “Gem Group è orgoglioso di far parte di questo meraviglioso progetto artistico che unisce le qualità senza tempo di una delle grandi opere d’arte della civiltà occidentale, il David di Michelangelo, con una scultura moderna che riecheggia le migliori tradizioni dell’artigianato italiano fondendole con una più contemporanea visione artistica. GEM considera un onore aver lavorato con Antonio Pio Saracino, con la Galleria dell’Accademia e tutti coloro che sono coinvolti in questo progetto. Siamo certi che nelle prossime settimane il pubblico apprezzerà questà meravigliosa esposizione”. Anna Santucci, direttore responsabile di PMG Italia, ricorda: “L'idea di ‘Hero a Firenze’ è nata davanti ad un caffè in Bryant Park insieme all'artista e una comune amica. Ho percepito un'autentica emozione di fronte a quella evocativa reinterpretazione del nostro grande capolavoro di Michelangelo. Aggiunge Matteo Innocenti, curatore scientifico dell’organizzazione: “La relazione tra la scultura contemporanea e il grande modello della tradizione, assumendo qui un significato ‘filologico’, diviene anche segnale di fiducia verso il futuro”. Infine l’autore di Hero, Antonio Pio Saracino, ha rivelato che non si sarebbe “mai aspettato, due anni dopo la scultura di New York, di ricevere il grande onore di vedere una nuova edizione di Hero alla Galleria dell’Accademia di Firenze, nello stesso luogo dov’è custodito il David di Michelangelo. Con la realizzazione del primo Hero ho voluto creare un protettore simbolico di New York City, così come il David lo è per Firenze. La statua celebra il superuomo e la sua ispirazione e le costruzioni architettoniche stratificate antropomorfe visualizzano la capacità universale del genere umano di cementare la propria presenza nel mondo con la sua perenne abilità di costruzione”.
Antonio Pio Saracino è un designer e architetto italiano che vive a New York. Nel 2003, Saracino si è laureato cum laude con un Master in Architettura all’Università La Sapienza di Roma, dove ha lavorato come assistente professore di design architettonico. Ha progettato edifici, monumenti e prodotti e le sue opere fanno parte di collezioni internazionali, come quelle del Brooklyn Museum, del Museum of Art and Design di New York e del PowerHouse Museum di Sydney. Ha partecipato alla 54a edizione della Biennale di Venezia e ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui due American Architecture Award dal Museum of Architecture di Chicago e un Best of the Year Award per l’Interior Design Magazine. È stato riconosciuto tra i 25 trendsetter più interessanti del mondo dalla rivista ARTnews e nominato tra i dieci migliori architetti italiani under 36 dal Premio New Italian Blood. Saracino ha esposto le sue opere di design all’Industry Gallery di Washington, Los Angeles e Dubai, come pure in altri musei e gallerie internazionali. Il suo lavoro è stato recensito a livello mondiale su pubblicazioni come The New York Times, Architectural Digest, Interior Design, Wallpaper. Vogue ha definito Saracino “tra i più prolifici designer italiani all’estero.” Tra i suoi progetti pubblici ricordiamo il Gate 150, realizzato in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia per il Museo Caraffa a Cordoba in Argentina e per il Museo MuBE di San Paolo in Brasile; nel 2007 ha vinto il concorso Agorafolly di Bruxelles con un’installazione pubblica per celebrare il 50° anniversario dell’Unione Europea. Nel 2013 a New York, Saracino ha progettato The Guardians: “Hero and Superhero”, due sculture alte 4 metri, una in marmo e l’altra in acciaio inossidabile, che si ergono all’ingresso del Three Bryant Park di Midtown Manhattan, dove resteranno permanentemente. Nel 2015 è stato chiamato a progettare con Steve Blatz il Black Hole, un padiglione per la settimana milanese del design nel cortile dell’Università degli Studi di Milano.