La mostra, già ospitata nelle sale del Museo Civico di Sansepolcro, dove si è integrata con i grandi capolavori di arte antica custoditi nel famoso museo, si inserisce nell’ambito di una programmazione già consolidata per la sensibilizzazione e la diffusione dei linguaggi della cultura contemporanea.
Curata da Demetrio Paparoni, l’esposizione comprende opere di Francesco Clemente, Helgi Fridjonsson, Daniele Galliano, Rafael Megall, Tony Oursler, Mimmo Paladino, Nicola Samorì e Wang Guangyi.
Questa rassegna trae spunto da un tema enigmatico come quello della sacra Sindone, il telo su cui risultano impresse misteriosamente ( e forse miracolosamente) le forme di un uomo morto in croce, che per molti studiosi e la quasi totalità dei credenti è Gesù. Secondo la tradizione nel sudario è indelebilmente impressa l’immagine del Cristo tormentato dalla Passione, nell’attimo in cui il suo corpo si libera dal lenzuolo e abbandona la vita, diventando energia e raggio.
Questo antichissimo lino – studiato ed ispezionato per anni da teologi, scienziati, storici ed anche letterati - si può per certi versi anche interpretare come un oggetto d’arte, in quanto immagine impressa sulla tela; se pure realizzata in modo del tutto naturale e apparentemente spiegabile, si direbbe un’autentica emanazione di energia, come una grande opera d’arte. La Sindone è infatti un’immagine iconica della cultura cristiana e in quanto reliquia è stata periodicamente esposta al pubblico per essere venerata dai credenti, ma anche guardata con trepidante ammirazione e con stupore dai più dubbiosi sulla sua autenticità. Non sembra dunque provocatorio che da una “impronta” - misteriosa per la scienza, ma sacra per chi crede - possano generarsi per osmosi altre “impronte” artistiche, altri segni, altre rappresentazioni.
Rapportandosi al tema del trascendente nell’arte contemporanea le opere degli artisti presenti in mostra interagiscono con questo enigma, sul tema della Sindone e la Resurrezione, la morte e la promessa di vita eterna.
Francesco Clemente (Napoli, 1952. Vive a New York), Helgi Fridjonsson (Búdardalur, Dalasysla, Islanda, 1952. Vive a Reykjavík), Daniele Galliano (Pinerolo, Torino, 1961. Vive a Torino), Rafael Megall (Yerevan, Armenia, 1983. Vive a Yerevan), Tony Oursler (New York, 1957. Vive a New York), Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948. Vive a Paduli, Roma e Milano), Nicola Samorì (Forlì, 1977. Vive a Bagnacavallo, Ravenna), Wang Guangyi (Harbin, Cina, 1957. Vive a Pechino).