Food Design - avrete sicuramente già sentito questa definizione. La parola “Design” non ci stupisce più di tanto, si sente un po' dappertutto: accanto a “Fashion”, “Interior", “Web”, “Grafic" e altro, ma questa volta si tratta di сibo. Nessuno si meraviglia se sente una definizione di questo genere, ma il vero significato qual è?
Le moderne tecnologie hanno cambiato radicalmente la nostra vita, siamo diventati dipendenti, completamente assuefatti dalle nuove regole ed etiche. Ormai le nostre giornate lavorative scorrono davanti al computer con un telefonino in mano e la sera la trascorriamo davanti alla TV. La tecnologia spadroneggia ovunque: ci sono ancora dei momenti in cui il nostro interlocutore non è uno schermo o un telefonino? I nostri scambi di opinioni, conversazioni, chiacchiere nascono durante le pause caffè, pranzo, cene o aperitivi. E' diventato estremamente difficile trovare tempo per cucinare. Ma se mettiamo al posto del verbo “cucinare” il verbo “progettare” cosa cambia? Il connubio delle parole “Food” e “Design” allude all'idea che il cibo possa essere un materiale progettato.
Ilaria Legato - esperta in Design della Comunicazione del settore food e ospitalità, coordinatrice del master Hospitality design e management presso l’Istituto Europeo di Design - spiega così il fenomeno: “Molti pensano che Food Design sia un gesto artistico, come quello di colorare una banana, fare un lampadario con le pesche o mettere una ciliegia sul piatto. In realtà se design vuol dire “dare forma alle esigenze”, in questo caso l’esigenza è quella di dare una forma agli alimenti. Quindi attraverso un progetto ci si muove verso le esigenze del cibo”.
Come si fa a capire se un progetto è di Food Design o meno?
Prima di tutto il progetto di Food Design è replicabile in qualsiasi posto del mondo, assume una forma industriale. Pocket coffee può essere un esempio ideale, perché risponde all'esigenza di avere un caffè a portata di mano in un momento qualsiasi, anche quando non è possibile berlo dalla tazzina.
Quindi si tratta prodotti industriali tipo Pringles? Uno chef non può essere definito un food designer?
Ci sono degli executive chef che studiano gli ingredienti del piatto in modo molto preciso, così il piatto diventa un vero e proprio progetto. Spesso hanno più di un ristorante e danno delle indicazioni molto precise agli altri cuochi, così il piatto diventa replicabile in più posti. Il food designer può essere anche uno come me. Io mi occupo della comunicazione del ristorante. Non penso soltanto al servizio a tavola, ma anche al servizio take away. Devo mirare a obiettivi precisi: prima di tutto essere veloce e competitiva. Ad esempio dare un'idea per progettare un mestolo per il minestrone, anche questo è food design.
Come si distingue l’Arte del cibo dal Food Design?
Il primo usa il cibo per fare sculture, ad esempio ho visto una scarpa fatta con bucce d’arancia. Questo è un progetto artistico unico nel suo genere, parte da un istinto artistico e non dall’idea di essere replicabile.
Il cibo nella nostra vita non significa solo nutrimento, ma è un intero mondo, pieno di emozioni da dividere e di discussioni di vario e a volte anche altissimo grado, degno di essere pensato e progettato. La simbiosi delle parole “Food” &”Design” merita dunque rispetto e attenzione.