Cominciamo dalla fine: la serata a Villa Medici, a Firenze, che prende il nome di Notte Bianca, è una grande festa in onore dei compratori di Federazione Russa, Stati Baltici, Ucraina e Georgia, uniti a Firenze per Pitti Uomo e Bimbo. Avviene tutti gli anni nella cornice di un albergo di antica tradizione alla fine delle due fiere, ed è organizzata dalla Compagnia Società Italia, che da più di venti anni è Ambasciatrice di successo del Made in Italy. Si è dunque qui celebrato l'immutato interesse per la nostra Moda, in attesa di un miglioramento della situazione di Russia e Ucraina.
Nei tre giorni di Pitti Bimbo 80 si è sentito nell'aria l'avvicinarsi dell' Expo 2015. Vogue bambini allo stand di Petit Bateau e Monnalisa nel Tepidarium del Roster, hanno approfittato della presentazione delle nuove collezioni F/W 2015-16 per inventare un buffet d'immagine: piccoli capolavori dolci, un po' stucchevoli per il palato ma assai eleganti alla vista. Al Tepidarium la nuova collezione è indossata da manichini sapientemente disposti nella grande serra, cosicché siamo noi adulti a “sfilare” per vedere gli abiti fronte-retro. Una presentazione che nulla togliendo al business, non stressa i bambini con la sfilata e concede una serata di intrattenimento fra tavoli decorati da trionfi di dolci e bouquet in tinta e pedane su cui alloggiano gli abiti per il futuro autunno- inverno. Questo dà il tempo di vederli più di una volta per scegliere con calma fra tanta varietà. La fidelizzazione di una ampia clientela internazionale, ottenuta per la qualità e la grande cura dell'esecuzione di ogni capo, vanifica la paura di eventuali clonazioni attraverso le riprese al cellulare del numeroso pubblico presente.
Monnalisa, come Simonetta, è uno dei marchi che si è da sempre occupato di vestire unicamente i bambini. Un altro incorruttibile del settore è Quis Quis. Più volte il patron Cavalleri è stato invitato a disegnare per gli adulti, ma si rifiuta. Per la gioia di chi, entrando nel suo stand, può godersi così un ampio scenario di generi, a cominciare dalla linea From the world, che reinterpreta abiti tribali con una grazia che seduce all'acquisto, per i figli, i detentori stessi di quelle antiche culture. Sonia Delaunay, artista del novecento, studiosa di avanguardia dei colori nell'arte, dà il nome a una linea opposta, che mette in risalto cromatismi arditi ( fucsia, porpora, blu, rosso e verde) attraverso forme semplici e nette. Il designer ci insegna pure come fare a ubbidire a esigenze di mercato senza per questo perdere l'identità di raffinatezza e fantasia, che caratterizza il made in Italy relativo al mondo dei bambini.
Parlo della richiesta dei mercati arabo-russi di abiti di rappresentanza, sontuosi e sovraccarichi, in cui sparisce la linea a favore dell'orpello, semplicemente giocando sugli accessori, che caratterizzano le varie linee della sua collezione, e che possono essere aggiunti in vario modo a un vestito puro. Starà poi ai compratori scegliere, ad esempio, le bellissime collane all'uncinetto con cristalli rosa, le sue tracolle luccicanti, i cerchietti carichi di rose e calzini, guanti, sciarpe laminate, braccialetti scintillanti nella quantità giusta per raggiungere le maggiori richieste ornamentali di altre culture, senza snaturare la nostra. Gli abiti d'oro e d'argento che si vedono in alcune collezioni sono sempre foderati di materiali naturali, in pieno accordo con la normativa del settore bambino in campo mondiale.
Alcuni stilisti, ben consci che i nuovi mercati sono di gusto molto diverso da quello dell'Italia, creano una gran varietà di linee fra cui i buyer stranieri possano scegliere. Altri, come European Culture, forti di linee collaudate in materiali naturali tinti in capo, non cambiano il loro stile inconfondibile da un anno all'altro, e neppure di stagione in stagione, solo variando colori e fantasie e utilizzando tessuti più consistenti per il freddo, o proponendo sovrapposizioni e abbinamenti dei loro capi easy to wear, vere opere d'arte, dove inserti in jersey e in tessuto elasticizzato nei punti di maggior tensione, permettono il movimento anche nei capi più costruiti, come pantaloni e giacchine. Una stilista emergente, nel suo pop-up store al padiglione centrale, porta agli estremi la semplicità. I suoi sono abiti di popeline, con una palette di colori limitata, tutta ombre, a eccezione di un solare arancione. Di squisita semplicità anche i capi di Marni, una nuova entry.
La formula “Children fashion from Spain”, collaudata da anni, raccoglie invece in un'unica sfilata diverse case produttrici, ciascuna con un riconoscibile stile. Questo permette un'ampia scelta a prezzi più contenuti, frutto di una sinergia, il lavoro in rete, dal quale i nostri individualisti compatrioti dovrebbero trarre insegnamenti per prevenire difficoltà in questo momento storico di volubili economie.
Bimbi sportivi, bimbi che vogliono stare comodi nei vestiti, bimbi che adorano l'abito bello ( ma qui c'entra di più la soddisfazione estetica dei genitori): tutti possono trovare i capi adatti a loro, in una kermesse così estesa, il più grande evento del settore in Europa. Ma il compito più arduo è la scelta. Le sfilate aiutano sicuramente i compratori nelle loro decisioni, permettendo di vedere maggiormente la vestibilità e la resa dei vari capi. La sfilata che ha riscosso maggior successo è stata quella de Il Gufo. Frugoletti di 5-6 anni, il catwalk costruito come una strada nel bosco, al termine della quale c'era una fontana a cui si abbeveravano con grande divertimento, gli abiti di colori delicati e di fibre naturali, tutto era fatto per loro, per farli muovere con naturalezza, grazie anche alle morbide cenerentole ai piedi delle bimbe, parte integrante di un vestiario pensato e fatto per i bambini. Il clou della sfilata è stato l'apparire di un bambino con un gufo, grosso e stupefatto, data la grande luce, di non poco peso, appollaiato sulla sua spalla per tutto il percorso, avanti e indietro! In controtendenza, molte delle collezioni presentate a questo Pitti Bimbo, soprattutto quelle dei grandi brand del prêt-à-porter, propongono i best seller delle linee da adulti in versione mignon.
Pitti bimbo 80 ha visto pure iniziative benefiche. Change in a book è il titolo di un progetto di attivazione culturale promosso da Silvian Heach Kids e gestito da Plain Ink, organizzazione non governativa che pone libri e fumetti al centro di programmi di sviluppo e formazione. Si vuole offrire una formazione ai bambini e ragazzi meno fortunati del territorio di Nola. Un gruppo di professionisti lavorerà con i ragazzi su concetti quali rispetto e dialogo interculturale, ambiente e natura, scienza e tecnologia, partecipazione civica e legalità. Il progetto è sponsorizzato da Maria Grazia Cucinotta.
Di tutt'altro genere il progetto di Alessandro Enriquez, giovane stylist e designer. Parte dal proporre a noti stilisti di Pitti Immagine Bimbo di vestire i due cartoon Titti e Bugs Bunny, simpatici e vincenti personaggi della famiglia Looney Tunes di Warner Bros, con un super guardaroba firmato. Vogue bambini ne pubblica i risultati e la Marbel si è offerta di illustrare coi due personaggi “rivestiti” una collezione di felpine (rossa, grigia, blu, avorio), special edition, ora già posta in vendita da Luisa via Roma. Parte del ricavato andrà alla onlus Orphan Aid Africa Onlus per il progetto Love+Children, che combatte la malnutrizione infantile in Ghana. Quindi, anche da noi si può ottenere il lavoro sinergico dei vari brand, purché sia interessante il progetto proposto.
L'iniziativa più divertente è stata l'allestimento di un sito fotografico fatto dallo stand vicino all'entrata della fiera, con tanti ragazzi ridenti che consegnavano ai passanti baffi di cartone incollati su un supporto, così da poterli posizionare sulla bocca e farsi fotografare. Insieme allo slogan "A noi Pitti ci fa un baffo, anzi due". Ironia napoletana efficace per scongiurare la crisi, che in questo settore neppure c'è!