All'insegna del viaggiare a piedi la Fiera Pitti Uomo 87 ha dato ampio spazio alle scarpe, declinate in tutti i loro multiformi usi e stili. Facciamo visita allo stand di un produttore che reca la dicitura “of London”, per documentarci sullo stato dell'arte nelle scarpe di prestigio straniere. Ma ci troviamo di fronte a una produzione inglese fatta in Italia e disegnata da uno stilista americano che ha lavorato per 20 anni con Armani. Una globalizzazione questa assai efficace per raggiungere alti livelli estetici in modelli comodi e innovativi. Con la “windsurf sole” ottengono l'assoluto antiscivolo dei mocassini, e alta tecnologia è usata nelle suole di cuoio, iniettate, al centro, con DPPu (Double Plastic Poliurethane), che aumenta notevolmente la flessibilità e l'aderenza, per una camminata più agile e sicura. Al confronto, le classiche scarpe tutto cuoio risultano molto più pesanti e rigide. L'uomo esigente trova anche, nei negozi del brand, calzini di tutti i colori possibili immaginabili.
L'anteprima affollatissima di questo Pitti Uomo è avvenuta, ancora all'insegna delle calzature, a Palazzo Ferroni, nella corte adiacente al negozio di Ferragamo. E' stata una presentazione della nuova collezione limited edition e insieme la celebrazione del capostipite Salvatore, con la lettura di un racconto fiabesco dal titolo La Storia di un gentiluomo, liberamente tratto dall'autobiografia Il calzolaio dei sogni. Voce recitante Giancarlo Giannini, con brani musicali cantati da Peppe Servillo, invitato a esibirsi in questo nuovo ruolo dagli eredi che volevano esaltare le radici campane del Maestro. Nel negozio è stato possibile, per l'occasione, vedere un artigiano col suo banco di lavoro, intento a realizzare sotto i nostri occhi un paio di mocassini di rafia con colla vegetale inodore: una testimonianza dell'estrema cura che si cela sotto l'indiscussa eleganza.
Riconosciuta internazionalmente come una panoramica delle collezioni moda classiche e insieme dei brand contemporanei di ricerca, questa edizione di Pitti Uomo non parla di crisi. Se vero è che l'ospite d'onore, la Russia, ha dato forfait all'ultimo momento, sono state 24.000 le presenze totali, con un aumento del 15% rispetto alla precedente edizione invernale. Dobbiamo riconoscere, quest'anno, una maggiore cura nell'organizzare il walkabout in Fortezza. I tornelli sembrano finalmente funzionare senza intoppi, e troviamo molti punti di informazione gestiti con competenza da ragazze gentili. Ma quando ci spiegheranno come dispongono nello spazio la successione delle lettere dell'alfabeto, al piano sotterraneo del padiglione centrale, l'organizzazione raggiungerà le vette dell'efficienza. Per ora trovare la doppiavu quando sei alla vu è un'impresa.
La scenografia all'interno della Fortezza è costituita da enormi cilindri ruotanti che riempiono, senza aggredirlo, lo spazio davanti al padiglione centrale, a mo' di grattacieli stondati non privi di grazia. Nello spiazzo esterno guardie a cavallo e sei uomini misteriosi si offrono a fotografi e blogger a caccia di eccentricità. Il padiglione centrale racchiude l'espressione più alta del tailoring maschile. Va però posta molta attenzione, nello spostarsi da uno stand all'altro, ai pop-up stores, perché vi si trovano interessanti novità. Un esempio, i borsellini di rospo velenoso, idea di un produttore francese che fa essiccare gli animali in Australia, col benestare degli animalisti perché questo tipo di rospo, che non è autoctono, sta compromettendo la biodiversità, a causa della potenza del suo veleno. Sono venduti in varie dimensioni e colori e appaiono destinati a grande successo.
I due special guest di questa edizione, Marni e Hood by Air, elegante il primo e street style il secondo, sono un' ottima combinazione che permette agli acquirenti scelte differenziate per un mercato esigente e attratto dalle novità. I 1119 marchi di questa edizione contribuiscono a delineare tre tendenze principali: Classico; Informale; Avant-garde. Sempre più importante e studiato l'accessorio, da cravatte e papillon, in materiali preziosi, a pochette in lana leggera o associata alla seta, a borse, rese impermeabili da spalmature e tecnomateriali, in colori vistosi, arancio, blu, verde, rosso, oltre all'intramontabile nero. Il volume cambia con l'occasione, dallo zaino, preferito dai molti city biker, alla briefcase, alla messenger, alla tote. I coraggiosi accostamenti di un abito classico con un accessorio volutamente scelto per contaminarne lo stile creano spesso i personaggi più fotografati in Fortezza.
Lo sa bene Cruciani, coi suoi braccialetti, un'idea che ha avuto enorme successo nelle passate edizioni. Quest'anno, invece, ha dato grande spazio alla collezione F/W 2015-16, tutta all'insegna di fibre e tinture naturali, che si materializzano, fra l'altro, in attraenti golf di cashmere super, leggerissimo e compatto a un tempo, con bei disegni tono su tono. La novità nei braccialetti è, quest'anno, limitata a un modello uomo-dedicato.
Al padiglione Cavaniglia le scarpe in mostra sono per l'attività sportiva, ma più spesso sneaker, divenute ormai espressione di lifestyle, in vasta gamma di altezze, da low a super high, decorate con arte moderna o graffiti writing, con suola massiccia. Le urban sneaker, preferite dall'uomo Avant-garde, sono spesso bianche, oppure oro o nere. Di tutt'altro genere quelle che da lontano sembrano pipistrelli in volo. Poi, quando ti avvicini, capisci che sono scarpe e stivali destrutturati, che si “creano” avvolgendosi al piede e alla gamba di chi le indossa.
Una pausa nel turbine di stimoli e messaggi è stata indubbiamente il video 54 hours of Rubinacci con il sottotitolo esplicativo: Le ore necessarie alla Sartoria napoletana per fare “su misura” un vestito. Sede della proiezione il Lounge Monsieur, che prende il nome dalla bella rivista, in grado di dettar legge nel campo della moda e in procinto di cambiare nome in Arbiter (sottinteso, ovviamente, elegantiarum, la frase di tacitiana memoria). Presenti figlio e nipote di Gennaro Rubinacci, l'uomo meglio vestito di Napoli ai primi del '900, che nel 1932 aprì nella sua città The London House, dando origine a quello che nel mondo è conosciuto come Stile Napoletano. I suoi successori specificano di non essere sarti, ma “il terzo occhio”. Ovvero colui che dà al cliente l’attenzione e la cura per esaltare in modo naturale le caratteristiche di ognuno di loro, perché ne conosce ogni particolare, e ha imparato ad ascoltare e a leggere tra le righe dei loro desideri.
La ripresa scorre sulle fasi della costruzione dell'abito. Di grande interesse la rigorosa successione delle operazioni. Questo trattato di alta sartoria è stato anche occasione di un interessante dibattito, da cui emerge la grande importanza della stiratura dell'abito confezionato, operazione per la quale è ancora basilare utilizzare i pesanti ferri usati in passato. In quel modo, dopo la stiratura, il tessuto riprende lo spessore che aveva perduto nel lavaggio (necessario) prima della confezione. Una lezione che fa nascere il piacere unico di indossare un abito modellato su misura per il proprio corpo e sentirlo come una seconda pelle. Col privilegio di poter scegliere ogni dettaglio, anche il più nascosto, per rendere personale e inconfondibile quel capo. Una lezione di Made in Italy per tutti.