Dopo Michelangelo Pistoletto nel 2013, il Paemium Imperiale, prestigioso premio nipponico per la cultura, torna nuovamente in Italia per premiare un altro straordinario esponente dell’Arte Povera: Giuseppe Penone. Classe 1947 Penone è tra gli artisti italiani più conosciuti e stimati a livello internazionale come dimostrano le sue tante personali in giro per il mondo: Toyota Municipal Museum of Art, Toyota (2009), MAMbo Museo d’arte moderna, Bologna (2008), Museum Kurhaus, Kleve (2006), Centre Georges Pompidou, Parigi (2004), Centro Galego de Arte Contemporanea, Santiago de Compostela (1999), Forth Worth Art Museum, Museum of Modern Art, Chicago (1984), National Gallery of Canada, Ottawa (1983), ecc.
Penone caratterizza la propria poetica per una costante contrapposizione tra i percorsi cultura - natura e natura - cultura nella consapevolezza che la divisione netta tra umano e natura è una visione forzata ed irreale della realtà. Non si tratta però di una relazione nostalgica o idealistica con la natura ma di una vera e propria inversione di prospettiva. Per l’artista è necessario “rovesciare i propri occhi” nel senso di eliminare o comunque superare le convenzioni che trovano forma nel legame tra logica e vista. Nel rapporto con lo spazio che ci circonda dobbiamo infatti preferire alla vista il tatto. Toccare un materiale della natura per esempio un albero significa lasciarvi una traccia, un'impronta che resterà come un segno nella sua crescita o nel suo trasformarsi. È un incontro fra materie (il corpo umano da un lato ed il legno del tronco dall’altro) di tipo ritualistico ed archetipico.
L’albero, lo abbiamo appena citato, è uno degli elementi più ricorrenti nella pratica artistica di Penone. Nell’intervista ad Arabella Natalini “La logica della materia” in occasione della mostra “Giuseppe Penone. Prospettiva vegetale” a Firenze Penone afferma:” gli alberi per me sono un’idea di scultura perfetta, se si pensa che l’albero è un essere vivente che fossilizza il suo vissuto nella sua forma e che ogni parte, ogni singola foglia, ogni singolo ramo è presente per una necessità legata alla sua sopravvivenza, alla sua vita; non c’è nulla di casuale nell’albero, nulla in eccesso o in difetto, la sua forma è esattamente quello che gli serve per vivere e per la sua strategia di sopravvivenza”. L’albero, esempio di scultura perfetta, è da sempre associato alla figura umana in quanto nella costruzione della sua esistenza interiorizza tutti i gesti del suo passato, della sua personale storia. Per questo motivo nelle opere di Penone gli alberi sono scavati in modo tale da far emergere il vissuto dell’albero. Si tratta di un percorso a ritroso nella crescita dell’albero andando a ritrovare un preciso istante della vita dell’albero, un qualcosa che è accaduto tempo fa ed ancora vive con e nell’albero.
Nella sua pratica Penone utilizza lo stupore come forma di conoscenza, ritrovando la natura, la forma originale delle cose al di sotto della loro condizione attuale. Nella già citata intervista l’artista afferma a tale proposito: “lo stupore di un bambino è verso tutto quello che lo circonda, l’adulto prova meno stupore rispetto alla realtà che vive ogni giorno e questo stupore però si rivela di nuovo e appare per esempio durante un viaggio. Quando ci spostiamo in un contesto che non è il nostro cominciamo a rivalutare, a riconsiderare tantissimi aspetti della realtà che ci circonda; e questo è l’interesse del viaggio, il grande successo della necessità del viaggio. Lo stupore che è legato all’opera è l’inatteso, l’aspetto non visibile e rivelato della realtà che ci circonda e questa è un po’ la funzione dell’opera, che si tratti di un’opera di scrittura, di pittura, di scultura o di musica. Lo stupore è anche una fonte di memorizzazione, ci si ricorda molto bene delle cose che ci stupiscono”.
Forte Belvedere e il Giardino di Boboli, entrambi patrimonio dell’UNESCO, ospitano per tutta l’estate un grande progetto espositivo curato da Arabella Natalini e Sergio Risaliti dedicato proprio a Giuseppe Penone offrendo così ai tanti visitatori di Firenze la possibilità di ammirare dal vivo le opere del celebre artista.
Forte di Belvedere
Via di San Leonardo, 1
Firenze 50100 Italia
Orari di apertura
Martedi - Domenica
Dalle 10.00 alle 20.00
Giardino di Boboli
Piazza Pitti, 1
Firenze 50125 Italy
Ph. +39 055 2298732
Orari di apertura
Luglio – Agosto dalle 8.15 alle 19.30
Settembre – Ottobre Dalle 8.15 alle 18.30
1º e ultimo Lunedì del mese chiuso