Una rete sottile, essenziale, è stata intessuta tra Ulassai, Nuoro e Cagliari dando forma alla cospicua retrospettiva che la Sardegna dedica alla celebre artista Maria Lai, recentemente scomparsa. Questi fili invisibili che subito richiamano alla memoria una delle sue opere più note, Legarsi alla montagna, corre e s’intreccia rispettivamente negli spazi della Stazione dell’Arte di Ulassai, il MAN di Nuoro e il Palazzo di Città di Cagliari, ora fieri custodi di un’eredità grandiosa.
L’immaginario triangolo d’arte imbastito in occasione della mostra abbraccia e richiama le prime opere esposte nel percorso cagliaritano: i disegni dell’artista realizzati dal ’41 fino agli anni ’60, dai quali emergono gli insegnamenti di Arturo Martini, sono costituiti da pochi semplici tratti, decisi, fermi, capaci nella loro gestualità ridotta d’incidere sulla carta volti e personaggi nettissimi, intimi; figure identitarie della realtà rurale sarda, donne al forno o al setaccio, pastori e greggi, madri e bambini elevate a icone severe al centro di un foglio nudo e scevro da ulteriori segni decorativi o narrative. Le matite e le asciutte chine nere sposano talvolta qualche velatura d’acquerello; ciononostante il segno procede deciso verso l’essenzialità, suggerendo una prematura esigenza di matericità strabordante: la geometria che tutto disciplina e l’armonia aurea alla base di ogni tratto ci conducono incosciamente verso il loro sviluppo più contemporaneo e volumetrico.
L’astrazione, il distacco dalla figura umana e dalla narrazione conducono l’artista fin dalla giovane età verso una dimensione esclusivamente rispondente alla materia, alla forma e al ritmo. I fogli e le tele assumono consistenza nel passaggio alle cartine geografiche e ai libri intessuti: narrazioni e rappresentazioni infinite di storie scritte da sempre, intellegibili e sinestetiche. Visive, aptiche e tattili, come Libro per non vedenti. Il filo è libero, tempo non costretto, che vaga e si perde e torna indietro; segue partiture astrali, ritmi altri, sposa i tessuti che compongono le pagine in un disordine disciplinato solo dall’armonia visiva.
Simbolo femminile, temporale e nefasto, adottato dall’artista in occasione del processo coevo di recupero dell’identità comunitaria e antropologica, il filo diventa l’emblema di Maria Lai. Questo evolverà poi nella creazione dei telai: vere e proprie sculture/installazioni e assemblaggi di ciò che la stessa artista reputava archetipo, “spazio degli uomini che vive fino a quando i fili non vengono spezzati”. Il ritmo, indicatore di tempo femminino, notturno e funesto, culmina e si trasforma nel suo creatore stesso, nel caos ordinatore, nella matrice della vita e delle esperienze umane.
La mostra termina con un omaggio dai toni sacri di Antonio Marras e Claudia Losi all’artista. Nel percorso anche videoinstallazioni e ceramiche, in una totalità di corpi espressivi tessuti all’unisono al fine di creare, in trame, ordito e sovrapposizioni, una stratificazione significante, materica e intensa dell’opera e della vita di Maria Lai.
Palazzo di Città – Cagliari
Dagli anni Quaranta agli anni Ottanta
10.07 – 2.11.2014
Piazza Palazzo, 6
Cagliari 09124 Italia
Tel. +39 070 677 6482
Orari di apertura:
Dalle 10 alle 21 (giovedì dalle 10 alle 24). Lunedì chiuso
info@museicivicicagliari.it
www.museicivicicagliari.it
Museo MAN – Nuoro
Dagli anni Ottanta al Duemila
11.07 - 12.10.2014
via S. Satta, 27
Nuoro 08100 Italia
Tel. +39 0784 25 21 10
Orari di apertura:
Dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. Lunedì chiuso
info@museoman.it
www.museoman.it
Stazione dell’arte
Una stazione per l’arte, con un progetto speciale di Claudia Losi e Antonio Marras
12.07 – 2.11.2014
Strada Provinciale, 11
Ulassai (OG) 08040 Italia
Tel. 39 0782 787 055
Orari di apertura:
Dalle 9 alle 20.30 (dal 1 ottobre dalle 9 alle 19)
www.stazionedellarte.it
Il prossimo appuntamento è per il 26 Agosto.