Pitti Immagine Uomo edizione 87 e Pitti W edizione 15, questi i numeri: i brand in esposizione alla Fortezza da Basso saranno 1090 per l'Uomo e 70 saranno le collezioni per la Donna, con la rappresentanza di tutti i negozi e department store più importanti del mondo.
In questa edizione si confermano vincenti le aziende italiane di accessori, che esaltano il made in Italy fatto da artigiani italiani, “maestri” nella costruzione delle scarpe, tacchi, tomaie, pellame, tutto di altissima qualità per “l’esclusiva sartoriale” ricercata dai compratori di tutto il mondo, che seguono l’evoluzione della moda, in una continua ricerca del nuovo e del bello, sottolineando dettagli che fanno subito moda e rendono i marchi shoemaker icona per ogni fashion victim.
Sono gli accessori a incantare buyer e compratori e, bellissime, vanno in scena la seduzione delle scarpe di Duccio Venturi Bottier, presente al Pitti Immagine in un evento collaterale, Fashion Frames, al Four Seasons il 13 gennaio, e il 14 in un evento tecnico/internazionale nello storico laboratorio dell’Oltrarno, per presentare il brand Stefano Bemer, nato nel cuore di Sanfrediano e reso famoso dagli stage in Italia dell’attore americano premio Oscar Daniel Day -Lewis; poi all’Arsenale l’italianissimo Mitchumm Industries, brand nato negli USA negli anni ’70 dal pronipote dell'ttore Robert Mitchumm, per un nuovo dandy gentiluomo hipster; inoltre il prezioso racconto dell'arte e dell'artigianato in tutte le sue forme espressive vede protagonista Oliviero Toscani all'Istituto Europeo di Design (IED) di Firenze, che celebra la bellezza della produzione artigianale italiana attraverso la fotografia. Il 13 gennaio incontreremo Duccio Venturi e la figlia Aliai durante l’evento di Pitti Immagine, che lo vede mattatore incontrastato della scarpa, una variopinta e affascinante girandola di colore, di raso e velluto, di Svarowsky, di tacchi vertiginosi ma anche di minimali suole flat.
Duccio, parlaci di scarpe. L’arte e l’estro
Ricordati, come dice Emilie Dickinson, che un artista è anche folle: infatti un creativo è un artista e le collezioni ricche di dettagli sono follia, sono la femminilità e il dinamismo di “una femmina folle”: l’ideale creativo per un designer come me è dare spazio alla fantasia e all’abilità artigiana e quindi “fare a mano”, creare il modello di cartone, calibrare ogni forma, studiando la fisica e l’ergonomia, abbinando materiali e inventando nuovi giochi di tagli, lacci, nastri, tomaie; lo studio e la ricerca del pellame, anche il più prezioso, la sua duttilità, morbidezza... un mondo nel quale non si finisce mai di imparare. Infatti, oggi creare moda, è da folli, ma che avventura affascinante ci aspetta!
Un incontro sorprendente nel laboratorio dell’Oltrarno con Tommaso Melani, Ceo del brand internazionale Stefano Bemer, marchio tornato in vita dopo la scomparsa del suo fondatore, grazie all’idea di Tommaso Melani e la famiglia Gori (Scuola del Cuoio) che ha acquisito il brand e la società Stefano Bemer srl. Qui un evento, BeShoes, che porta a Firenze alcuni dei migliori cobblers del mondo per un simposio sulla calzatura, tra ready-to-wear e bespoke: “BeShoes nasce dalla convinzione che, nella nicchia di mercato in cui abbiamo scelto di operare, il termine competition abbia traslato il proprio significato. I nostri clienti conoscono i prodotti, sono all’avanguardia nello stile, apprezzano l’unicità e sono parte attiva nella ricerca di espressioni originali di gusto. Hanno ben recepito il concetto di shopping experience” - ci dice Tommaso Melani, “che si spinge ben oltre il prodotto in quanto tale, e in questa ottica, le nostre idee, non solo stilistiche, devono essere messe a disposizione del cliente per ampliarne i confini e per stimolare fantasia e desiderio, con una logica di collaborazione”.
A L’Altro Uomo, Arsenale, ritorna protagonista il brand italo-americano Mitchumm Industries, guidato dal giovane creativo Alex Mitchumm. Tra le novità del marchio, dallo stile hipster contemporaneo, la maglieria in lana Shetland e le calze con stampe originali recuperate dagli archivi degli anni ’70. Sartorialità made in Italy.
Alex, Facciamo un gioco: incontri un grande buyer di un department store, cosa consigli per i suoi clienti che si avvicinano per la prima volta al tuo brand?
Per la stagione AW15 abbiamo ridotto e lavorato molto sulla collezione, direi che è tutta da “gustare” davanti a un buon caffè. Dovessi fare il personal shopper indicherei sicuramente le camicie, che sono un must di Mitchumm dal 1976. Come sempre creiamo dei “micro-mondi” con diverse stampe e tematiche, dal look vintage scovato tra gli archivi ai conversational. Idem per gli accessori rigorosamente made in Italy, a Como. In quanto a qualità il nostro scopo è quello di migliorarla sempre, noi pretendiamo il meglio. Poi, tutta la mia linea, vuol essere un gioco, sarà bello giocare con gli abbinamenti, gilet e pantaloni tutti in jacquard e slimfit con riferimenti un po’ Mountaneer da portare con una bella camicia bianca, magari lavorata in fil-coupè ma anche con una classica tshirt girocollo.
Abiti, capispalla, accessori nel grande contenitore del fashion, la città intera vive la moda, si colora, si anima e le strade si riempiono di personaggi bizzarri e colorati non poteva mancare la fotografia, nel racconto dell’arte e dell’artigianato in tutte le sue forme espressive attraverso la fotografia: Oliviero Toscani, protagonista de L'Artigiano Contemporaneo, marchio collettivo della moda artigianale made in Italy Contemporaneo, nato dalla collaborazione tra CNA Comunicazione e T.A. Toscana e CNA Federmoda Toscana. "Non ci sono fotografie scioccanti, solo scioccanti realtà" sostiene il fotografo Oliviero Toscani, che concepisce la fotografia come memoria storica della società. "Una buona foto deve avere un contenuto sociopolitico, qualsiasi azione che si ferma all’estetica è mediocre. L’unico scopo dell’arte è rivelare la condizione umana."