Il mondo di Patrizia Calegari è pieno di spunti onirici e surreali, ricordi di viaggio e di angoli urbani che ci raccontano delle nostre vite frenetiche, delle nostre paure e delle interazioni che sono esistenti i tra cittadini del mondo.
Silhouettes di natura magrittiana si accompagnano a scatti di architetture urbane - “Urbis”, appunto - che sono “contaminate” da oggetti in movimento e non, sculture e palazzi colorati. L’intenzione è di permetterci una lettura a volte energica e a volte più rilassante delle grandi metropoli che affascinano l’artista Calegari.
Assemblaggi fotografici di luoghi e immagini a volte distanti tra loro, a volte dietro l’angolo di casa nostra. Taxi, Tram nuovi o vintage che si stagliano sui primi piani rifranti dall’artista e ci scorrono davanti agli occhi.
Uomini o donne silenti, non vedenti, giacché messi a tacere dalla fotografa Calegari col semplice gesto istintivo di cancellare occhi e labbra. Il desiderio di zittire quella parte di disumana umanità che imperversa in cerca di ambizione, consenso e di moneta sonante.
L’artista tratta, dunque, quel lato emotivo e osservativo di una donna, di un’artista che vuole raccontare, condividere col fruitore attento, di fronte ai suoi originali scatti “dipinti, pittografati”.
Mostra curata da Massimiliano Bisazza