L’ingresso alla mostra è gratuito e la prenotazione online garantisce l’accesso prioritario nella fascia oraria prescelta. I Member hanno diritto ad accesso prioritario anche senza prenotazione.
Pirelli HangarBicocca presenta A seed under our tongue, la prima mostra antologica in Italia dedicata a Saodat Ismailova (Tashkent, Uzbekistan, 1981. Vive e lavora tra Parigi e Tashkent), una delle artiste contemporanee più innovative della sua generazione, che lavora all’intersezione tra cinema, suono e arte visiva. I suoi film e le sue installazioni, con la loro suggestiva iconografia e le loro narrazioni ipnotiche, riflettono sul potere della natura, l’eredità coloniale e il delicato rapporto tra umanità e ambiente. Esplorando la memoria collettiva, i saperi ancestrali e la rappresentazione della femminilità, Ismailova attinge al patrimonio sociopolitico e culturale della sua terra d’origine, l’Asia centrale, per evocare temi universali.
Con nuove produzioni commissionate da Pirelli HangarBicocca, la mostra costituisce la prima rassegna personale dedicata a Saodat Ismailova in un’istituzione italiana. Le opere, che includono film, sculture e installazioni, realizzate dall’artista nella sua ventennale ricerca, sono presentate in un ambiente spaziale appositamente concepito. Riflettendo sul concetto di trasmissione – di conoscenze, così come di storie, memorie o territori naturali – e sulle sue implicazioni, A seed under our tongue unisce differenti narrazioni, creando un’atmosfera stratificata. Attraverso un’intricata sovrapposizione di ricordi, paesaggi, immagini, tempi e storie diversi, personali e collettivi, i visitatori si trovano immersi in una complessa realtà culturale, sociale e politica.
Saodat Ismailova è una filmmaker e artista appartenente alla prima generazione uzbeka dell’era post-sovietica. Intrecciando memorie, miti, rituali e sogni con elementi della vita quotidiana, i suoi film esplorano la cultura sedimentata e ricca della sua regione, crocevia di diverse realtà, migrazioni e retaggi coloniali. Attingendo alla sua storia personale, Ismailova indaga la dimensione collettiva della memoria e la resistenza all’impatto delle attività umane sull’ambiente. La sua ricerca spazia da saperi ancestrali e pratiche tradizionali, a storie più recenti. Nell’incorporare filmati d’archivio o elementi tessili locali, contribuisce inoltre a preservare attività o tradizioni artigianali che rischiano di scomparire. In questo modo, Ismailova rielabora il passato coloniale e con esso la questione dell’identità nella regione, coniugando miti e pratiche animiste con i sogni delle persone che abitano queste terre.
Penso che il cinema sia come un contenitore, che trasporta e ricorda tutto.
(Saodat Ismailova)
Il titolo della mostra, A seed under our tongue, è un riferimento alle nuove opere esposte: tra queste il film in progress Arslanbob (2023-24) e le sculture collegate, il seme d’oro di Amanat (2024) e il calco in resina di una grotta in The mountain our bodies emptied (2024). Prendendo spunto da una leggenda locale – che parla di un seme di dattero nascosto sotto la lingua e tramandato attraverso epoche e persone diverse fino a trasformarsi – la mostra riunisce dodici opere, sei film e sette sculture, che esplorano il concetto di trasmissione e l’idea, nelle parole dell’artista, “che siamo responsabili delle sette generazioni che ci hanno preceduto e delle sette che verranno dopo di noi”.
In concomitanza con la mostra presso Pirelli HangarBicocca, nell’autunno del 2024 sarà pubblicata una monografia di approfondimento sull’artista, curata da Roberta Tenconi. Ripercorrendo la pratica di Ismailova da diverse prospettive, il volume includerà saggi critici e contributi tematici di studiosi e critici internazionali.