È possibile mettere in scena la poesia? L’innocenza del sogno infantile più delicato? A quanto pare è stato possibile compiere questo miracolo: lo ha fatto Daniele Finzi Pasca e la sua meravigliosa compagnia di artisti che hanno messo in scena proprio un sogno. Un sogno tutto veneziano che dall’idioma lagunare ha preso il titolo: Titizé - A Venetian Dream. Tu sei, ovvero Titizé, pronunciato titisé, tu sei cosa? Una sirena, un sogno, un vento, una risata, cosa sei? E il verbo essere , che racchiude l’essenza di ogni creatura vivente, è il fil rouge che pende dal cielo o attraversa il mare, che riconcilia e collega ogni piccolo istante di questo incantesimo su palcoscenico.
Lo spettacolo che è stato coprodotto dalla Fondazione Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale con la Compagnia Finzi Pasca in partnership con la compagnia Gli Ipocriti Melina Balsamo, da un sogno si è trasformato in una realtà dai numeri assolutamente incredibili permil teatro. Nato come progetto per rilanciare il Teatro Goldoni di Venezia a 400 anni dalla sua nascita, la pièce ideata da Finzi Pasca ha già messo a segno, dalla sua prima assoluta il 18 luglio, un traguardo straordinario che punta a superare i 10mila spettatori entro il 13 ottobre, ultima data veneziana.
Ma cosa ha affascinato di Titize’ oltre 24 Paesi tra cui Svizzera, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Austria e Olanda? Per chi ha avuto il privilegio di assistervi sicuramente la delicatezza, la straordinaria magia che riesce a regalare a un pubblico di tutte le età, dai bambini agli adulti. È un affresco di personaggi fiabeschi affabulanti, quasi clowneschi che si susseguono in quadri dal forte impatto visivo e artistico nel più autentico senso della parola. Ovvero mitopoietico e capace di entrare profondamente nell’inconscio di chi guarda. Si avvicendano nobili veneziani del Settecento, coppie di amanti che danzano appesi a strutture aree, danzatori, acrobati, performers non danno tregua allo spettatore che si sente per oltre un’ora catapultato in un mondo in cui si vorrebbe poter vivere per sempre.
Sirene volano in un cielo che può capovolgersi e diventare un mare in tempesta. Il mondo è a gambe all’aria, come nei sogni. Grazie al nutrito gruppo di attori che si avvicendano sulla scena, recitando in veneziano, cantando da tenore contralto come l’incredibile e bravissimo Leo Zappitelli che, insieme a Rolando Tarquini rappresentano le voci narranti di questa affollatissima parata di personaggi. Le invenzioni sono originalissime, le coreografie acrobatiche sensazionali. Tutto questo lavoro è parte della ricerca artistica che Daniele Finzi Pasca e la sua compagnia hanno portato avanti negli anni. A fare da colonna sonora c’è la ricerca musicale e innovativa della bravissima Maria Bonzanigo il cui sound design avvolge come un manto di sonorità dai cromatismi misteriosi e meditati. Le musiche sono state eseguite dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta dal Maestro Pasquale Corrado con la partecipazione del Coro Città di Piazzola sul Brenta, la scenografia è a cura di Hugo Gargiulo, assistito da Matteo Verlicchi, mentre i costumi sono di Giovanna Buzzi.
L’opera è scritta e diretta da Daniele Finzi Pasca, tra i membri fondatori dell’omonima compagnia di base a Lugano in Svizzera, che nei suoi 40 anni di attività internazionale ha realizzato oltre 40 spettacoli, fra cui 3 cerimonie olimpiche, 2 spettacoli per il Cirque du Soleil e 8 opere liriche, che hanno calcato i palcoscenici di circa 600 teatri e festival in 46 paesi di tutto il mondo, per oltre 15 milioni di spettatori.
Fedele al linguaggio dei sogni che restituisce immagini evanescenti, allusioni e miraggi, Titizé - A Venetian Dream è uno spettacolo che conduce lo spettatore in un universo rarefatto e surreale. La sua narrazione, apparentemente frammentata ma profondamente allusiva, si sviluppa in un gioco caleidoscopico che intreccia diversi piani di significato, rievocando un iperbolico grammelot.
Con un cast di dieci talentuosi interpreti, tra cui acrobati, attori e musicisti, Titizé invita a immergersi nell’essenza di Venezia, dove il passato e il presente si mescolano in un unico affascinante racconto e le storie, sparse come conchiglie sulla spiaggia, ognuna con la sua bellezza e il suo mistero, si ricompongono in un prezioso mosaico. Lo spettacolo diviene anche l'occasione per gettare uno sguardo sul futuro di una città ancora in grado di produrre e di esportare la sua arte e la sua capacità di resilienza in tutto il mondo.
“La drammaturgia dei nostri spettacoli - spiega Daniele Finzi Pasca - usa con parsimonia le parole ma ci interroga con immagini contraddittorie, allusioni e miraggi ci saranno i riflessi nell’acqua, la diafanità delle sfuocature quando le nuvole scendono basse basse, c’è il gioco mitico del mascherarsi che ci rimanda al velarsi per svelarsi e per poi ancora rivelarsi: i tre movimenti magici che i maghi e gli sciamani conoscono e si tramandano. C’è la notte e la sua follia, le cialtronate dei buffoni, oggetti che levitano, acrobati che volano, pioggia surreale e un continuo ricreare equilibri impossibili. Una produzione immaginata per un pubblico che nelle notti estive veneziane ha voglia di immergersi in un viaggio onirico.”
Ma come è nata l’idea dei personaggi che animano questo originale affresco veneziano?
“I turisti vanno a caccia di immagini - racconta ancora il regista - spesso le stesse di una Venezia da raccogliere sulla retina sintetica di un cellulare e poi scappano via come ladri. I viaggiatori invece si immergono nella vita di un luogo, vanno a caccia di storie per questo possono restare seduti a vedere come la vita sfila davanti a loro attendendo pazientemente il balenare di un segreto, di una sorpresa, di una storia.
Per raccontare Venezia bisognava allontanarsi dalle immagini che tutti conosciamo e incontrare i veneziani, incontrare quelli che popolano la contemporaneità e quelli che hanno lasciato tracce e aneddoti disseminati a casaccio nei musei, nelle pagine di meravigliose commedie, negli echi di canzoni conosciute e altre sussurrate in segreto. Tutto è fluido in laguna, le nebbie avvolgono per molti mesi ogni cosa e i suoni diventano plumbei, ovattati, soffusi. Gridano i gabbiani, suoni di cristallo rari e inquietanti. Le parole recitate le ho immaginate come un borbottio continuo, come il ribollire delle strade liquide di questa città, fatta di isole contigue, di ponti e di naufraghi. I personaggi, dunque, si sono fatti trovare mentre al bar attendevo, pescando idee, che qualche bella storia abboccasse”.
Venezia crocevia di lingue, di stilemi, di culture e, nella visione di Finzi Pasca, immersa in un’atemporalità onirica, quasi felliniana.
“Volevo costruire una sovrapposizione di piani narrativi - prosegue l’artista - come una sorta di caleidoscopio, un labirinto nel quale evocare immagini, aneddoti, impressioni della laguna senza creare necessariamente un impianto logico, ma piuttosto procedere con un’architettura più vicina al linguaggio onirico dei sogni. I piani temporali, i personaggi volevo che si fondessero, così che un’armatura, il ricordo di un sacrificio che si celebrava durante il carnevale, le trasparenze del vetro soffiato, la gioiosità leggermente blasé del Lido potessero convivere e respirare nella stessa immagine costruita e rappresentata.
La ricerca di “leggerezza” è forse il tratto caratteristico di uno stile e di un linguaggio che ho sviluppato negli anni, giocando con piccole contraddizioni e usando l’ironia che mi avvicina tanto alle origini del pensiero dei clown ai quali appartengo. Raccolgo immagini, suoni, suggestioni e poi le faccio apparire e sparire davanti agli occhi degli spettatori. La luce è il fluido nel quale immergo ogni suono, le parole diventano musica e la musica storia raccontata, aggiungo un inciampo, una caduta, un stupidata, il pubblico sorride, ride, si diverte mentre prendendolo per mano cerco di introdurlo nel giardino poetico che ho inventato per loro”.
Titizé - a Venetian Dream resterà in cartellone al teatro Goldoni di Venezia fino al 13 ottobre, poi andrà in tournée partendo da Lugano al Mac dal 22 al 27 ottobre, Morges (Svizzera) – 1-2 novembre, Salerno – 28 novembre – 1 dicembre, Saint Maxime (Francia) - 13-14 dicembre. Nel 2025 sarà a Delémont (Svizzera) - 27-28 febbraio, Parigi 4 marzo – 6 aprile, Bergamo – 10-18 maggio, La Rochelle (Francia) - 21-23 maggio, per poi tornare nell’estate ancora a Venezia.