Marcello Maugeri riflette intensamente sul mondo che è in fase di continua, perpetua mutazione. Il suo vuole essere un approccio sentimentale ed emozionale, dove grazie all’azione concettuale ci dona – come lui stesso ama spiegarci – “un fermo immagine nel processo della creazione, attinente alla vita, straordinariamente affine a quello dei social media”.
I materiali sono di uso comune, “ready made” e sono decontestualizzati proprio con l’accezione dadaista che ri-pone l’oggetto stesso in un habitat connotato diversamente, affinando nuovi significati e significanti grazie all’espressione artistica.
La sua è una vera intenzione di rottura delle consuetudini (cioè il “Caos”) e di riformulazione dei modelli archetipici ai quali siamo abituati dall’attuale società globalizzata. Maugeri non resta immobile grazie al solo intervento meditativo bensì con un’azione intensa, portatrice di un possibile cambiamento e di un utile inizio plausibile (cioè il “Sogno”).
Allora è lì che possiamo incontrarlo, in quel lasso spazio-temporale che permette alla nostra e alla sua mente di fondersi con il dato oggettivo, con la realtà delle cose e con la possibilità a nostra disposizione di mutare ciò che è in divenire.
E’ in quest’atmosfera surreale e a tratti onirica che percepisco le installazioni dotate di cinghie nere come la metafora della vita che spesso ci obbliga all’accettazione di quanto ci è forzatamente imposta dalle cause di forza maggiore, dagli accadimenti, dalle circostanze della quotidianità.
L’Arte si fa portatrice di messaggi subliminali aulici ma al contempo e paradossalmente fruibili a tutti…basta volerli vedere, imparare a leggere la realtà circostante.
L’Eros e Tanatos che a mio avviso si dipanano di fronte ai nostri occhi nella mostra personale milanese di Marcello Maugeri, possono essere bilanciati fino all’idea di modellare il “caos”, di cui tanto ha scritto Baudelaire, grazie al “sogno” di riorganizzazione veicolato dal potente mezzo cui può assurgere l’Arte.
Mostra curata da Massimiliano Bisazza.